Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che obbliga l’Università di Torino a rimborsare 39 milioni di euro agli studenti. Il motivo? Nel 2018 l’ateneo aveva richiesto una quota di tasse che, secondo i giudici, superava il tetto massimo imposto dalla legge.
La decisione ribalta completamente il verdetto del TAR del Piemonte, che in un primo momento aveva dato ragione all’università, ritenendo legittimi i calcoli dell’ateneo sulla contribuzione studentesca. Il Consiglio di Stato, invece, ha stabilito che l’ateneo torinese aveva violato la normativa, facendo pagare agli studenti una somma superiore al limite del 20% delle entrate da finanziamento pubblico previsto dal Decreto Legislativo 232/2016.
Secondo le norme in vigore, le università pubbliche non possono finanziare le proprie attività attraverso una tassazione eccessiva sugli studenti. La legge prevede infatti che la contribuzione studentesca non possa superare il 20% del finanziamento pubblico ricevuto dall’ateneo. Nel caso dell’Università di Torino, l’Unione degli Universitari (UDU) aveva contestato che nel 2018 l’ateneo avesse sforato questo tetto, applicando tasse più alte di quelle consentite. La questione era finita davanti al TAR del Piemonte, che però aveva dato ragione all’università, stabilendo che i criteri di calcolo fossero legittimi.
Non convinti della decisione, gli studenti hanno proseguito la battaglia legale portando il caso davanti al Consiglio di Stato, il massimo organo della giustizia amministrativa. Qui i giudici hanno esaminato nuovamente la vicenda e hanno dato ragione agli studenti, stabilendo che l’Università di Torino aveva effettivamente superato il limite di tassazione previsto dalla legge e che, di conseguenza, gli studenti avevano pagato più di quanto dovuto.
La sentenza del Consiglio di Stato ha un impatto economico enorme per l’Università di Torino, che dovrà restituire 39 milioni di euro agli studenti che hanno pagato le tasse nel 2018. Un rimborso che pone seri interrogativi su come l’ateneo riuscirà a far fronte a questa spesa senza compromettere l’offerta formativa e i servizi agli studenti. Dal canto loro, gli studenti e l’Unione degli Universitari esultano per una decisione che considerano storica: “È una vittoria per tutti gli studenti italiani”, hanno dichiarato i rappresentanti dell’UDU, sottolineando che questa sentenza potrebbe creare un precedente per altri atenei.
L’impatto di questa sentenza potrebbe non limitarsi solo all’Università di Torino. Se altri atenei si trovassero in una situazione simile, potrebbero scattare nuovi ricorsi, con il rischio di dover restituire somme importanti agli studenti. Il verdetto del Consiglio di Stato, dunque, non è solo un caso isolato, ma potrebbe aprire la strada a una revisione complessiva del sistema di tassazione universitaria in Italia. Il tema delle tasse universitarie e del diritto allo studio, già al centro del dibattito pubblico, potrebbe ora diventare una questione ancora più pressante per il Ministero dell’Università e della Ricerca e per il Governo.
In esecuzione della Sentenza del Consiglio di Stato n. 3237/2024 del 09/04/2024, l’Università di Torino procede ad effettuare il rimborso delle quote eccedenti di contribuzione versate nell’anno solare 2018.
Possono presentare domanda di rimborso coloro che abbiano versato nell’anno solare 2018 dei contributi (come di seguito specificato) per l’iscrizione o l’immatricolazione a corsi di studio di I° e II° livello: laurea, laurea specialistica, laurea magistrale, laurea magistrale a ciclo unico, laurea vecchio ordinamento.
L’importo che sarà rimborsato è pari al 33,377 % della contribuzione versata nell’anno solare 2018.
Quali importi sono rimborsabili
Saranno rimborsate le quote versate durante l’anno solare 2018 e riferite agli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019 a titolo di:
- contributo onnicomprensivo unico
- contribuzione aggiuntiva del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali.
Nel caso di pagamenti riferiti ad anni accademici precedenti al 2017-2018 ed effettuati tardivamente durante l’anno solare 2018, saranno rimborsate le quote versate a titolo di:
- tassa di immatricolazione
- contributo universitario
- contribuzione aggiuntiva del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali
- contribuzione aggiuntiva dei corsi di studio dei Dipartimenti di Management e Giurisprudenza e della SUISM.
Nota bene: con riferimento alle voci sopra indicate si rimborsano esclusivamente gli importi versati nell’anno solare 2018, al netto di eventuali rimborsi già ricevuti in relazione a tali importi.
Non sono rimborsabili altri contributi, come ad esempio la tassa regionale, l’imposta di bollo, i contributi CUS e SIAE e tutti gli ulteriori contributi versati a titolo di tasse di servizio, indennità di mora, ecc.
Come richiedere il rimborso
La richiesta di rimborso deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica, accedendo alla propria MyUnito tramite SPID o le credenziali SCU da studente seguendo il percorso Iscrizioni / Iniziative / Rimborso quote eccedenti di contribuzione versate nell’anno solare 2018.
Nel caso di più carriere attive presso UniTo, prima di accedere alla sezione Iniziative della MyUniTo sarà necessario selezionare la carriera con riferimento alla quale si ha diritto al rimborso. Se si ha diritto al rimborso su più carriere, è sufficiente presentare un’unica domanda.
Nel caso in cui le credenziali di UniTo da studente siano state disattivate, è possibile in ogni momento effettuare il login tramite SPID o riattivare le credenziali seguendo le indicazioni riportate alla pagina Istruzioni e supporto.
Per poter ricevere il rimborso, è obbligatorio inserire/aggiornare il proprio IBAN nella MyUniTo seguendo il percorso Iscrizioni / Dati Anagrafici / Modifica modalità di rimborso.
Il codice IBAN dovrà essere relativo ad un numero di conto corrente o carta prepagata/di credito/di debito intestati o cointestati a proprio nome.
In caso di carta prepagata, si deve controllare che l’importo del rimborso del quale si è beneficiari non superi il tetto massimo di disponibilità previsto per la carta. L’eventuale somma in eccedenza sarà restituita dalla Banca all’Università.
Le richieste ricevute saranno processate a cadenza mensile. Il rimborso delle somme spettanti sarà disposto con apposito provvedimento che viene adottato entro 90 giorni dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
L’Università di Torino non risponde degli aspetti legati al trattamento fiscale di eventuali detrazioni ottenute aventi per oggetto tali importi. Sono pertanto da accertare presso l’Agenzia delle Entrate gli aspetti di competenza.
Per richieste di supporto è possibile contattare la Sezione Diritto allo Studio, con l’apertura di un ticket, utilizzando il servizio di Service desk e selezionando la categoria “Sezione Diritto allo Studio” e l’Oggetto “Rimborsi contribuzione 2018”. Non saranno evase richieste di assistenza provenienti da altri canali.
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