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Dopo il preludio agli Stati Generali di novembre in cui la Federazione ha ospitato Igor Bezinović, autore e regista di Fiume o Morte!, e l’incontro di avvicinamento a Reggio Emilia con lo storico Federico Carlo Simonelli, l’operazione Guastafeste con cui decostruire il mito di Fiume e di D’Annunzio prende la rincorsa ed è pronta a spiccare il volo… E che rincorsa!
La pellicola di Igor ha trionfato al festival di Rotterdam portando a casa il Tiger Award e sta per arrivare in sala in Italia dopo la prima a Fiume – Rijeka a cui ha partecipato anche Federico in veste di consulente del film assieme allo storico Ivan Jeličić.
Il film esce ufficialmente il 17 febbraio, ma in alcune città sarà possibile vederlo in anteprima.
Giovedì 14 febbraio alle 20:30 al cinema Giorgione di Venezia (ci sono solo 220 posti, perciò vi suggeriamo di acquistare il biglietto online)
15 e 16 febbraio a Trieste – Trst e Gorizia
Sappiamo già anche che il 19 febbraio sarà a Pordenone e Udine, ma aspettiamo di avere ulteriori informazioni con i vari aggiornamenti su sale e orari che pubblicheremo sul canale Telegram della Federazione.
Vi aspettiamo subito dopo a Brescia con altri due appuntamenti legati all’operazione Guastafeste, il 22 febbraio per un trekking urbano e il 27 per la proiezione del film. Restate sintonizzati per i dettagli che la Storia si sta facendo sempre più interessante!
Nel frattempo vi lasciamo con una recensione del film di Mariana E. Califano e un brevissimo video fatto da Igor dopo la sua tappa in Cirenaica e vi anticipiamo che domani su Giap! uscirà un approfondimento di Nicoletta Bourbaki, lo troverete a questo link a partire dalle 9 del mattino.
Quando la Storia diventa un gioco di specchi: “Fiume o morte!” di Igor Bezinović
Immaginate di raccontare una delle pagine più controverse della storia italiana a chi non ne sa nulla. Meglio ancora: immaginate di farlo proprio nel luogo dove tutto è accaduto, ma dove oggi quella storia sembra essere scivolata via come acqua sul marmo. È questa la sfida che Igor Bezinović raccoglie con il suo sorprendente Fiume o morte!, una docu-fiction che riesce nell’impresa di farci ri-pensare all’avventura dannunziana con occhi nuovi e mente aperta.
Non aspettatevi costumi d’epoca sfarzosi o attori in pose drammatiche: Bezinović sceglie una strada del tutto diversa. Mette in scena la storia dell’Impresa di Fiume attraverso i volti e le voci degli abitanti di oggi, lasciandoli parlare nel loro dialetto fiumano, creando un effetto straniante che funziona alla perfezione. È come se passato e presente dialogassero di continuo creando alcuni cortocircuiti illuminanti e a tratti esilaranti.
La vera magia del film sta proprio qui: nel modo in cui trasforma quello che poteva essere l’ennesimo polveroso documentario storico in qualcosa di vivo e pulsante. E non pensiate che questo significhi sacrificare il rigore storico sull’altare dell’intrattenimento. Grazie alla consulenza dello storico Federico Carlo Simonelli, esperto di D’Annunzio e ricercatore al Vittoriale, ogni dettaglio è accuratamente verificato, eppure è come se la storia venisse raccontata al bar, tra un caffè, una risata e una divagazione filosofica.
Uno degli aspetti più affascinanti emerge quando il film esplora il modo in cui gli attuali abitanti di Fiume vedano (o meglio, non vedano) la figura di D’Annunzio. È qui che si apre uno scenario quasi surreale: mentre in Italia il Vate continua a essere celebrato come un gigante della cultura, a Fiume il suo nome suscita per lo più alzate di spalle e sguardi perplessi. È come se due universi paralleli si incontrassero, rivelando quanto la memoria storica possa essere selettiva e influenzata dalle narrazioni nazionali.
Bezinović fa qualcosa di ancora più intelligente: invece di cedere alla tentazione di una messa in scena patinata (come ha fatto, per esempio, Joe Wright con la sua serie M – Il figlio del secolo), mantiene un approccio quasi spartano che però risulta molto efficace. È come se ci dicesse: “Guardate la storia per quello che è, senza filtri e senza abbellimenti”.
Particolarmente brillante è l’analisi della “macchina comunicativa” dannunziana. Attraverso documenti fotografici dell’epoca, il film ci mostra come molte delle strategie del “poeta soldato” abbiano anticipato quelle del fascismo. Un tema che risuona in modo inquietante oggi, mentre assistiamo a tentativi di riscrittura della storia da parte di diverse forze politiche europee.
Fiume o morte! è come una di quelle conversazioni brillanti che ti capita di fare con qualcuno che sa rendere la storia più avvincente di qualsiasi fiction. È un film che ti fa ridere e pensare, che ti diverte e ti inquieta, che ti fa vedere il passato con occhi nuovi e ti fa riflettere sul presente. È la dimostrazione che si può fare un documentario storico che non annoia mai, che rispetta i fatti ma sa anche come renderli avvincenti.
In un’epoca in cui troppo spesso la storia viene banalizzata o strumentalizzata, questo film ci ricorda che c’è un modo per raccontarla che è insieme rigoroso e coinvolgente, serio e giocoso, profondo e accessibile. Ed è proprio questo equilibrio magistrale a rendere Fiume o morte! un’opera che merita di essere vista e discussa.
In un’epoca segnata dalla crescita dell’ultra-nazionalismo nel contesto europeo contemporaneo, il film affronta il passato in modo giocoso, non come un capitolo chiuso, ma come una realtà vivente. Se non ci confrontiamo con il passato come parte del nostro presente, esso continuerà a ripresentarsi in modi che non solo rappresentano un monito per il futuro, ma mettono anche a rischio la possibilità stessa di una convivenza equa e di un’esistenza vivibile non solo per coloro che hanno il potere di affermarsi. (Motivazione della Tiger Jury per l’assegnazione del premio a Fiume o Morte!)
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