Milano e gli arbitri battono la Dinamo

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Non basta una grande prova ai sassaresi, che nonostante gli infortuni e una pessima direzione di gara mettono paura all’Olimpia cedendo solo negli ultimi secondi

Milano, gli arbitri e la sfortuna, che ha tolto di mezzo prima Bibbins e poi Tambone usciti sanguinanti dal parquet battono 78-72 una grandissima Dinamo, che esce tra gli applausi dei suoi tifosi. I sassaresi sono rimasti in partita nonostante tutto, sino alla fine, quando il talento e la maggior freschezza di Milano, hanno prevalso sul cuore e sul carattere di una Dinamo che ha davvero messo paura alla corazzata lombarda. Significative le braccia al cielo del coach ospite Messina al suono della sirena. La fotografia più chiara della fatica che le blasonate scarpette rosse hanno dovuto fare per tornare al nord con due punti in più.

Peccato per l’arbitraggio a senso unico e decisamente di basso livello, con tre o quattro decisioni clamorose soprattutto nella prima parte, quando i tre moschettieri in grigio ne hanno fatto davvero di tutti i colori, dimostrando di essere in confusione totale. Peccato anche per gli infortuni subiti durante la gara da Bibbins, che ha abbandonato il campo nel secondo quarto e da Tambone, infortunatosi allo zigomo nel terzo periodo.

Con Sokolowski ormai recuperato e l’innesto di Rashawn Thomas, Bulleri lascia in tribuna Gazi, ma non per scelta tecnica, bensì per un infortunio subito dalla guardia cipriota nel match con Cholet. Bibbins c’è ma è stato recuperato in extremis dopo la botta subita nella gara di Fiba Eurocup, che lo aveva costretto a saltare la fase finale della partita.

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Tanti gli applausi per l’ex Ousmane Diop al quale il presidente della Dinamo Stefano Sardara consegna una maglia celebrativa prima della palla a due. Cappelletti e Veronesi partono in quintetto con Bendzius, Fobbs e Halilovic. Milano difende forte e blocca fallosamente le prime azioni offensive del Banco che segna così i suoi primi punti dalla lunetta con Veronesi e Bendzius (4-4). Il primo mini break è ospite (4-8) con i punti di Bolmaro, ma Fobbs dall’angolo la ribalta e da il primo vantaggio a Sassari, che con Halilovic e una spettacolare schiacciata di Bendzius in contropiede allunga ulteriormente (13-8), per il contro break di 9-0 che costringe Messina al time out dopo 4’e 10” di gioco. Milano è solo Bolmaro (10 punti), sono i suoi canestri a riportare sotto le scarpette rosse, che con Gillespie dalla lunetta chiudono la rimonta a quota 15 e mettono la freccia con Ricci dall’arco (15-18). La gara è avvincente e punto a punto, Sassari c’è e risponde colpo su colpo ai più quotati avversari. Thomas fa il suo esordio a 2.45 dalla fine del quarto, che termina 22-21 per i Giganti.

L’impatto di Thomas non è dei migliori, l’americano fatica a trovare il ritmo e commette due falli in pochi minuti, così Bulleri lo richiama in panca e getta nella mischia Vincini. Il giovanotto fa subito la voce grossa sotto i tabelloni, rendendosi protagonista di una bella giocata che frutta un 1/2 dalla lunetta. In campo c’è equilibrio. A 6.49 dall’intervallo Bibbins finisce a terra nel tentativo di recuperare una palla vagante, si rialza e si dirige dritto negli spogliatoi, con due denti in meno e un taglio sulla lingua, che di fatto lo estromettono definitivamente  dalla partita. I fischi degli arbitri lasciano molti dubbi e casualmente vanno sempre a svantaggio dei sassaresi, aiutando gli ospiti ad allungare (27-33 con 5.28 sul cronometro). La direzione è scandalosa, mai visto niente di simile, Bulleri si prende un tecnico per un invasione di campo dopo l’ennesima invenzione dei direttori di gara, che o sono scarsi o sono nel pallone, mentre la terza ipotesi non vogliamo neanche prenderla in considerazione. Nonostante le ingiustizie subite a ripetizione la Dinamo reagisce con rabbia e rimane aggrappata alla partita. Curioso come le continue proteste di Messina non vengano mai sanzionate. La sudditanza esiste eccome. Sassari chiude sotto di due il secondo periodo (40-42), ma è pienamente in gara, nonostante tutto. Gli ospiti sono sopra 19 a 15 nel computo dei rimbalzi. Tra i dati più o meno simili, spicca la differenza di viaggi in lunetta, la Dinamo ha 7/10, l’Olimpia 14/16. Bolmaro (12pt.) da una parte e Cappelletti (9pt.) dall’altra, sono i top scorer a metà gara.

Entrambe le squadre difendono con grande aggressività, per questa ragione non si segna tanto. Milano fa circolare bene la palla, con pazienza e tanti extra pass alla ricerca della migliore soluzione possibile. L’infortunio di Bibbins costringe ad un extra minutaggio Cappelletti, che con l’andare dei minuti perde lucidità. Sassari dopo 24 minuti inizia ad accusare la stanchezza per il grande impegno profuso contro una squadra dal roster infinito e perde per la prima volta veramente contatto, scivolando a -7 sul 42-49. Milano va a +9 e Bulleri prova a dare più sostanza sotto le plance con Vincini e Thomas.

Ricci da tre porta a 10 i punti di vantaggio dei biancorossi lombardi che con i cambi di lato trovano impreparata la difesa sassarese, bucata anche da Tonut (46-59). Coach Messina si arrabbia coi suoi e continua a passeggiare impunemente sul campo, quando Sokolowski infila la bomba del 51-59. Intanto anche Tambone colpito duro e sanguinante (senza che gli arbitri fischino niente), va negli spogliatoi. Il terzo periodo termina con l’Olimpia saldamente al comando sul 51-61. Gli uomini di Messina hanno trovato la chiave per colpire con continuità e in difesa hanno fatto valere la loro fisicità e ciò che gli arbitri gli hanno consentito. Sassari, limitata nelle rotazioni e con qualche uomo non al top (Sokolowski e Thomas) ha accusato un po’ di stanchezza che le è costata il break.

Sokolowski da tre riporta a -5 il Banco, anche il pubblico prova a fare la sua parte. Ancora il polacco, dopo un canestro di Dimitrijevic mette un’altra bomba (61-65) e la riapre a 6.40 dalla sirena. Il talento dell’Olimpia però è infinito e come se non bastasse, ci si rimettono gli arbitri a fischiare chirurgicamente, continuando a tollerare le plateali proteste di Messina ad ogni fischio contrario (davvero pochi ed evidenti). La Dinamo ha un cuore grande come una casa e resta li; quando Thomas segna il canestro del -1 (66-67 con 4.24 sul cronometro) il PalaSerradimigni esplode e l’allenatore ospite chiama un time out. Ma è la successiva bomba di Veronesi a far esplodere i tifosi e a dare il sorpasso (69-67) a 3.35 dalla sirena. Dopo un altro fischio dubbio degli arbitri che comandano una palla a due, quando sembrava evidente un “abbraccio” di un avversario non sul pallone ma su un giocatore biancoblù, serve la classe di Shields a Milano per venir fuori dalle sabbie mobili con un tiro da tre (69-72). Halilovic va in lunetta a 2 giri di lancette dalla sirena, ma fa solo 1/2, Dimitrijevic segna un gran canestro, gli risponde Thomas (72-74), sbaglia Milano, sbaglia Sassari, l’Olimpia recupera una palla che sembrava in mano a Sassari e Shields in penetrazione capitalizza con il canestro del +4 per gli ospiti con 15 secondi e 7 decimi sul cronometro. Bulleri lo ferma con un time out, ma la situazione ora è decisamente complicata per i biancoblù. Veronesi in uscita dai blocchi manda sul ferro la tripla del -1. Leday infila i liberi che chiudono il match. Vince Milano 72-78, Sassari si prende gli applausi.

 

Dinamo Banco di Sardegna – Olimpia Milano 72-78

Progressione quarti: 22-21/ 40-42 /

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Dinamo: Cappelletti 11, Bibbins, Piredda, Trucchetti, Halilovic 9, Fobbs 11, Tambone 4, Veronesi 11, Bendzius 7, Vincini 1, Sokolowski 10, Thomas 8. Coach Massimo Bulleri

Olimpia: Dimitrijevic 15, Mannion 8, Causeur 1, Tonut 1, Bolmaro 14, LeDay 14, Ricci 8, Flaccadori, Diop 3, Caruso, Shields 7, Gillespie 6. Coach Ettore Messina

Arbitri: Rossi, Perciavalle, Borgo

I commenti in sala stampa

Ettore Messina: “Contenti perchè era la terza partita in cinque giorni con viaggi molto lunghi. Ci eravamo disuniti contro la buona difesa di Sassari, poi abbiamo reagito. Shields ha segnato un canestro molto importante da tre alla fine, in una giornata nella quale avevamo alcuni giocatori affaticati. Sassari ha giocato una bellissima partita con molto coraggio”.

Massimo Bulleri: “Grandi complimenti ai miei giocatori per come hanno approcciato e per come hanno reagito alle difficoltà, infortuni di Bibbins e Tambone. nonostante questo dal -13 siamo andati a + 2 e questo è un bellissimo segnale per la coesione del gruppo e per il futuro. Alla fine i canestri di Dimitrijevic hanno fatto la differenza, frutto di qualità individuale, bravo lui. Per il resto troppi rimbalzi di differenza, pesano. Difensivamente abbiamo tenuto Milano sotto media, nell’ultimo minuto loro hanno avuto qualcosa in più dal punto di vista delle giocate individuali. L’arbitraggio? Non voglio commentarlo, ci tengo invece a sottolineare la spinta che ci ha dato il nostro pubblico e la tranquillità necessaria per giocare ad armi pari anche stando sotto nel punteggio. E’ stata una spinta forte e sono convinto che la avremo anche nelle prossime partite in casa. Tanti quintetti oggi? Abbiamo fatto di necessità virtù, soluzioni diverse con ruoli diversi per cercare di cambiare le carte in tavola, ma molte di queste soluzioni sono state dettate dalla mancanza fisica di giocatori. Thomas ha fatto vedere qualcuna delle cose per le quali è stato chiamato qui, ma ha sulle gambe due soli allenamenti con noi e non era onesto aspettarsi qualcosa di più”.

Giovanni Veronesi: “Abbiamo approcciato bene, l’abbiamo preparata bene sulla fisicità. Siam stati bravi a rimanere li e a tornare punto a punto alla fine, peccato per le ultime situazioni che potevano darci anche la vittoria. Sapevamo di giocare contro una squadra di Eurolega, dispiace non averla portata a casa dopo avercela giocata, ma guardiamo avanti e pensiamo alla prossima. Questa è la strada giusta, siamo stati cattivi e pronti alla battaglia, son cose che dobbiamo portare in campo sia con avversari come Milano che con tutte le altre squadre. Ora senza la coppa avremo la possibilità di continuare a lavorare e crescere”.

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Aldo Gallizzi



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