Attesa per la decisione del ministro Piantedosi sull’eventuale scioglimento del Comune di Bari, in seguito all’operazione “Codice Interno”. L’argomento non è esplicitamente all’ordine del giorno del Cdm, mentre il 12 in tribunale parlerà l’ex consigliere regionale Olivieri arrestato per aver chiesto voti ai clan
Potrebbe arrivare a ore la decisione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul «caso Bari». Alle 11 del 7 febbraio è infatti fissata la riunione del Consiglio dei ministri – il cui ordine del giorno prevede solo «leggi regionali» e «varie ed eventuali» – nella quale potrebbe essere discussa la relazione del prefetto di Bari, Francesco Russo, sulle conclusioni della commissione d’accesso che, per sei mesi, ha lavorato sulle possibili infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale barese.
Un fascicolo, quello del prefetto, che Piantedosi ha studiato e sul quale dovrà informare il consiglio dei ministri: da quanto trapelato finora, Russo non avrebbe proposto lo scioglimento dell’amministrazione comunale – che colpirebbe la giunta di Vito Leccese per cose successe con altri sindaci, da Antonio Decaro a Michele Emiliano – ma solo dei provvedimenti nei confronti delle municipalizzate Amtab, Amgas e Multiservizi.
Amtab in amministrazione giudiziaria
L’Amtab è in amministrazione giudiziaria dal 26 febbraio scorso, in concomitanza con i 130 arresti dell’inchiesta «Codice interno» che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria in città. Al suo interno, infatti, erano presenti alcuni dipendenti legati ai clan (tra cui Massimo Parisi, fratello del boss Savinuccio e per anni autista di bus) che avrebbero condizionato assunzioni all’interno dell’azienda. Ma indizi di vicinanza ai clan sono sorti anche relativamente ad altre municipalizzate. Per questo, è possibile che il ministro possa decidere di commissariarle tutte e tre ed evitare, invece, lo scioglimento del Comune.
Il centrosinistra alla ricerca della riconferma in Regione
Ipotesi remota ma che pende sulle teste di una città e, soprattutto, del centrosinistra, che con Antonio Decaro punta a riconfermarsi al governo della Regione in autunno. Centrosinistra che ha vissuto questi mesi in apnea. Piantedosi, in teoria, potrebbe anche archiviare il tutto senza proporre alcunché, ma è un’ipotesi che al momento appare remota, ancor più di quella dello scioglimento. Resta da capire, quindi, se tra quelle «varie ed eventuali» all’ordine del giorno ci sia anche il caso Bari.
L’arresto dell’ex consigliere Olivieri, che sarà sentito in aula il 12
Il punto di partenza di questa vicenda è proprio il 26 febbraio 2024, giorno in cui – tra gli altri – venne arrestato anche l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri. Un passato tra centrodestra e centrosinistra (nel 2014 fu avversario di Decaro alle primarie) e anche uno da dirigente della Multiservizi, Olivieri è accusato di aver raccolto i voti di tre clan per favorire l’elezione al consiglio comunale di Bari, nel 2019, della moglie Maria Carmen Lorusso.
Per Olivieri, che è a processo in abbreviato, la Dda di Bari ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione. E sono in molti a ipotizzare che da Roma non arriverà alcuna decisione prima del 12 febbraio, quando Olivieri verrà ascoltato in aula.
Dopo gli arresti, Piantedosi decise di nominare una commissione d’accesso per valutare i rischi di infiltrazione mafiosa nell’amministrazione comunale, una scelta che Decaro definì «un atto di guerra contro la città». La commissione lavorò in silenzio da marzo a settembre, a novembre il prefetto convocò il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui informò le istituzioni delle forze dell’ordine cittadine (tra cui il procuratore di Bari, Roberto Rossi) delle sue conclusioni. Trascorsi tre mesi, ora è il tempo della decisione che dovrebbe arrivare entro il 9 febbraio. Bari attende con il fiato sospeso.
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