In vista di Venezia-Roma, mister Ranieri ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa a Trigoria.
Queste sono state le sue parole.
È soddisfatto del mercato di gennaio della Roma?
“Allora, quello che ho detto sui Friedkin è vero: hanno speso una barca di soldi. Qualcuno può dire: ‘Li hanno spesi male’. Posso condividere, non li hanno spesi bene, non voglio fare il difensore di nessuno. Dico le cose come stanno e come le penso. Hanno messo un billion virgola due. Forse dovranno mettere un altro billion per fare lo stadio, va bene?
L’aspetto fair play finanziario è tutt’altra cosa. Implica gli stipendi di tutta l’AS Roma, non solo quelli dei giocatori. Hanno un tetto che non si può oltrepassare. Questo vale per quest’anno e per il mercato di giugno e forse anche di gennaio 2026. Tutto questo, se si riesce ad aumentare le entrate e diminuire le uscite. È chiaro questo? E come si fa? Cercando di andare avanti più possibile in Europa. Siamo usciti dalla Coppa Italia e non abbiamo preso dei soldi. Speriamo di andare avanti in Europa, così entrano più soldi.
Ci sono molte cose che vanno valutate e che possono portare dei soldi. Vedi Abraham, Calafiori… tanti nominativi che ci possono permettere di portare dei soldi. Perché oltre un tetto di straforo non si può fare. Se ci andiamo, siamo liberi di farlo ma poi non stiamo in Europa per due o tre anni. Dunque, si cerca di fare di necessità virtù, si cerca di arrivare alla forbice massima di dove oltre non può andare il deficit, e si cerca di manovrare il manovrabile.
Per questo io dico che sono super contento. Più di quello che hanno fatto, i Friedkin non potevano fare. Non potevano prendere i soldi e dire: ‘Ecco altri soldi, fallo’. Lo potevamo fare se avessimo avuto la disponibilità economica per gli stipendi. Loro possono comprare uno a 30-40-50 milioni, ma gli devi dare lo stipendio. Per dargli lo stipendio, devi abbassare la nostra quota stipendi. Ecco perché non è possibile, tutto qua.
È molto semplice. Ci resto male anche io. Se vi ricordate una cosa – perché voi vi dimenticate tanto e ricordate quello che volete – dicevo: ‘Gli inglesi dicono una cosa meravigliosa per noi romani, ovvero che ‘Roma non è stata costruita in un giorno. Questo vuol dire che ci sono voluti secoli. Mi auguro che noi ci mettiamo qualcosina in meno. È questa la realtà.
Date tempo a questa proprietà di fare quello che hanno in mente. Ci riusciranno? Io da tifoso romanista e non da allenatore o consigliere – ripeto, da tifoso – me lo auguro vivamente. Non posso chiedere adesso… Kolo Muani lo volevo pure io, lo voleva anche il presidente. Quando abbiamo visto… (il mister gesticola con le mani facendo intendere il rapporto dei costi dell’operazione, ndr) ‘eh, amore mio, non possiamo… E allora?’. È facile parlare. C’è un’iscrizione su un palazzo a Firenze dove è riportata una cosa meravigliosa: “È più facile criticare che fare”. Mi raccontava Mario Cecchi Gori (ex presidente della Fiorentina, ndr) che quando il Brunelleschi stava costruendo la cupola, la gente diceva: “E la viene giù, la viene giù (in dialetto toscano, ndr)”. Per cui, critichiamo il giusto, ma sappiamo dire le cose. Voi domandate e io ho risposto”.
Perché allora dopo Como è filtrata questa volontà di fare una rivoluzione?
“A me non hanno detto di rivoluzionare, non è filtrato niente. Chi vi ha fatto filtrare questa cosa non è un nostro amico. Non è filtrata, a me non hanno mai detto ‘cambiamo questo o quell’altro’ perché lo sanno che non si può cambiare questo o quello”.
Le vorrei anche chiedere se, in virtù di questo discorso economico, la linea del mercato sarà abbassare il monte ingaggi e vendere alcuni giocatori che pesano di più?
“Se possibile, sì. Se vogliamo prendere o far spendere 100 milioni per un giocatore ai Friedkin, dobbiamo abbassare il monte ingaggi. Sul fair play finanziario, da come me l’hanno spiegata e io ve la rivendo come so, noi possiamo prendere un giocatore da 100 milioni però poi gli dobbiamo dare l’ingaggio. E non è che prende due bruscolini se lo compri a 100 milioni. Allora, per prendere quello, quello sta fuori dal fair play finanziario. Il ‘comprare’ sta fuori dal fair play finanziario. Quello che sta dentro il fair play finanziario sono il monte ingaggi: non solo i miei, ma di tutti i dipendenti dell’AS Roma. Tu hai tante spese e più di X non puoi andare. In Italia tanti stanno oltre, noi abbiamo un tetto. Più di quello non possiamo andare, questo è”.
Allora, a proposito di acquisti, le chiedo come ha trovato i nuovi acquisti anche a livello di ambientamento, venendo dall’estero? Perché si opera poco sul mercato italiano?
“Perché abbiamo delle difficoltà, tutto qua. Sono convinto che questi ragazzi si ambienteranno al più presto. Certo, giocando anche ogni 3-4 giorni anche farli allenare non è facile. Ci parlo, gli mostro i video, cerco di farli entrare nel meccanismo italiano, in quello della Roma. Avete visto che Rensch l’ho buttato dentro subito, adesso vediamo come si possono inserire piano piano gli altri”.
Prima della partita con il Milan lei ha detto che aveva dato il suo ok sui nuovi arrivati. Questo che vuol dire? Che non li ha scelti lei? E se è così, chi li ha scelti oltre al direttore sportivo, il nuovo allenatore?
“Eh eh eh (ride, ndr). O Signore mio con questo nuovo allenatore… alla fine vi farò uno scherzo, oh se ve lo faccio… Comunque, abbiamo messo su un fantastico gruppo di scouting, con cui copriamo tutto il mondo. Io ho detto quello che penso che il futuro ci riservi, in base ai giocatori. E questi signori mi portano 4-5 giocatori di quelli fattibili, perché siamo tutti bravi a prendere Walker. Uh, lo potevamo prendere anche noi. Però, non avevamo i soldi, non potevamo sforare, e, cosa ancora più importante, per il fatto di Ryan non potevamo prendere un extracomunitario ancora.
Ecco come bisogna navigare e stiamo navigando in tempesta. Però, solidi. Perché i Friedkin sono solidi. Io do l’ok tra tutti quelli che mi fanno vedere e dico: ‘Questo mi sembra più adatto alle necessità che io ho e in base a quello che possiamo spendere’. Non è venuto nessuno che io non abbia detto: ‘Va bene, facciamo questo’. Ma sempre tra quello che potevamo scegliere”.
Quindi non è coinvolto l’eventuale nuovo allenatore?
“No, sono io che scelgo per lui. Ci avrò parlato o no? (ride, ndr)”.
I tifosi della Roma danno il loro apporto non solo all’Olimpico, ma anche in trasferta.
“Vero, quando cantano “Roma, Roma, Roma” è bellissimo. In trasferta si sentono e mi vengono i brividi quando lo ascolto”.**Mi sa che domenica si sentirà un pochino meno questo effetto, essendo stata vietata la trasferta ai residenti del Lazio e del Friuli.*“Sì, e mi dispiace”.
Per tempistica sarà impossibile fare ricorso? Ci commenta questa decisione?
“No, un ricorso non sarà possibile. Questo purtroppo è un guaio. Ho letto che non è direttamente per noi, ma per un possibile incrocio di tifoserie. Ognuno fa il suo lavoro e cerca di farlo nel migliore dei modi. Mi riferisco alla Polizia e alle forze dell’ordine. Non voglio entrare in campi che non conosco dettagliatamente, non voglio dire stupidaggini”.
Si è dato una spiegazione sull’approccio di Milano? È mancato qualcosa a livello mentale?
“No, a livello mentale non può essere mancato qualcosa perché giochi contro il Milan e ti stai giocando un turno di coppa. No, ci sono state delle difficoltà – non so se avete sentito l’analisi di Panucci che io ho confermato – a servire subito le punte o Dybala, cosa che avevamo fatto bene con il Francoforte e con il Napoli. Non trovando subito quell’uscita, ci rimettevano dentro. Poi, probabilmente, si sono sbloccati e siamo andati per cercare di pareggiare la partita. Anche oggi ho fatto i complimenti ai ragazzi per un motivo semplicissimo, si lotta fino in fondo, non mi interessa il risultato.
Dopo il 3-1 avete visto una squadra che si è arresa? Io non l’ho vista. Che poi ci siano stati dei ragazzi al di sotto delle loro prove, ma non sono macchine elettriche che tu ricarichi e vanno alla stessa velocità, con la stessa intensità… Però, il 100% di quello che avevano, lo hanno dato. E io da allenatore sono soddisfatto. Poi sta a me cambiare, vedere, dire. Tanto, ve lo dico subito, non troverete tra i convocati né Hummels, né Paredes. Gli ho dato vacanza. Apriti web, eh… Gli ho dato vacanza perché questi poveri ragazzi con De Rossi giocavano poco, con Juric giocavano poco, con me hanno giocato tanto. Vuoi o non vuoi, ce la mettono tutta, ma poi non riescono a reggere alle loro intensità, a quello che ci hanno dato. Allora gli ho detto: “Andate in vacanza”.
Sono più utili adesso a ricaricare energie nervose che a stare con me, a portarvi a Venezia, a fare, a dire, andate con le vostre famiglie. Questo è. Per cui sapete già che non li troverete tra i convocati. Ma non perché hanno giocato male, perché hanno dato tutto quello che era nelle loro possibilità”.
Al di là dell’impegno che la squadra ha messo, che lei ci dice e non potrebbe fare diversamente.
Ma penso che lo abbiate visto anche voi… Non c’è una squadra che butta giù le braccia e non ci crede più. Poi si sbaglia, perché si sbaglia… Quanti articoli avrà sbagliato lei?”.
Si figuri, io ho sbagliato a fare questo mestiere… Comunque, le chiedo: non è che in alcuni momenti alcuni giocatori pensano che i problemi della squadra siano alle spalle, che il percorso di guarigione si sia completato, e che gli stessi pensino di essere allo stesso livello degli avversari? Quindi magari fanno un tipo di partita che non è nelle corde di una Roma che è ancora malaticcia?
“Ah, Signore mio… Il Napoli l’anno scorso, il Napoli quest’anno. Ci sta, nello sport ci sta. Un anno che va benissimo e un anno che va male. Avete visto quando ha fatto i cambi il Milan? Sono entrati i titolari. Allora, teniamoci stretta questa Roma. Amiamola. Amiamola non a parole, ma con i fatti. Ricordate la prima intervista mia? Io sono anziano, anzi diciamo diversamente giovane. Quando andavo io in Curva Sud si diceva: ‘La Roma non si discute, si ama’.
Adesso non dico che si ami al 50%, ma mi sa che siamo passati al 70-30. Si discute e dopo si ama. E non è bello. Questi ragazzi stanno dando tutto, tutto quello che hanno. E voglio che lo diano. Io già li ho messi sull’avviso. Adesso andiamo a Venezia, per voi è una partita facile, è penultima in classifica: guardate le ultime 9 partite del Venezia, guardatele come ho fatto io. Hanno vinto, hanno pareggiato, hanno perso. Quelle che hanno perso o pareggiate, per un gol di scarto. 2-2 con la Juventus. 1-0 con l’Inter, al 93’ hanno avuto la palla del pareggio. Hanno perso l’ultima 3-2 a Udine. Da 2-0 per l’Udinese, hanno fatto 2-2. Cioè, è una squadra contro la quale dovremo lottare dall’inizio alla fine. È una squadra con il campo più piccolo della Serie A.
La palla sarà sempre fuori, è una partita che sarà più corta delle altre partite. Statistiche alla mano, noi con il Napoli abbiamo giocato 57 minuti, loro nelle ultime 47, 10 minuti in meno. Lì, già l’ho detto, voglio vedere la Roma. Lì la voglio, lo dico prima. Lo dico prima: adesso la voglio vedere. Io non ero preoccupato dell’Eintracht, del Napoli, del Milan: sono preoccupato di questa. Qui voglio vedere la Roma. Qui voglio vedere il carattere. Poi si può perdere, perché nello sport puoi perdere, ma c’è modo e modo”.
Cosa ne pensa del percorso di Di Francesco con il Venezia? E, secondo lei, è stato un po’ sfortunato?
“Sì, è stato sfortunato perché è un ottimo allenatore e voi lo avete conosciuto. È un ottimo allenatore, il Venezia – ma tutte le sue squadre – gioca bene. Cercherà di salvarli. Hanno preso 9 giocatori, stanno cercando di fare il possibile per salvarsi. Glielo auguro, ma dopo domenica ovviamente”.
Qual è la situazione contrattuale di Paredes? E sui nuovi arrivati, saranno in campo a Venezia?
“Qualcuno a Venezia ci sarà. Del contratto di Paredes stanno parlando. Ho letto da voi che sarebbe scattata un’opzione, ma non ho potuto approfondire avendo dovuto seguire altre cose. Ero sicuro, comunque, che sarebbe rimasto quando si parlava del Boca Juniors”.
Abraham è un giocatore che potrebbe rientrare nel futuro della Roma?
“Io credo che sia già stato un contratto d’onore tra la Roma e il Milan. Lui era uno di quei giocatori che prendeva un ingaggio importante, per cui magari ci permetterà di abbassare quella quota che a noi permette di operare”.
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