Caso Almasri, Nordio e Piantedosi in diretta: “Agito per la sicurezza dello Stato”, Schlein: “Meloni scappa”

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In diretta l’informativa di Nordio e Piantedosi sul caso Almasri: alle 15:30 i due ministri parleranno al Senato dopo la discussione alla Camera di questa mattina. Polemiche per l’assenza della premier Giorgia Meloni.

“Il ruolo del ministro non è solo di transito e di passacarte, è un ruolo politico: ho il potere e dovere di interloquire con altri organi dello Stato sulla richiesta della Cpi, sui dettagli e sulla coerenza delle conclusioni cui arriva la Corte. Coerenza che per noi manca assolutamente”, ha detto il ministro Nordio nell’informativa alla Camera sul caso Almasri. Il ministro della Giustizia Nordio ha detto che il governo chiederà spiegazioni alla Corte Penale Internazionale, che secondo l’esecutivo “ha agito frettolosamente”, e ha “commesso un pasticcio.

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Piantedosi ha ribadito quanto aveva già detto durante il question time al Senato: “L’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico”.

Nordio e Piantedosi in diretta sul Caso Almasri al Senato:

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Banchi del governo quasi al completo al Senato per l’informativa di Piantedosi e Nordio

Banchi del governo quasi al completo anche in aula al Senato dove i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi stanno svolgendo un’informativa sul caso Almasri. Oltre al Guardasigilli e al titolare del Viminale, sono presenti i ministri Matteo Salvini, Giuseppe Valditara, Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati, Paolo Zangrillo. Nella fila inferiore sono i sottosegretari a riempire tutte le postazioni. Vuota la poltrona della premier Giorgia Meloni. Assente come alla Camera anche il vicepremier Antonio Tajani.

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Piantedosi: “Almasri non è mai stato un interlocutore dell’Italia”

Il ministro dell’Interno Piantedosi è intervenuto in Aula a Palazzo Madama per tenere l’informativa: “Smentisco che Almasri sia mai stato un interlocutore del governo e smentisco che il governo abbia mai ricevuto pressioni o ricatti, come è stato adombrato in questi giorni”.

Nordio ribadisce che negli atti della Cpi ci sono errori: “Questo crea incertezza”

“Il primo atto notificato è eccentrico, con discrasie tra la parte motiva del provvedimento che riferisce di fatti del 2015 mentre nella parte dispositiva si colloca al 2011. Resta il fatto che l’organo di accusa che si era rivolto alla Cpi era riferito al 2015. Atto viziato da una incertezza assoluta rispetto al momento in cui è stato commesso il reato”, ha ribadito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso del suo intervento al Senato nell’ambito della informativa sul caso Almasri.

Al via informativa al Senato: parleranno Renzi e Calenda

Prende il via al Senato la doppia informativa dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi sul caso Almasri. Ogni gruppo parlamentare ha a disposizione 5 minuti per intervenire (la metà rispetto a Montecitorio). A questi, vanno aggiunti i tre minuti a disposizione di Azione, per cui parlerà il leader Carlo Calenda. Dopo le dichiarazioni dei ministri, toccherà ai senatori. Tra gli iscritti a parlare ci sono Matteo Renzi per Italia viva, Alberto Balboni per Fratelli d’Italia, Erika Stefani per la Lega, Alessandra Maiorino, vicepresidente vicaria del M5s e Giorgio Salvitti per Coraggio Italia-Noi moderati, oltre ai capigruppo Maurizio Gasparri (Forza Italia), Francesco Boccia (Pd), Peppe De Cristofaro (Misto).

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Conclusa l’informativa del governo alla Camera su caso Almasri

Si è conclusa alla Camera la seduta dedicata all’informativa dei ministri Piantedosi e Nordio sul caso Almasri. Trattandosi di una informativa, al termine degli interventi dei rappresentanti dei gruppi non ci sono state repliche. Alle 15 l’aula riprenderà con il question time.

“Meloni come Frodo? L’Anello le ha dato alla testa”, dice Magi

“La sedia vuota” della premier Meloni in Aula della Camera “è non solo un’offesa per il Parlamento ma anche per il diritto internazionale e se è vero, come dice la sorella, che Giorgia Meloni è Frodo, allora l’anello del potere lo ha già indossato e le ha dato alla testa e ha liberato Sauron Almasri, che è capo di un battaglione di orchi torturatori di bambini in Libia”, ha scherzato il segretario di Più Europa Riccardo Magi in un riferimento alla saga del ‘Signore degli anelli’.

Boschi (Iv) attacca Meloni: “Sui social è coraggiosa, ma scappa dal confronto con il Parlamento”

“Una settimana fa i giornali erano pieni delle dichiarazioni perentorie dei ministri Piantedosi e Nordio che dicevano che non potevano venire in aula perché c’era il segreto istruttorio. Cosa è cambiato in questa settimana? Come mai non c’è più il segreto istruttorio? Perché se c’era un vincolo politico sul segreto istruttorio, la prima ad averlo violato è stata la Presidente Giorgia Meloni con la sua comunicazione sui social, scegliendo con quali giornalisti parlare e con quali non parlare e continuando nella sua comunicazione a rete unificata per un’intera settimana”, è intervenuta in Aula la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. “Dopo una settimana vi degnate di venire in Parlamento, ma ovviamente Giorgia Meloni scappa, manda voi. E non c’è effettivamente un tentativo di fuga da parte di Giorgia Meloni, no, c’è una fuga riuscita a tutti gli effetti, perché noi avevamo chiesto l’informativa di Giorgia Meloni, non dei ministri Piantedosi e Nordio, ma Giorgia Meloni non è venuta, perché il coraggio della Presidente del Consiglio finisce quando c’è da confrontarsi con qualcuno”, ha proseguito. “Lei è coraggiosissima quando è sola, quando fa i monologhi sul palco di Atreju, quando si accende la luce rossa della diretta su Instagram, sui social è coraggiosissima, ma scappa dal Parlamento, fugge dal confronto e si nasconde dietro il segreto. Solo che non c’è segreto istruttorio, non c’è segreto di Stato, c’è solo il segreto di Pulcinella, Giorgia Meloni ha paura di confrontarsi con la realtà”, ha affondato.

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I deputati di Avs mostrano in Aula le foto delle vittime delle torture di Almasri

Dopo l’intervento di Nicola Fratoianni nell’Aula della Camera sul caso Almasri i deputati di Avs hanno esposto cartelli raffiguranti foto delle vittime delle torture subite nelle prigioni libiche gestite dal generale.

Fratoianni contro Meloni: “Scappa e manda ministri prestanome, resterà onta di infamia”

La vicenda Almasri è “un’onta di infamia sulla storia delle istituzioni di questo Paese. La capisco la nostra premier, era assai difficile, forse impossibile venire qui a schiena dritta a giustificare la scelta del suo governo di liberare un torturatore, uno stupratore di bambini, per questo ha inviato qui due onorevoli prestanome”, ha dichiarato Nicola Fratoianni in Aula. Il deputato di Avs ha mostrato la foto di una bambina torturata nelle prigioni libiche e si è rivolto a Nordio: “Signor ministro della Giustizia, insieme alle procedure, c’è la vita e ci sono i corpi. Lei che ha approfondito così bene, ci dica anche questo: le torture inferte sul corpo di questa bambina quando sono state fatte? Quando è stata torturata da Almasri? Nel 2014, nel 2015, a ottobre del 2016? Ce lo dica, ministro, visto ha giustificato una scelta politica e l’ha rivendicata come tale. Lei si è assunto la responsabilità di non fare il suo dovere e di consentire che un criminale fosse prima liberato e poi riaccompagnato a casa”.

“Ancora una volta Giorgia Meloni è scappata”, non è venuta a riferire, “come tutte le opposizioni le avevano chiesto su una vicenda che resterà un’onta di infamia sulla storia delle istituzioni di questo Paese. Per una leader politica che ha tanto investito sul racconto di lei come donna, madre e cristiana” era difficile”“giustificare la scelta di liberare un torturatore e uno stupratore. Ha deciso di mandare qui due autorevoli prestanome di successo il ministro della Giustizia e del ministro dell’Interno”, ha aggiunto.

Rosato (Azione): “L’Italia collabori e recuperi relazioni con la Cpi”

“Quello che accade nei lager libici è inaccettabile per qualsiasi cittadino italiano. Non possiamo rimanere indifferenti. Io mi aspettavo di sentire dal Governo come intende operare in Libia. Non basta il Piano Mattei, non bastano le nostre risorse, servono quelle europee per ricostruire pace e stabilità in Libia”, ha dichiarato il deputato di Azione Ettore Rosato. “Io non penso che a ogni atto di un magistrato, dobbiamo dire – se non siamo d’accordo – che è un attacco. Non è che ogni volta ci deve essere uno scontro. Io penso che non sia corretto che un pm prende una denuncia di otto righe e questa si trasforma in un atto d’accusa verso il premier e i ministri. Non è utile, perché non è un atto dovuto. Non è questo il lavoro del Pm preposto a dialogare con il tribunale dei ministri, ma non possiamo trasformare tutto in uno scontro. Dobbiamo recuperare un dialogo serio tra magistratura e politica, sono d’accordo con le parole del ministro Crosetto di oggi”, ha proseguito prima di invitare il governo a “recuperare le relazioni con la Cpi, dobbiamo offrire e chiedere collaborazione”.

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Lupi a Conte: “Meloni inchinata a Trump? Mi ricordo quando la chiamava il ‘mio amico Giusppi'”

“Presidente Conte, lei ha definito” la premier Giorgia Meloni “una persona che si è andata a inchinare rispetto a Donald Trump. Io, che ho esperienza in Parlamento, mi ricordo che un certo Donald Trump parlava del mio amico ‘Giuseppi’ quando un certo presidente del Consiglio Conte andava a Washington.Lei non ha il senso del ridicolo”, ha detto il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi nel corso del suo intervento alla Camera.

“Mi spiace per chi ha perso l’occasione di dimostrare che ci può essere un’opposizione anche dura ma con una proposta. Invece è emersa solo l’intenzione di opporsi a qualunque costo”, ha proseguito. “La leader del Pd, Elly Schlein, ha definito ridicola l’informativa, che l’opposizione ha chiesto, ha detto che si è sfiorato il senso del ridicolo, che è stata una giornata triste per le istituzioni e il Parlamento – ha continuato Lupi -. Condividiamo questa affermazione fino in fondo: chi ha avuto la pazienza di seguire il dibattito in tutti gli interventi ha notato una differenza essenziale fra una concezione della politica che appartiene a noi del centrodestra, della politica che si sviluppa nel dialogo internazionale come responsabilità nei confronti dello Stato e di un popolo che siamo chiamati a rappresentare. L’opposizione invece ha scelto quella che sempre la strada più semplice, quella del porsi per opporsi, ma la storia politica del Paese ha insegnato che non porta e fa solo male alla democrazia e alle istituzioni”.

I deputati Pd protestano per l’assenza della premier in Aula: “Meloni dove sei?”

Al termine dell’intervento della segretaria i deputati del Partito democratico hanno protestato per l’assenza della presidente del Consiglio sollevando dei cartelli con su scritto “Meloni dove sei?” e “Meloni patriota in fuga”, prima di essere richiamati all’ordine dal presidente della Camera Lorenzo Fontana.

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Mulè: “Il Parlamento non è un tribunale. Con Almasri è stato fatto ciò che andava fatto”

L’onorevole di Forza Italia Giorgio Mulè ha rimarcato che l’Aula della Camera non è un’Aula giudiziaria: Con Almasri “È stato fatto ciò che andava fatto. La scelta del governo di espellere quel criminale è stata giusta? Qual era lo scenario per l’Italia nel caso del trattenimento di Almasri? Cosa sarebbe potuto accadere? Non era necessario scomodare l’intelligenza artificiale. È il principio di realtà quello che obbliga un governo a sopportare di sacrificare sull’altare della sicurezza dei suoi cittadini qualsiasi altra cosa”.

Conte: “Nordio scandaloso, Meloni vile, non si permetta di parlare davanti a qualche scendiletto”

Il leader del M5s Giuseppe Conte ha attaccato il ministro della Giustizia Nordio, definendolo “scandaloso”: “Siamo diventati il porto franco e il paese balocchi dei criminali. Nordio è stato scandaloso”, su Almasri “lei non ha parlato da avvocato difensore di Almasri” ma da “giudice assolutore! Lei si dovrebbe vergognare”.

“Oggi c’è una grande assenza, la presidente Meloni scappa dal Parlamento, è un atto di grande viltà istituzionale, adesso Meloni”, visto che non è venuta in Aula per l’informativa “non parli più” sui social o in tv, “non si permetta per vigliaccheria di parlare davanti a qualche scendiletto”.

“Lei doveva dare seguito al provvedimento dell’Aja. Pensate che gli italiani sono tutti idioti? Lei con le sue espressioni leguleie pensa che gli italiani non capiscano? C’è tutta la vostra insipienza giuridica. Lei oggi ha chiamato in causa Meloni”. Questa vicenda “dimostra il fallimento delle politiche migratorie”.

Bellomo (Lega) attacca l’opposizione: “Saga dell’ignoranza, non conoscete le norme”

L’onorevole Davide Bellomo, della Lega, ha difeso il ministro della Giustizia Nordio e il ministro Piantedosi: “In uno Stato di diritto non potevano arrestare qualcuno solo perché lo ritenevono colpevole, dovevano rispettare le norme”.

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“Mi sembra che abbiamo assistito poc’anzi alla saga del pregiudizio e alla saga dell’ignoranza crassa rispetto alle norme che governano il nostro Paese. Qui siamo di fronte a magistrati di quarant’anni e a un prefetto che oggi governa tutti i prefetti che hanno come unica base del loro lavoro il rispetto delle regole e delle norme. E questo prescinde dal merito delle accuse”.

Schlein contro la premier Meloni: “Presidente del ‘Coniglio’, scappa, scappa…”

La segretaria del Pd Elly Schlein ha aprostrofato così la premier Meloni, oggi assente in Aula, nonostante le richieste delle opposizioni: “Presidente del ‘Coniglio’, scappa, scappa…”

“Vi abbiamo ascoltati, e quel che dite è inaccettabile. Guardi, lei non ha parlato da ministro in quest’aula, ha parlato da avvocato difensore di un torturatore” ha detto ancora Schlein, rivolgendosi al ministro della Giustizia Carlo Nordio in Aula alla Camera, dopo l’informativa dei ministri della Giustizia e dell’Interno.

Schlein: “Oggi doveva esserci Meloni, manca di rispetto al Paese. Ha liberato torturatore di bambini”

“Nordio e Piantedosi Si sono degnati di venire in Parlamento, ma in quest’Aula doveva esserci Meloni, che invece manca di rispetto all’Aula e al paese”, ha detto la leader dem Elly Schlein. “Questa è una giornata triste per la democrazia”, ha detto.

“Se il problema fosse stato un cavillo procedurale, perché non avete provveduto subito”, evitando la scarcerazione di Almasri. “Il ministro deve trasmettere gli atti della Cpi, non deve valutarli”, ha detto Schlien citando la legge. “Perché Meloni insiste col dire che il torturatore è stato rilasciato per una questione di sicurezza, vuol dire che i criminali vanno scarcerati e vanno mandati a casa?”.

Donzelli: “Contento che Almasri sia libero in Libia”

L’onorevole Donzelli è stato il primo a prendere la parola in Aula dopo l’informativa di Piantedosi.  Le parole dei ministri Nordio e Piantedosi “tolgono ogni dubbio sull’operato del governo”.

“Da cittadino italiano sono contento che dopo la scarcerazione, avvenuta in seguito agli errori della Cpi, Almasri sia in Libia e non libero in Italia”, anche per la sicurezza degli italiani che si trovano in quel Paese che avrebbero potuto subire ritorsioni.

Piantedosi: “Governo non ha ricevuto minacce per la liberazione di Almasri”

“Smentisco – ha detto Piantedosi in Aula – nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il Governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni”.

“Al contrario –  ha aggiunto ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni, anche in chiave prognostica, nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”,

Piantedosi ribadisce: “Almasri espulso per la sua pericolosità, per la sicurezza dello Stato”

Il ministro del’Interno Piantedosi ha reso l’informativa, per la parte che compete al suo dicastero, ricostruendo i fatti che hanno portato prima all’arresto e poi alla scarcerazione del generale libico Almasri.

Piantedosi ha ribadito quanto aveva già detto durante il question time al Senato: “L’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell’obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini”.

Nordio attacca la magistratura: “Non ha letto le carte”

Il ministro della Giustizia durante la sua informativa ha attaccato i giudici, dicendo che non hanno letto le carte. “Mi ha un po’ deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare senza aver letto le carte”, atteggiamento “che non può essere perdonato a chi per mestiere le carte dovrebbe leggerle”. La maggioranza ha iniziato ad applaudire. “A questa parte della magistratura dico che questo loro modo di intervenire, per certi modo sciatto”, “rende il dialogo molto molto molto difficile”.

“Se questo è un sistema per rallentare le nostre riforme…”, ma la reazione dell’opposizione non si è fatta attendere. Le minoranze hanno reagito urlando e battendo le mani sui banchi. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana è intervenuto per ripristinare il silenzio e far proseguire il ministro nel suo intervento.

Infine, Nordio conclude: “La magistratura ha compattato la maggioranza e andremo avanti fino in fondo”.

Nordio: “La Cpi ha fatto un pasticcio, ha agito in modo frettoloso su Almasri”

Il ministro della Giustizia Nordio ha detto che il governo chiederà spiegazioni alla Corte Penale Internazionale, che secondo l’esecutivo “ha agito frettolosamente”, e ha “commesso un pasticcio.

Il mandato d’arresto della Corte dell’Aja nei confronti di Osama Njeem Almasri “è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello” di Roma. Si rileva “Incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, “dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere”.

Nordio dice di essere stato avvisato su Almasri ad arresto già avvenuto

“Il 20 gennaio alle ore 12,40 il procuratore generale di Roma trasmetteva il carteggio a questo ministro: ufficialmente è arrivato al Ministero protocollato il 20 gennaio alle ore 12,40. Successivamente alle ore 13:57 l’ambasciatore dell’Aja trasmetteva al servizio Affari internazionali del ministero del Dipartimento per gli affari di giustizia la richiesta di arresto provvisorio del 18 gennaio 2025. Conviene sinora notare che la comunicazione della Questura di Torino era pervenuta al Ministero ad arresto già effettuato e dunque senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto a fini estradizionali emessa dalla Corte penale internazionale al ministro”, ha spiegato il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sulla vicenda Almasri.

Nordio: “Il mio ruolo del ministro della Giustizia non è quello di passacarte”

“Il ruolo del ministro non è solo di transito e di passacarte, è un ruolo politico: ho il potere e dovere di interloquire con altri organi dello Stato sulla richiesta della Cpi, sui dettagli e sulla coerenza delle conclusioni cui arriva la Corte. Coerenza che per noi manca assolutamente”, ha detto il ministro Nordio nell’informativa alla Camera sul caso Almasri.

Nordio sottolinea che i documenti erano in inglese: “Ci voleva tempo per tradurli”

Il ministro della Giustizia Nordio ha sottolineato in Aula anche la barriera linguistica, che avrebbe ritardato la sua valutazione dei documenti della Corte Penale Internazionale. “L’atto è arrivato in lingua inglese, senza traduzione, e c’erano criticità sulla richiesta di appello. Si dava atto che il 2 ottobre 2024 l’accusa aveva richiesto un mandato di arresto per delitti contro l’umanità avvenuti a Mitiga e commessi a partire dal febbraio 2015, e c’erano incertezza assoluta sulla data dei delitti commessi: si oscillava dal 2011 al 2015, non è una cosa di poco conto”.

“Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio” sull’arresto di Almasri “al ministero della Giustizia alle 11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”, ha ricostruito.

Almasri, Nordio: “Da Interpol comunicazione assolutamente informale, senza richiesta di estradizione”

“Il 18 gennaio la Cpi emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri per una serie di reati. Il mandato di arresto è arrivato domenica 10 gennaio alle ore 9.30 con una notizia informale e l’arresto trasmessa via email da un funzionario Interpol alle ore 12.37, sempre domenica: una comunicazione assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione”, ha detto il  ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri.

Nordio: “Informativa rimandata la scorsa settimana per notifica indagine, ha imposto una riflessione”

È iniziata nell’Aula della Camera l’informativa dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio sulla vicenda Almasri. Interviene per primo il Guardasigilli, poi spetterà al titolare del Viminale. Al termine sono previsti gli interventi dei rappresentanti dei gruppi, uno per gruppo.

Il ministro della Giustizia Nordio ha fornito una breve ricostruzione dei fatti, spiegando che nel pomeriggio del 28 gennaio ha ricevuto la comunicazione delle indagine a suo carico, per il caso Almasri. La notifica è arrivata il giorno prima dell’informativa fissata in Aula insieme al ministro Piantedosi. Questa tempistica avrebbe imposto al ministro una “riflessione”. “Volevo chiarire questa vicenda, su cui ci sono state grossolane contraddizioni”, da parte degli uffici.

Inizia l’informativa dei ministri Piantedosi e Nordio, in diretta tv

Comincerà a breve, nella’aula della Camera, la seduta in cui è prevista l’informativa dei ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, sul caso Almasri. Nel dibattito seguente interverranno anche i leader del Pd, Elly Schlein, e del M5S, Giuseppe Conte. Gli iscritti a parlare, nell’ordine, sono i deputati Giovanni Donzelli di FdI, Elly Schlein del Pd, Davide Bellomo della Lega, Giuseppe Conte del M5S, Giorgio Mulè di FI, Maurizio Lupi di Noi moderati, Ettore Rosato di Azione, Nicola Fratoianni di Avs, Elena Maria boschi di Italia viva e Riccardo Magi di Più Europa.

La durata stimata delle informative urgenti e del dibattito sarà di due ore e mezza circa. I gruppi avranno a disposizione dieci minuti ciascuno, un tempo maggiorato rispetto ai sette minuti solitamente previsti. Come per tutte le informative non sono previste repliche né votazioni. Interverrà prima Piantedosi e poi Nordio, mentre l’ordine degli interventi dei gruppi è in ordine decrescente, dal gruppo con più componenti a quello con minore consistenza numerica.

Tajani difende ancora Nordio: “Serviva tempo per tradurre i documenti”

Secondo quanto afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sentito dai cronisti a Montecitorio, sulla liberazione del generale libico Almasri, “Quando si devono fare delle scelte sulla base di un documento, soprattutto con dei termini giuridici, ci devono essere traduzioni perfette perché – ribadisce il ministro – abbiamo sistemi giuridici diversi”. Il titolare della Farnesina difende la posizione del ministro Nordio: “Non si tratta della traduzione di un giornale, l’inglese lo sappiamo tutti, ma questi sono traduzioni complicate”.

Paita (Iv): “La reticenza di Meloni ha un motivo politico, deve spiegare vicenda Almasri”

“Non voglio derubricare l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi, che è importante. Ma Meloni, anziché spiegare la vicenda Almasri con l’interesse nazionale, si è trincerata dietro i cavilli. Per questo serve un chiarimento e non basta il passaggio di oggi”. Lo dice la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, ospite a Skytg24. “Questa reticenza di Meloni ha un motivo politico. La premier ha detto che avrebbe inseguito i trafficanti di esseri umani per tutto il globo terracqueo. Siccome, invece, si è dovuta piegare alla ragion di Stato e politicamente non lo vuole dire – spiega Paita – ha trasformato una vicenda politica in cavilli. La premier continua a ragionare da influencer, non da statista”.





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