L’ultimo commovente saluto a Boninsegna, il libraio vissuto tra cultura, arte e moda – Rovereto

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ROVERETO. “I libri ed io siamo qui!”. Si parlava al presente fino a poco più di due anni fa, ma ora quel messaggio va declinato interamente al passato. Sia per i libri (la libreria era stata chiusa nel settembre del 2022) che per la scomparsa di un grande uomo di cultura quale è stato il libraio Giorgio Boninsegna scomparso all’età di 77 anni. I funerali si sono svolti oggi, 5 febbraio, alle 15 nella chiesa parrocchiale di Borgo Sacco preceduti mezz’ora prima dalla recita del rosario.

Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso aveva aperto la sua boutique in via Rialto (poi trasferita in via Mercerie) per poi dedicarsi (una ventina di anni fa) alla sua grande passione: i libri. Che avevano trovato casa (dal 2002) in diversi edifici nel centro storico sempre nel breve spazio tra via Rialto e piazza San Marco.

Rovereto perde un personaggio caratteristico, un po’ burbero all’apparenza ma in realtà sempre gentile, un protagonista della vita cittadina «una voce sempre presente e partecipe della vita cittadina, un punto di riferimento per gli appassionati di letteratura ed arte» come lo ricorda l’assessora alla promozione artistica, cultura e turismo Micol Cossali.

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«Non era un libraio qualunque e nemmeno la sua era una libreria qualsiasi. Giorgio, pur nella spigolosità del suo carattere, era di una generosità e di una passione unica: la sua porta era sempre aperta, nella sua libreria giravano persone, parole, idee e pensieri. Che con lui uscivano da via Rialto per trasferirsi nel dibattito cittadino. Portava la sua voce spesso divergente, partecipava sempre al confronto, non necessariamente su temi culturali, con la sua singolarità. Insomma – conclude l’assessora Cossali – Giorgio incarnava lo spirito roveretano…».

«Caro Giorgio, grazie per quanto ci hai donato. Sei stato un amico, una fonte inesauribile di cultura e passione, tenace nella tua resistenza tra gli amati libri. Continueremo a ricordati così» saluta con un post su Facebook la giornalista e scrittrice Patrizia Belli. E come non ricordare Giorgio Boninsegna sulla sua poltrona immerso nella lettura dei libri che poi avrebbe consigliato ai lettori o seduto sulla seggiolina all’aperto durante la bella stagione alle prese con quotidiani e riviste che “divorava” avidamente?

«È un quadro che la città perde di sé – aveva scritto Belli che nel settembre del 2022 lanciando una campagna per sostenere Boninsegna – Per anni passando abbiamo letto e adottato come un mantra il nome scelto da Giorgio: “I libri ed io siamo qui”, un foglio A4 scritto a mano, che raccontava molto del sentimento di questo inusuale libraio per i suoi libri. Giorgio non ha mai abbandonato quella scritta, l’ha invece coltivata con cura, ne ha fatto anche una maglietta. Sembra poca cosa, ma non è, quella scritta raccontava una storia di affetto e una voglia di rifiutare la formalità e essere piuttosto un amico con cui dialogare di libri, di belle parole scritte e di autori e poi rimandava anche a un cammino di resistenza perché la vita dei librai indipendenti non è per nulla facile, perfetta però per Giorgio che si è sempre trovato a combattere contro i mulini a vento e essere 10 anni avanti a tutti».

Lo era nella cultura come lo era stato nella moda. Lo ricorda benissimo Ornella Frisinghelli quando «ancora ragazzina entravo emozionatissima nella sua boutique di via Rialto, vicino al negozio Lazzeri. Ha portato in città una carica rivoluzionaria, esplosiva in una cittadina molto borghese come era Rovereto. Giorgio ha lanciato in città i jeans e i vestiti di Fiorucci, le tendenze della moda che arrivavano dalle grandi capitali. Un uomo brillante, imprevedibile con quel tocco di genialità che è sempre stata la sua caratteristica. Entrare nel suo negozio, tra i colori degli abiti e la musica beat equivaleva a vivere un’emozione unica: sembrava di essere nella “swinging London” e noi ragazzine ci sentivamo trasgressive… Ha avuto il merito di portare madri e figlie ad osare, a vivere la loro libertà anche nel modo di vestire… Il suo modo di essere derivava dagli studi fatti a Milano tra arte e scuola per scenografi e costumisti…».

Dalla moda ai libri, Giorgio Boninsegna ha sempre coltivato un rapporto esclusivo con il cliente, «mai però “cliente” in senso commerciale ma persona con cui dialogare, scambiarsi pareri, parlare di letteratura, consigliare nuovi autori. Il senso vero di un incontro – come ricorda ancora Patrizia Belli – Giorgio ha sempre scelto i libri uno per uno, seguendo lo stimolo di una curiosità o ritrovando un ricordo, o ancora leggendo parole che toccano le corde delle emozioni. Sì, la sua si potrebbe definire una libreria di nicchia, ma anche luogo di socialità. Come non ricordare l’imponente coda di persone lungo tutta via Rialto quando invitò Giorgio Faletti. E poi Paolo Nori, oppure la famosa prima viola della Scala di Milano… ».

E sono moltissime le persone che sui social hanno lasciato il loro ricordo perché «Giorgio è sempre stato un personaggio unico, irripetibile che dimostrava un grande amore in tutto quello che faceva con grande generosità e disponibilità d’animo…».





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