gli emendamenti “alla calabrese” non salvano la sanità di Calabria

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Occhiuto annuncia la probabile fine della gestione commissariale ma è chiaro che si tratta solo di una proposta “politica” tutta da valutare. Quel che conta è che ogni atto tra Camera e Senato fin qui non ha fatto una bella fine

Bilanci di Asp e aziende ospedaliere magari un tantino “taroccati” ma in ogni caso approvabili senza danno purché «non ci sia dolo»? Emendamento bocciato. Anzi no, fatto sparire. L’uscita dal piano di rientro della sanità di Calabria e quindi dal commissariamento con doppia manovra tra Senato e Camera? Emendamenti ritirati tutti e due sotto miti consigli, e probabili sberle, da parte del Mef. Resta in piedi solo l’approvazione entro il 31 marzo (con termine slittato) dei bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere ma senza “scudo”. Della serie, dolo o non dolo se c’è penale ognun per sé e Dio per tutti.
Pochi dubbi al riguardo. “L’agguato” concentrico della regnanza regionale nei confronti del Parlamento sulla sanità di Calabria è sostanzialmente fallito. E anche alla grande e questo nonostante la sbandierata corsia preferenziale con i tavoli che contano e nonostante “l’incessante” opera di Ciccio Cannizzaro. Onnipresente quando si tratta di presentare emendamenti anche “impresentabili” salvo essere poi il primo quando si tratta di ritirarli. Un domani potrà sempre dire d’aver solo prestato “servizio” alla causa, fino al burrone. Poi si sa che piuttosto che precipitare in due chi sta sopra molla la presa. E lui, fino a prova contraria, sta sopra.
L’emendamento 3.40 presentato nel Milleproroghe al Senato è stato ritirato. Evidente l’esito negativo al casello del Mef. Dentro c’era la proposta di uscire in punta di piedi, e con numeri poco razionali e molto motivazionali, dal commissariamento. L’altro emendamento, quello di Ciccio Cannizzaro presentato alla Camera (1.04) viene ugualmente ritirato nonostante qualche timida apertura più che altro sottoforma di consiglio da parte del Mef.
È l’emendamento sul Pnrr per quanto riguarda la gestione commissariale “locale” nell’edificazione dei nuovi ospedali ed è complementare al 3.40 presentato in Senato sull’uscita complessiva dal commissariamento. In pratica la regnanza di Calabria con doppia manovra tra Senato e Camera chiede al governo di poter uscire dal commissariamento pur mantenendo occhio vigile e straordinario sulla gestione dei nuovi presidi da costruire. Gli emendamenti vengono ritirati tutti e due ma la risposta “informale” e interlocutoria del Mef sull’1.04 di Ciccio Cannizzaro conserva un paio di schiaffi intelligenti ma anche qualche carezza. Della serie, riparliamone ma in altra sede e sotto altre forme, magari più politiche.
«Si rappresenta che la Regione Calabria – scrive il Mef – è già commissariata per l’attuazione del piano di riqualificazione del Servizio sanitario regionale (c.d. piano di rientro) e fra i punti del mandato commissariale compare la programmazione degli investimenti da attuare necessariamente in coerenza con la programmazione delle reti di offerta e con gli obiettivi di efficientamento del patrimonio immobiliare. Si tratta, dunque, di una attività che si colloca nell’ambito di una più vasta operazione di programmazione/ristrutturazione sanitaria e di efficientamento delle infrastrutture che deve garantire una complessiva coerenza delle diverse azioni da intraprendere. La previsione, invece, di un commissariamento ulteriore con l’attribuzione di compiti disgiunti da quelli della programmazione sanitaria (definizione delle reti di offerta, dei piani di efficientamento, etc.) può determinare situazioni di deficit di coordinamento a livello programmatorio e conseguenti azioni dei commissari fra loro incoerenti/confliggenti. Pertanto, nel rimettere al prudente apprezzamento politico, qualora la proposta emendativa dovesse avere ulteriore corso, deve necessariamente essere integrata prevedendo “il necessario coordinamento del piano di interventi con la generale programmazione delle reti di offerta sanitaria regionale e nel rispetto dell’equilibrio economico”».
Tradotto dall’arido ma non perfido burocratese, non deve costare nulla questa specie di nuovo commissario sugli ospedali e in ogni caso riparliamone in forma più politica e complessiva in altra sede.
Cannizzaro poi lo ritira del tutto l’emendamento 1.04. Che in ogni caso sarebbe stato bocciato, sia pure in forma “gentile”. Resta il dato politico, girato a chi di competenza e cioè al commissario Occhiuto. Su cinque emendamenti “sanitari” uno non è stato mai caricato a sistema, uno approvato, uno bocciato e due ritirati.
Eppur si muove, però, per Roberto Occhiuto. Che annuncia tra qualche settimana l’uscita dal commissariamento della sanità di Calabria. Lo dice solo lui al momento ma solo perché nessuno lo ha chiesto a nessun altro…



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