Dal 2020 il contesto mondiale è sfidante: la pandemia, i conflitti mondiali, il costo delle materie prime, l’inflazione sono solo alcuni degli elementi che hanno contribuito a generare instabilità e ad aggiungere elementi di complessità a un settore, quello dell’healthcare, in constante trasformazione.
In questo senso, la logistica nel settore healthcare è un asset strategico sempre più cruciale per garantire efficienza, sostenibilità e continuità nell’approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici. L’evento “Logistica Healthcare: direzioni di lavoro per un settore che cambia” che si è svolto il 4 febbraio al Politecnico di Milano ed è stato organizzato dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Polimi ha offerto come ogni anno un’occasione di confronto tra esperti, aziende e operatori del settore per analizzare le sfide e le opportunità che il comparto si trova ad affrontare.
Numeri e trend di un settore in evoluzione
Secondo i dati del Centro Studi Dafne, la filiera logistica dell’healthcare in Italia comprende oltre 5.900 aziende, impiegando più di 228.700 addetti e generando un fatturato di 92,3 miliardi di euro nel 2023.
«Il settore dell’healthcare negli ultimi anni è stato caratterizzato da una crescita dei volumi e del mercato, da un incremento dei costi e dall’aumento della rilevanza strategica della logistica», ha ricordato in apertura Paolo Giacobbe, ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”.
L’andamento dei costi ha infatti subito un incremento significativo, soprattutto per la manodopera, i canoni di locazione, il denaro (con tassi di interesse elevati) e i prezzi energetici. Questa pressione si riflette sulle marginalità, che risultano ridotte rispetto alla logistica generale: il margine medio degli operatori logistici attivi nell’healthcare è del 3,5%, inferiore dell’1,8% rispetto alla media della Contract Logistics.
Nonostante le difficoltà, il settore mostra una buona solidità finanziaria, con una crescita del fatturato sia per i vettori nazionali (marginalità del 5,8%) che per quelli regionali (4,7%). Il mercato sembra favorire le realtà più strutturate, con una pressione crescente sui distributori intermedi, la cui marginalità è scesa allo 0,7% nonostante un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro nel 2023 per i primi dieci grossisti.
«Nel 2010 il decreto legge 78 ha più che dimezzato la quota di spettanza per la distribuzione intermedia – ha evidenziato Michele Palumbo, Direttore Supply Chain, Executive Advisor e Professore Università Cattolica del Sacro Cuore -. Questo è accaduto in un momento di genericazione dei prodotti farmaceutici e quindi di riduzione del prezzo medio dei prodotti in fascia A ha generato un impatto importante sulla marginalità del comparto».
Le principali sfide della Logistica Healthcare
Oltre alla crescita dei costi, non da ultimo quello del lavoro, che tra il 2020 e il 2024 è aumentato del 6% e si prevede un ulteriore +8% entro il 2027, le altre sfide chiave sono l’aumento della domanda (sia come numero di colli che come chilogrammi) e la maggiore complessità operativa: nel 2023 le spedizioni nel settore healthcare sono cresciute del 22%, ma sono state più frammentate e soggette a stagionalità. L’80% delle consegne è destinato a farmacie (40%) e ospedali (40%), con un trend in crescita per le prime e in calo per i secondi.
Aumento dei costi, complessità operativa e compliance normativa sono solo alcune delle sfide che la Logistica Healthcare deve affrontare
Infine, le aziende devono fare i conti con temi come la sostenibilità ambientale e la compliance normativa: il comparto deve infatti bilanciare efficienza e rispetto delle regolamentazioni ambientali e di sicurezza.
Gli operatori, soprattutto quelli del settore dei trasporti, stanno investendo in automazione e, con un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, stanno cercando di internalizzare alcune attività invece di affidarsi a aziende esterne.
Le direzioni di lavoro per la logistica ospedaliera
«Anche il sistema ospedaliero sta affrontando un profondo cambiamento nel modo di gestire la logistica interna. C’è stata un’evoluzione nella sua percezione all’interno delle strutture ospedaliere – ha ricordato Maria Pavesi, ricercatrice dell’Osservatorio -:secondo una survey dell’anno scorso, oltre il 90% degli addetti ai lavori oggi riconosce la logistica come strategica, con una crescente propensione agli investimenti in soluzioni digitali e tecnologiche».
In passato ci si è concentrati sulla centralizzazione della logistica, sugli investimenti in automatizzazione e sull’esternalizzazione di alcune attività. « Nei prossimi 3-5 anni la propensione agli investimenti cambierà, lasciando più spazio alle soluzioni tecnologiche e digitali», ha affermato Pavesi.
Quest’anno l’Osservatorio ha analizzato le direzioni di lavoro che si stanno seguendo nel settore, individuando 4 aree di riferimento, con criticità e conseguenti leve di azione: il magazzino dei farmaci, quello dei dispositivi, i centri di consumo e il trasporto. Le leve di lavoro emerse sono cinque. In ordine di priorità secondo gli addetti ai lavori:
- La gestione informatizzata di tutte le scorte e giacenze (prioritaria secondo il 41%);
- La revisione delle logiche di riordino e stoccaggio (25%)
- La valorizzazione delle competenze e delle risorse logistiche (14%)
- L’ottimizzazione degli spazi e delle scorte di magazzino (14%)
- L’efficientamento del trasporto interno (6%)
L’83% delle strutture ospedaliere intende adottare soluzioni tecnologiche e digitali a supporto della logistica entro un lustro, quasi il doppio rispetto al passato (48%).
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