Nominativi che ricorrevano spesso. Una casualità che non torna e per questo ritenuta sospetta dagli investigatori della procura di Frosinone.
Per incidenti stradali avvenuti tra soggetti diversi e in circostanze di tempo e luogo lontane tra loro, si ripetevano oltre allo stesso studio legale che patrocinava gli infortunati, pure le medesime compagnie di noleggio per ottenere le auto sostitutive e gli stessi fisioterapisti per la riabilitazione post incidente. Sono alcuni degli elementi valorizzati, nel corso delle indagini, dalla procura di Frosinone che ha riunito più fascicoli (anche su denuncia delle assicurazioni) e ha finito con l’ipotizzare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alle frodi assicurative. L’associazione, per chi indaga, si muoveva con un modus operandi ben preciso, potendo contare su avvocati, fisioterapisti, procacciatori, carrozzieri e perfino testimoni che, a volte, ricorrevano con una frequenza anch’essa ritenuta sospetta dagli investigatori.
L’inchiesta, condotta da guardia di finanza e polizia stradale, ha portato il sostituto procuratore Samuel Amari a formalizzare la richiesta di arresti domiciliari per sei persone (quattro avvocati, una segretaria di studio e il suo compagno) e di obbligo di dimora per altre due (i fisioterapisti). Nella settimana che va a concludersi gli otto indagati, assistiti dagli avvocati Christian Alviani, Alfonso Amato, Antonio Perlini, Nicola Ottaviani, Giuseppe Spaziani, Claudia Padovani e Gian Marco De Robertis, sono stati interrogati preventivamente – come prescrive la nuova legge – e sono in attesa che il gip Ida Logoluso tiri le somme e decida se accogliere o respingere le richieste della procura.
Non escluso nemmeno che, alla luce, di quanto dichiarato e della documentazione prodotta dagli indagati (che hanno respinto le accuse), che si possano effettuare più mirati accertamenti. Le indagini si sono basate sulle intercettazioni telefoniche, con gli indagati molto accorti a non sbilanciarsi troppo, temendo di essere intercettati, soprattutto dopo che avevano scoperto di essere nel mirino della procura. Le investigazioni, però, sono andate avanti ugualmente ascoltando persone informate sui fatti, indagati e attraverso perizie grafologoiche che confermassero la tesi della procura che le procure alle liti per trascinare in giudizio le assicurazioni restie a pagare gli indennizzi e le sottoscrizioni per noleggiare le auto sostitutive fossero contraffatte, come avrebbero dichiarato alcuni degli interessati ascoltati dalla polizia giudiziaria.
A muoversi erano inizialmente tre legali, colui che viene considerato il capo, promotore e organizzatore del sodalizio, e due suoi colleghi. Poi – in base a quanto accertato dalla procura – sarebbe entrato in gioco anche un quarto professionista. Questo perché le compagnie di assicurazione non avrebbero gradito trattare due volte con lo stesso studio legale, una prima volta per liquidare la pratica sul danno materiale, e una seconda in ordine alla richiesta di risarcimento per l’auto sostitutiva. Il veicolo veniva preso a noleggio sempre presso le due stesse società, anche da persone che tra loro non si conoscevano e nonostante le società in questioni non fossero minimamente pubblicizzate, nemmeno sul web. Circostanza quest’ultima ritenuta sospetta dagli investigatori al pari del ricorso sempre alle stesse strutture sanitarie, per l’accusa, fittizie e anch’esse inesistenti sul web.
Tuttavia, a un certo punto qualcosa inizia a rompersi.
Il titolare di una delle società di autonoleggio decide di farsi da parte. Secondo l’accusa lo avrebbe fatto perché in disaccordo col modus operandi degli avvocati. Anche se formalmente autonomo – ritiene l’accusa – il legale che istruiva le pratiche sui fermi tecnici avrebbe comunque dovuto rendere conto al collega accusato di essere capo e promotore dell’associazione. L’imprenditore, chiudendo i rapporti, si sarebbe lamentato del fatto che le sue auto venivano concesse a persone che non ne avevano diritto perché non assicurate o non coinvolte nei sinistri o perché – più semplicemente – trattandosi di danni di modesta entità, non avevano provveduto a riparare i mezzi. I contratti e anche le chiavi dei mezzi da noleggiare – secondo l’accusa – erano già pronti, a disposizione dei clienti, in alcune carrozzerie e nello studio legale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link