Il Giappone vieta l’uso della app DeepSeek nei ministeri

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‘Preoccupazioni sulla gestione delle informazioni personali’

Di Redazione |

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TOKYO, 08 FEB – Il governo giapponese invita i
dipendenti dei ministeri e delle agenzie governative ad
astenersi dall’utilizzare l’intelligenza artificiale (IA)
sviluppata dalla startup cinese DeepSeek, a causa di
“preoccupazioni sulla gestione delle informazioni personali” da
parte della società. Lo ha annunciato il capo di gabinetto
Yoshimasa Hayashi durante una conferenza stampa, in concomitanza
con la partenza del premier nipponico Shigeru Ishiba negli Stati
Uniti per il vertice con il presidente Donald Trump.
Le istituzioni governative che utilizzano applicazioni che
riguardano l’intelligenza artificiale generativa, dovranno
ottenere un’approvazione preventiva all’interno della propria
organizzazione specificando l’ambito e gli scopi d’uso. “I
ministeri e le istituzioni competenti che si occupano di questo
problema lavoreranno insieme per affrontare la questione delle
intelligenze artificiali, inclusa l’app DeepSeek”, ha detto
Hayashi, aggiungendo che verranno istituiti quadri
internazionali di cooperazione con le istituzioni governative di
altri Paesi per raccogliere informazioni sul tema.
Il software di intelligenza artificiale relazionale di
DeepSeek, diventata in poco tempo l’app più scaricata dell’Apple
Store, continua ad attirare molta attenzione, in particolare tra
gli alleati Usa, poiché, nonostante i costi di sviluppo
relativamente bassi rispetto ai giganti statunitensi del
comparto, ha superato in molti indicatori di prestazione la
concorrente Chat GPT di OpenAI, lanciata lo scorso anno con
investimenti multi miliardari. Le ultime decisioni in materia in
Giappone, seguono quelle analoghe adottate in Corea del Sud,
Taiwan, e Australia. In Italia il Garante della privacy ha
inviato una richiesta di informazioni all’App cinese per
chiarire numerosi aspetti legati al trattamento dei dati
personali degli utenti, e i “potenziali rischi per milioni di
cittadini italiani”.
Secondo gli analisti è solo l’inizio di una lotta per il
dominio tecnologico nell’IA che vedrà contrapposti gli Stati
Uniti e la Cina. In questa direzione vanno i tentativi di
Washington di restringere le vendite alle imprese cinesi dei
chip più avanzati.

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