Luca e Rino Spadoni hanno comunicato la chiusura dello negozio di abbigliamento e attrezzature sportivi. Stiamo parlando di “Play Sport”, storico punto vendita di piazza Azzarita 1 che dopo oltre 50 anni abbassa le serrande.
Registrati alla nuova sezione Dossier BolognaToday
Lecito pensare che i cantieri e l’eliminazione di diversi posti auto della zona abbiano influito sulla decisione dei titolari. La Lega invece ne è certa: “Un’altra attività vittima dei cantieri voluti dalla Giunta – scrive in una nota il capogruppo in Comune, Matteo Di Benedetto – che, però, non ha predisposto le misure necessarie a colmare le mancanze economiche causate alle attività che insistono nei pressi dei lavori”.
“Da prima che iniziassero i cantieri – continua il leghista – denunciamo il rischio di chiusura degli esercizi commerciali limitrofi. Abbiamo proposto più volte l’istituzione di un fondo finalizzato a colmare i danni che i cantieri causano. La risposta della maggioranza è sempre stata negativa e, ora, un altro esercizio commerciale ne paga il prezzo. Vi è una chiara responsabilità politica in tutto questo. Serve un cambio di passo o questo sarà solo l’ennesima chiusura di tante”.
Il “cantierone” di via Riva Reno, pro e contro: opinioni a confronto – VIDEO
Sulla stessa linea, Giorgio Gorza di UBCC – Una Bologna Che Cambia: “Un negozio storico del centro massacrato dai cantieri e dai problemi che affliggono via Riva Reno e via San Felice – scrive sui social – I lavori per il canale e il tram stanno devastando un’intera categoria. Mentre il sindaco si presenta nelle piazze di periferia date in mano ai centri sociali per inaugurare le panchine arcobaleno (mi riferisco a quanto accaduto in Piazza Mickiewicz in S.Donato) le attività e le istituzioni locali vanno in malora, chiudendo e conclude – È ormai più di un anno che stiamo sollecitando le istituzioni a prendere una presa di posizione aiutando gli esercenti, nulla è stato fatto, in passato abbiamo dato dimostrazione di saper puntare bene i piedi per farci sentire, non mancheremo a questo punto di far arrivare a palazzo d’Accursio il nostro pieno e totale dissenso”.
A settembre, un’altra attività aveva annunciato la chiusura: “Pretesto”, il negozio di birre artigianali provenienti da ogni dove: “Alcuni problemi c’erano da anni, ma il cantiere del tram è stata la ciliegina sulla torta, il colpo di grazia”, aveva detto il titolare a Bologna Today.
“Il cantiere non aiuta”
“Un colpo al cuore anche per noi”, dice alla ‘Dire’ il titolare Luca Spadoni. Prima il negozio “era ancora più grande”, perché ai due lati dei locali attuali “comprendeva sia la banca che il locale di un collega. E’ stato un viaggio straordinario”, ha scritto la famiglia Spadoni in un comunicato diffuso sui social, aggiungendo che “la decisione di chiudere non è stata facile”.
Il motivo risale al tempo delle chiusure del Covid “sicuramente la prima botta più significativa”, dice Spadoni. Dopo in realtà “c’è stata un po’ di ripresa”, continua il titolare, ma comunque gli aumenti dei prezzi hanno continuato a incidere. “Si vende, non è che non si vende, il problema vero – prosegue Spadoni- è che per vendere devi fare sempre più promozioni, sconti e online. Facciamo anche noi tutto, quindi cambiano i margini e di conseguenza non valgono più la pena l’investimento e il rischio”.
In più, nella zona sono arrivati i cantieri del tram che “sicuramente non aiutano”, dice Spadoni. Infine, “tre mesi fa ho perso il papà – racconta l’attuale titolare di Play Sport – che era il mio braccio destro. Anzi, ero io il suo braccio destro… E quindi, a grande malincuore, abbiamo deciso”.
“È stato deviato il traffico e i posti auto non ci sono più” continua Spadoni. Però questo “non è un concetto politico” e non si tratta di dire se il tram “è bello o brutto, cosa che non discuto”, afferma Spadoni: è che “tecnicamente” si sono aggiunte delle difficoltà. In particolare, “i clienti anche di fuori Bologna, che non sono abituati ad accedere al centro e non si muovono con grande facilità – sottolinea Spadoni – magari decidono di non entrare più in questa fase storica. È chiaro che il cantiere non ci aiuta e ora è un problema enorme, nell’immediato. È stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Da Play Sport, intanto, lavorano oggi quasi dieci persone: “Sono tutte cresciute con noi e quindi c’è un rapporto familiare”, afferma Spadoni, aggiungendo che “insieme cercheremo di trovare per loro un prosieguo e di dare un aiuto nel ricollocamento”. E i locali, che sono di proprietà della famiglia? “In futuro speriamo di poterli affittare”, conclude Spadoni: “Ci sono delle trattative in corso ma ancora nulla di concreto”.
Tutti concordi i commentatori social
Tanti i messaggi scritti sul profilo social del negozio: “Stanno metodicamente distruggendo la città: centro blindato non accessibile e privo di parcheggi, tariffe folli per i parcheggi pubblici (vedi zona fiera), limiti a 30 km/h, trappole per fare multe a go go. Prendono soldi a più non posso dalle nostre tasche per sprecarli in maniera irrispettosa – si legge – Ricordiamocelo quando andremo a votare: questa giunta comunale non deve essere rieletta”, oppure “Che dispiacere! Uno degli ultimi negozi di articoli sportivi, con personale qualificato, che si vede costretto a chiudere a causa della miopia di un sindaco e di una giunta che pensano solo ad aprire cantieri e a rendere impossibile gli spostamenti in una città che non è una mega metropoli. Tanto a loro cosa interessa, ci sono i centri commerciali, con le solite catene di negozi con articoli di scarsa qualità e personale sfruttato e impreparato”.
“Ci sono posti a Bologna che ci sono sempre stati e voi siete uno di quelli e vederli andare via è un po’ come se se ne va un amico”. “Ennesima perla del commercio bolognese che chiude grazie a una amministrazione imbarazzante, che ha paralizzato completamente il centro città con cantieri inutili e costosi. E a chi dice ‘eh, ma i fondi del PNRR andavano utilizzati a scadenza’, faccio notare che non sono a fondo perduto, che pagheremo altissimi tassi di interesse e che potevamo farne a meno. Ma no…bisogna far vedere che l’amministrazione lavora, occuparsi di tombini e canali da mantenere puliti per far defluire le acque? Questo mai. Solo inutili e pompose opere per poi presentarsi orgogliosi al taglio del nastro inaugurale. Siamo in mano a venditori di fumo”.
Iscriviti al canale Whatsapp di BolognaToday
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link