Beppe Grillo: “Todde non ferma l’inceneritore ma blocca le rinnovabili”

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Il dibattito sugli inceneritori infuria, con posizioni contrastanti che emergono tra diverse regioni e forze politiche. Un caso emblematico è quello che vede contrapporsi Beppe Grillo e la Regione Sardegna. Beppe Grillo, attraverso i suoi canali social, ha sollevato dubbi sulla coerenza della presidente della Regione Alessandra Todde, chiedendo spiegazioni sulla logica che sottende questa differente valutazione.

Al centro della polemica l’inceneritore di Tossilo. Dopo anni di stop e ingenti investimenti pubblici, l’impianto si trova nuovamente bloccato a causa di numerose criticità. Il tema degli inceneritori si intreccia con quello dell’occupazione e della tutela ambientale. Da un lato, si invoca il diritto al lavoro e la necessità di gestire i rifiuti in modo efficiente; dall’altro, si sottolineano i rischi per la salute e l’impatto negativo sull’ecosistema.

INCENERITORE: A ROMA NO A MACOMER SI – “Il MoVimento cinque stelle nel 2022 ha lottato veementemente in parlamento e contro il governo pur di proteggere la salute dei cittadini delle zone ove dovrebbe essere costruito l’inceneritore di Roma. Con quale logica un inceneritore non sarebbe accettabile a Roma ma tuttavia andrebbe bene in Sardegna?“. Lo scrive sui social Beppe Grillo, postando un articolo di Marco Bella su rinnovabili e inceneritori”.

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TOSSILO FERMO DA 9 ANNI – “Nove anni di fermo, 45 milioni di euro pubblici spesi, 22 lavoratori rimasti senza impiego. E ora, quando l’inceneritore di Tossilo sta per riaprire, la provincia di Nuoro blocca tutto perché ci sono ben 20 criticità. Un capolavoro. Ma davvero con 45 milioni non si potevano creare molti più posti di lavoro nella raccolta differenziata, nel riuso, nel riciclo? Perché si continua a ripetere la favola che senza inceneritori si è costretti alle discariche, quando l’Unione Europea indica chiaramente altre priorità? Una sola pala eolica potrebbe produrre la stessa energia dell’intero impianto di Tossilo, senza le sue 66.000 tonnellate di CO2 e le ceneri tossiche da smaltire. Eppure, il primo atto della giunta Todde non è stato fermare l’inceneritore, ma bloccare le rinnovabili, rendendo il 99% del territorio sardo non idoneo ai nuovi impianti”.

LAVORO E INQUINAMENTO – “Ma può – prosegue – la spesa di soldi pubblici e la difesa del sacrosanto diritto al lavoro di tante persone (alcune oramai prossime alla pensione) essere messo in contrapposizione con il diritto a un ambiente salubre? Davvero con quarantacinque milioni non sarebbe stato possibile creare molti più posti di lavoro (ad esempio nell’ambito della raccolta differenziata) di più grande beneficio per l’ambiente?”.

EOLIVO VERSUS  TERMOVALORIZZATORE – “Ripetiamo il concetto: una sola pala eolica produrrebbe abbastanza energia quanto l’intero impianto di incenerimento a recupero energetico. Le emissioni di anidride carbonica per questa pala eolica nella fase di esercizio saranno praticamente nulle (per non parlare di ossidi di azoto e zolfo e diossine, totalmente assenti) di fronte alle circa 66.000 tonnellate di CO2 annue prodotte dall’impianto di Tossilo, alle quali vanno aggiunte le ceneri leggere e pesanti (fino al 20% in peso), che dovranno essere smaltite in discarica.

EOLICO IN MARE – Se poi queste pale le posizioniamo in mezzo al mare a 20-30 chilometri dalla costa, dove i venti sono molto più costanti, non ci sarà alcun impatto sul paesaggio, perché vedremo al più solo dei puntini all’orizzonte, visto che la terra è rotonda e non piatta.

INDIPENDENZA ENERGETICA – La Sardegna con le rinnovabili potrebbe raggiungere in tempi brevi una sua indipendenza e sicurezza energetica. Potrebbe perché il primo atto della giunta Todde è stato quello di rendere non idoneo ben il 99% del territorio sardo all’installazione di impianti rinnovabili. Evidentemente, secondo alcuni, il problema sarebbero le rinnovabili piuttosto che gli inceneritori o il carbone.

GRILLO VERSUS  TODDE – Non sarebbe stato meglio fermare l’inceneritore (visto che la provincia di Nuoro ha appunto riscontrato ben venti criticità) e sostenere, piuttosto che bloccare, le rinnovabili, proteggendo così l’ambiente e creando molti più posti di lavoro?



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