«Casadei? Il Chelsea voleva imporci anche Sylla. Su lista Serie A avalliamo le decisioni di Baroni»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


Al termine della sessione invernale di calciomercato, il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani ha fatto un bilancio ai microfoni di Lazio Style Radio, in una vera e propria intervista fiume. Nella mattina del mercoledì, l’ex ds della Salernitana ha toccato svariati temi: dell’esclusione dalla lista della Serie A di Luca Pellegrini ai mancati arrivi di Fazzini e Casadei, dai grandi rifiuti alle offerte ricevute per alcuni calciatori della Lazio all’approdo a Roma di Reda Belahyane.

L’intervista del ds Fabiani 

Si parte proprio da quest’ultimo: il centrocampista è stato prelevato dal Verona proprio sul gong. «Su Belahyane vorrei essere chiaro, bisognerebbe capire lo spirito del mercato, che ha dinamiche controverse ed è una partita a poker in cui ognuno fa il proprio gioco. Bisogna stare al gioco e conoscerlo. C’è la possibilità che qualche operazione si chiuda subito, per altri devi bluffare. Belahyane rientrava nel novero di giocatori concordati col tecnico. La società sceglie i giocatori, il tecnico pone il veto sulle cessioni. Abbiamo ricevuto tante richieste, le ultime in ordine di tempo per Romagnoli e Nuno Tavares, ma abbiamo rifiutato. Siamo dentro al programma che ci siamo prefissati, cioè far cominciare un ciclo di almeno 3 anni. Al momento siamo al 50% del cammino e pian piano vogliamo avvicinarci al 70-80% del da farsi».

STRUTTURA SOCIETARIA – Fabiani ha voluto sottolineare l’unità d’intenti che vige come imperativo categorico in casa biancoceleste. «Le decisioni vengono prese insieme. Ognuno di noi ha un compito ben preciso. Una società di calcio funziona così: c’è un presidente che “allena” il proprio direttore sportivo, cioè mette a disposizione un budget e traccia delle linee guida. A sua volta il ds “allena” l’allenatore, che allena i calciatori. Si tratta di una filiera che non si può slegare. Su ogni uscita di un calciatore, l’allenatore può mettere un veto e io devo rispettarlo».

«Bisogna andare dietro all’allenatore, per non sfasciare il giocattolo. A luglio si aprirà un nuovo spaccato di mercato, si faranno anche nuove valutazioni. Posso anche dar via un giocatore, a patto di sostituirlo con uno più forte.

Microcredito

per le aziende

 

Gennaio è un mercato di riparazione. Il calcio è come il mondo: si può intuire cosa sia, ma non lo sappiamo con certezza. Non è una scienza esatta. A volte costruisci una squadra per vincere campionati e poi lotti per la retrocessione. Guardate il Napoli, che ha vinto lo scudetto e poi è arrivato decimo, trovandosi in grande difficoltà. A volte invece magari costruisci una squadra per salvarti e poi invece ottieni risultati straordinari. Nel calcio il 2+2 non fa sempre 4, anzi. Ci sono tante variabili che possono compromettere il cammino di una squadra».

MANIFESTO PROGRAMMATICO – C’è tempo per ribadire di non voler scappare dalle responsabilità. «Sono il primo responsabile dell’area tecnica, dalla prima squadra al settore giovanile. Se ci sarà un colpevole, la mia faccia è questa. Le colpe non saranno né di Lotito né di Baroni. Saranno le mie. “La Lazio non può fare mercato”, “La Lazio ha l’indice di liquidità”, dicono molti addetti ai lavori. C’è tanta gente improvvisata che non sa neppure cosa sia un bilancio. Eppure, si mettono davanti a un microfono e parlano.

C’è gente che pensa che l’indice di liquidità – norma secondo me comunque obsoleta – impedisca di pagare gli stipendi». Poi, il manifesto programmatico del modus operandi biancoceleste. «Il calcio si può fare anche senza sperperare denaro, senza buttare milioni, ma con le idee. Come si fa a stabilire un prezzo che sia coerente con la qualità del calciatore? Nel calcio è bravo chi ci rimette di meno, chi ha le intuizioni, che a volte ti danno ragione e a volte ti penalizzano. In 23 giornate noi siamo al 4° posto, abbiamo avuto infortuni nel periodo in cui non c’era l’Europa, quindi siamo riusciti a mantenere un buon trend di risultati. Abbiamo fatto un percorso straordinario in Europa League, chi se lo aspettava? Devo fare un plauso ad allenatore e calciatori, che si sono resi protagonisti di questa grande prima parte di stagione. Il calcio poi cambia da un giorno all’altro. Chi gestisce un magazine, un giornale, un sito, fa un altro tipo di calcio rispetto al mio. Fa più effetto mettere un 3 in pagella a Provedel a Cagliari – e non capisco perché – di altre cose: anche solo il fatto di parlarne porta acqua al loro mulino. Una volta esistevano due società: quella che deteneva il calciatore e quella che voleva prenderlo. Oggi per chiudere un affare devi passare per 6 società: le 2 menzionate, poi il procuratore, poi il giocatore, poi l’intermediario, infine chi fa informazione. Metter d’accordo tutti non è facile, e aggiungo anche la società che fa capo ai genitori, alle famiglie del ragazzo da prendere».

AFFARI SALTATI, AFFARI CONCLUSI – I tormentoni del mese di gennaio sono stati legati ai nomi di due centrocampisti: Jacopo Fazzini dell’Empoli e Cesare Casadei del Chelsea. Il primo è rimasto in Toscana, il secondo si è trasferito al Torino. Il direttore svela i motivi per cui è saltata l’operazione che avrebbe portato a Roma l’ex Inter. «Mi si rimprovera Casadei, mi prendono spesso per schivo e burbero, ma a domanda precisa ho risposto che conoscevo solo una banda, un complesso, perché ho il senso dell’ironia e a volte devo depistare un po’.

Casadei e Fazzini erano due obiettivi. Ho sentito dire che l’allenatore volesse a tutti i costi Fazzini. Bugia, l’allenatore non ha mai fatto imposizioni, poi se fosse arrivato Fazzini lo avrebbe accolto come Belahyane, che era in lista dall’inizio. Fazzini era nella lista, ma se oggi alla Lazio c’è Belahyane è perché c’è l’avallo del tecnico, è ovvio. L’operazione per Fazzini non è andata in porto, quella per Casadei poteva andare in porto, ma volevano imporci Sylla, il difensore. Se Sylla è di mio interesse è un conto, se mi vogliono imporre anche un altro calciatore, allora non mi interessa più. Non mi sono mai piaciuti i matrimoni allargati».

LISTA – A Formello ha fatto scalpore l’estromissione dalla lista del campionato del terzino sinistro Pellegrini. «Mi domando perché le considerazioni su Pellegrini non vennero fatte sull’esclusione di Hysaj a inizio anno. I consigli del diavolo se li mangia la volpe, e io non sono il diavolo. La valutazione è di pertinenza dell’allenatore, che decide in base ai suoi progetti per l’immediatezza e per il futuro. Baroni compila una lista, noi come società dobbiamo avallare ciò che dice. Se non lo avallo, lo delegittimo, e quando si delegittima il proprio condottiero, è la fine di una società. Ci vuole rispetto dei ruoli e delle figure.

Abbiamo cercato di cedere Basic fino alla fine, c’era soprattutto la Cremonese, ma poi lo abbiamo reinserito in lista perché per l’allenatore era funzionale al progetto, più di altri». Infine, un commento sull’annosa vicenda dell’aquila Olympia e del falconiere Juan Bernabé, definita «una vicenda triste, senza vincitori». Ormai, è acqua passata. «Non devo aggiungere troppo a ciò che già ho detto nel recente passato. Esiste un codice di condotta, si è andati un po’ oltre. Siamo tutti adulti e vaccinati, non sta a me indottrinare nessuno. La gente è intelligente e sa farsi un’opinione. Noi dobbiamo basarci sul nostro codice, i regolamenti vanno applicati». Parola di Angelo Fabiani.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi