Il presidente della LND Sicilia Sandro Morgana: “Dai 19 impianti del 2007 siamo passati ai 160 campi in sintetico attuali”

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Professionalità, puntualità ma anche tanta passione ed entusiasmo. Su questa lunghezza d’onda, nel corso degli anni, Sandro Morgana è diventato un punto di riferimento per lo sport siciliano riuscendo a coniugare perfettamente l’attività sul campo con quella organizzativa, istituzionale, amministrativa e programmatica.

Lo scorso settembre, è stato rieletto presidente del Comitato Regionale Sicilia Figc-Lnd. Un nuovo mandato quadriennale con programmi e obiettivi ben precisi: “Una delle nostre principali volontà è la diversificazione programmatica del Comitato Regionale. Attraverso l’esperienza maturata in questi anni, sarebbe troppo riduttivo immaginare l’attività sportiva limitatamente a ciò che avviene sul rettangolo di gioco. Su questa lunghezza d’onda, quindi, di pari passo all’evento sportivo ci deve essere un impegno sociale forte. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare manifestazioni a favore del sostegno alle categorie più deboli, eventi contro la violenza di ogni genere. Da qui la necessità anche di implementare le nostre attività di integrazione degli immigrati. Di pari passo a tutto ciò, vogliamo continuare a promuovere eventi unici nella nostra regione. Il nostro programma sino al 2029 prevede altre due manifestazioni significative e di grande importanza. Nel 2026 puntiamo ad una grande stagione estiva che possa unire beach soccer, beach volley, promozione degli e-sport in un contesto in cui inseriremo anche il nostro marchio “Sabbie di Sicilia”. Proprio in quest’ultimo ambito, si svolgeranno le finali nazionali di Serie A di beach soccer, le finali Gold di Beach Volley coinvolgendo sia la Sicilia orientale che quella occidentale. Un altro obiettivo personale che mi pongo, nel prossimo quadriennio, è quello di poter organizzare in Sicilia anche il Torneo delle Regioni di calcio a 5”.

Un passaggio fondamentale riguarda anche l’impiantistica siciliana: “Nel 2007 c’erano solo 19 impianti in erba naturale. Oggi, grazie al nostro lavoro di coordinamento unito alle azioni del credito sportivo e della Regione, abbiamo circa 160 campi in erba artificiale. Siamo sulla buona strada dal punto di vista infrastrutturale ecertamente vogliamo fare ancora tanto”.
Insieme ai miglioramenti nell’impiantistica, c’è stata una crescita anche dei settori giovanili: “Nel mio programma del 2021 avevo puntato molto sulla riforma riguardante i campionati dei settori giovanili. Per me era un passaggio fondamentale perché avevo evidenziato come la crescita dei settori giovanili non fosse omogenea rispetto alle altre regioni. I risultati non erano confortanti perché la quantità sovrastava la qualità. Per questo motivo, nel giro di due anni, abbiamo riformato tutto inserendo la categoria Elitè, privilegiata e più settorializzata. Abbiamo creato due gironi, centro orientale e centro occidentale, sia per l’Under 17 che per l’Under 15. Strutturando un sistema di promozioni e retrocessioni siamo riusciti a raggiungere determinati obiettivi. In primo luogo le squadre più forti giocano in un contesto diverso. In secondo luogo, le altre società possono strutturarsi per ambire al campionato Elitè e crescere. Siamo, quindi, soddisfatti di aver creato una nuova dimensione che punta alla qualità e alla continua crescita”.

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Un passaggio obbligatorio lo meritano anche il Calcio a 5 e femminile: “Il calcio a 5 è una tematica a me molto cara. Tra l’anno scorso e la stagione attuale, abbiamo registrato numeri importantissimi. Di fatto siamo la prima regione d’Italia sia per numero di società che per i campionati ed attività che organizziamo. Per impegno ed investimenti, il calcio a 5 deve essere messo allo stesso livello del calcio a 11, dei settori giovanili, del calcio femminile. Il Comitato Regionale ha dato l’input giusto per crescere, formarsi e promuovere le attività. Allo stesso tempo abbiamo istituito un tavolo di sviluppo del calcio femminile. All’inizio c’erano solo quattro squadre di calcio femminile. Oggi c’è un girone d’Eccellenza a dodici squadre oltre alle categorie under 19, under 17, under 15, under 12. Evidenzio come Palermo e Catania stanno investendo molto sul calcio femminile. Fondamentale anche l’azione di formazione che facciamo nelle scuole attraverso il progetto “Ragazze con i tacchetti” in collaborazione con le scuole calcio”.

Con uno sguardo rivolto al futuro, una riflessione la meritano anche gli investimenti stranieri nel calcio siciliano:Culturalmente io non sono contrario alle proprietà straniere anche perché il calcio professionistico fa da traino anche alle società dilettantistiche. Basti pensare alla dimensione siciliana negli anni in cui Palermo, Messina e Catania si trovavano in Serie A. In quel periodo cresceva l’attenzione mediatica così come le scuole calcio ma anche l’interesse generale verso il calcio. Non c’è dubbio che avere Palermo, Catania, Messina e Trapani in categorie professionistiche porti dei benefici sotto molteplici punti di vista. Naturalmente le ambizioni sono importanti e la volontà è quella di raggiungere anche categorie superiori. L’unica mia preoccupazione, relativamente alle proprietà straniere, riguarda la durata dei loro investimenti nel tempo. La Sicilia è sicuramente un territorio molto interessante e con del potenziale. Il Palermo, per esempio, ha avuto la fortuna di avere Dario Mirri come presidente che ha strutturato la società e ne ha ridato una dimensione importante. La sua grande capacità, poi, è stata quella di trovare un investitore molto importante. Quindi questa è la via giusta da seguire”.

Ogni settimana sul Giornale di Sicilia un inserto dedicato al calcio giovanile. Squadre, personaggi, dirigenti e talenti. Tante foto e interviste in un focus dalle grandi scuole calcio alle piccole realtà



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