i nomi die 9 arrestati, tra gli indagati un trasportatore di Poggio Imperiale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


C’è anche un soggetto classe 1969 residente a Poggio Imperiale, tra gli indagati dell’inchiesta che ha sgominato una organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti nelle province di Bari, Taranto, Bat, Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza. I militari dell’Arma del gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di Napoli, unitamente ai carabinieri dei comandi provinciali territorialmente competenti, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo del reato di associazione a delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, impedimento al controllo e gestione illecita di rifiuti. 

Oltre ai soggetti colpiti dal provvedimento cautelare, sono 34 le persone coinvolte e deferite all’autorità giudiziaria, tra cui il 55enne di Poggio Imperiale perché, in unione e concorso con altre tre persone, avrebbe prelevato, trasportato, ‘intermediato’, gestito abusivamente e clandestinamente rifiuti illecitamente smaltiti in luoghi diversi da quelli indicati nei formulari di identificazione rifiuti, falsamente compilati al fine di eludere l’attività di controllo. Segnatamente mediante due trasporti durante i quali sono stati smaltiti 59.800 kg di rifiuti, diretti ad un impianto ma in realtà smaltiti in siti non individuati. L’uomo era l’autista della società che trasportava i rifiuti, che eseguiva le operazioni di carico, trasporto e scarico di rifiuti.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Agli arresti domiciliari sono finiti Raffaella Amoruso e Paolo Bisceglia di Bisceglie, Raffaele Arzillo di Lusciano, Claudio Botticelli di Albano Laziale, Emanuele Calvelli di Leporano, Giuseppe Dimaggio di Taranto, Stefano Alfonso Friolo di Pulsano e Giovanni Incampo di Altamura.

Come avveniva lo smaltimento illecito dei rifiuti

L’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, a seguito dell’esito degli interrogatori preventivi ex articolo 291 comma 1 quater c.p.p. ed in totale accoglimento della richiesta depositata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, fa riferimento ad una serie di condotte illecite riscontrate nel corso di una complessa attività investigativa, condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, Bari e Napoli, che ha avuto inizio nel giugno del 2023 e si è protratta per diversi mesi, interessando diverse regioni del territorio nazionale. 

L’indagine, condotta con l’ausilio di attività tecniche, quali intercettazioni di conversazioni, video riprese e pedinamenti, ha consentito di accertare a carico indagati, che mediante la predisposizione di mendace autorizzazione ambientale che attestava, in capo all’impresa Eko srl di Onano, la disponibilità di un impianto autorizzato al trattamento dei rifiuti nonché per il tramite dell’utilizzo di formulari recanti indicazioni mendaci in ordine al luogo di conferimento per il successivo recupero, effettuavano molteplici operazioni illecite di movimentazione di ingenti quantità di rifiuti industriali, provenienti dalla Puglia e Campania e dirette per l’illecito smaltimento nella stessa Puglia, Calabria, Campania e Basilicata (segnatamente in località ricadenti nelle province di Taranto, Cosenza, Avellino e Matera), che venivano smaltiti o previo sversamento sul suolo o abbandonati all’interno di capannoni in disuso. 

Dall’analisi delle modalità di tali sversamenti, gli investigatori del Neo, coordinati dalla Dda leccese, hanno focalizzato l’attenzione sull’organizzazione criminale dedita allo smaltimento di rifiuti speciali di origine campana, bel strutturata. Infatti, sin dall’inizio delle investigazioni, si è appurato che i rifiuti speciali, codici Eer 191212 e 150106, organizzati in balle reggiate, composte prevalentemente da scarti provenienti dal trattamento dei rifiuti speciali/industriali e frazione indifferenziata di Rsu, nonchè scarti tessili, dopo essere stati raccolti e trasportati, invece di essere conferiti in siti di smaltimento e/o recupero autorizzati, al fine di conseguire un ingiusto profitto, rappresentato dal risparmio di spesa, derivante dalla mancata attivazione delle corrette procedure di gestione dei rifiuti prescritte dalla legge, venivano, dopo essere stati prelevati dai luoghi di produzione, trasportati e smaltiti abusivamente presso terreni e in capannoni abbandonati.

Una vera e propria filiera del commercio illecito di rifiuti che ricomprendeva la fase di consegna, ricezione nonché intermediazione, trasporto e smaltimento abusivo. In Villapiana, Cassano allo Ionio, Ferrandina e Pulsano, sono stati individuati i siti di abbandono degli ingenti quantitativi di rifiuti, oggetto dell’illecito traffico. 

Le indagini hanno permesso di analizzare i meccanismi illeciti di tali traffici, realizzatisi secondo procedure collaudate, fondate sulla classificazione fittizia dei rifiuti da parte degli impianti di produzione, con redazione di falsa documentazione indicante siti di destino inesistenti, che consentisse di giustificare il trasporto dei rifiuti ed il successivo illecito abbandono in siti abusivi, di volta in volta individuati.

La vicinanza con la Campania, principale area di provenienza dei rifiuti, e la vastità e l’orografia del territorio pugliese hanno contribuito notevolmente al perpetrarsi di tali traffici illeciti. Le aree interessate, alcune di particolare pregio naturalistico, affacciate su strade comunali e provinciali a ridosso delle aree rurali più isolate, sono divenute autentiche discariche abusive a cielo aperto, ove i rifiuti una volta scaricati, in alcune circostanze venivano dati alle fiamme, rendendo l’aria irrespirabile. 

L’attività criminale ha consentito agli indagati di introitare un illecito profitto pari all’incirca a un milione di euro, somma di denaro di cui è stato disposto il sequestro per equivalente. Sono state sequestrate tre società di trattamento/recupero rifiuti di Giugliano, Onano, San Martino Valle Caudina, tre capannoni industriali a Pulsano, Cassano allo Ionio e due terreni agricoli in Villapiana, oltre a 25 automezzi (rimorchio e motrice). 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

L’applicazione della misura cautelare per gli indagati, autisti, organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori formali e di fatto delle società responsabili, è finalizzata ad impedire il reiterarsi dell’attività criminale, attraverso ulteriori illeciti abbandoni di rifiuti e ad evitare l’alterazione delle fonti di prova attraverso la predisposizione di documentazione volta a dimostrare il preteso regolare smaltimento dei rifiuti. 

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito personale

Delibera veloce