La ricchezza delle famiglie italiane si compone principalmente di liquidità sui conti correnti, investimenti finanziari e proprietà immobiliari. L’analisi della distribuzione e la composizione di questa ricchezza offre una panoramica dettagliata delle abitudini economiche degli italiani e delle disuguaglianze presenti:
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Quanti soldi hanno gli italiani in liquidità sul conto corrente -
Quanti soldi investono gli italiani in attività finanziarie -
Quanti soldi hanno gli italiani in investimenti immobiliari
Quanti soldi hanno gli italiani in liquidità sul conto corrente
Secondo la Banca d’Italia, il totale dei depositi bancari italiani ha subito una crescita negli ultimi anni. Nel 2019, i depositi ammontavano a 1.063 miliardi di euro, cifra che è salita a 1.137 miliardi nel 2020. A fine 2021, il valore è aumentato ulteriormente a 1.240 miliardi, per poi raggiungere 1.262 miliardi nell’estate 2022.
Un aspetto fondamentale per comprendere il fenomeno dei depositi bancari in Italia è la distribuzione della liquidità tra le diverse fasce di popolazione.
Alla fine del 2020, il numero totale dei conti correnti bancari e postali in Italia era pari a 75,9 milioni, in leggero calo rispetto al 2019. In media, ogni famiglia possiede più di due conti, ma nelle famiglie più abbienti questo numero può superare facilmente le tre unità.
La Banca d’Italia suddivide i risparmiatori in base alle dimensioni dei loro conti,:
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il 77% dei conti bancari in Italia contiene meno di 12.500 euro, una quota che nel 2019 era al 78,8%, segnalando una leggera riduzione della fascia più povera di risparmiatori. -
il 15,3% ha depositi tra 12.500 e 50.000 euro, una percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti. -
il 6,9% dei conti correnti contiene somme comprese tra 50.000 e 250.000 euro. -
solo lo 0,4% dei depositi ha un saldo tra 250.000 e 500.000 euro. -
infine, un’esigua minoranza, lo 0,2% dei conti, contiene più di 500.000 euro, circa 115.000 depositi bancari.
Questi ultimi, pur essendo numericamente pochi, detengono una quota considerevole della liquidità totale. Infatti, il 9,1% della ricchezza bancaria italiana è detenuta da questa piccola frazione di risparmiatori, sottolineando l’alto livello di concentrazione della ricchezza nel Paese.
Quanti soldi investono gli italiani in attività finanziarie
Negli ultimi dieci anni, la composizione del portafoglio delle attività finanziarie degli italiani ha subito cambiamenti e il Censis ha analizzato questi mutamenti.
Uno degli aspetti emersi dallo studio riguarda la liquidità detenuta in contanti. Nonostante il suo valore reale sia ancora del 37,7% superiore rispetto al 2013, nel biennio 2022-2023 ha subito una contrazione pari all’11,1%. Questo calo è legato all’effetto dell’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto dei risparmiatori e incentivato il trasferimento delle risorse verso strumenti finanziari più redditizi.
Tra le tendenze più rilevanti c’è il ritorno in auge dei titoli pubblici. Dal 2013 al 2023, il valore reale di questi strumenti è aumentato del 15,6%, ma è stato nel solo biennio 2022-2023 che si è registrato un vero e proprio boom, con una crescita dell’81%. Questo fenomeno è stato alimentato dai rendimenti più elevati offerti dai Btp e dagli altri titoli di Stato, che hanno attratto sia piccoli risparmiatori che investitori istituzionali.
L’andamento delle azioni e delle partecipazioni societarie nel portafoglio delle famiglie ha invece mostrato una crescita del 41,8% in termini reali nel periodo 2013-2023. Nell’ultimo biennio 2022-2023, il valore di questi asset ha subito una leggera flessione del 2,1%, segno di una maggiore volatilità nei mercati azionari e di un atteggiamento più prudente da parte degli investitori italiani.
Anche le quote di fondi comuni di investimento hanno seguito una traiettoria simile: nel decennio 2013-2023 hanno registrato un aumento del 35,9%, ma nel biennio 2022-2023 si è verificata una contrazione del 3,5% per una riduzione della fiducia in questo tipo di strumenti finanziari nel breve termine.
Quanti soldi hanno gli italiani in investimenti immobiliari
lla fine del 2023, il 53,8% della ricchezza lorda era costituito da attività non finanziarie, con le abitazioni che pesavano per circa il 45% del totale. A questa componente si aggiungono gli immobili non residenziali, che sono un altro 5,5% della ricchezza complessiva.
Il restante 3,3% del patrimonio non finanziario è costituito da terreni, impianti e macchinari, mezzi di trasporto, apparecchiature ICT, risorse biologiche coltivate e altre opere.
L’apprezzamento degli immobili ha un impatto diretto sulla ricchezza netta delle famiglie, influenzando non solo il valore patrimoniale complessivo, ma anche la capacità di accesso al credito e il livello di fiducia dei consumatori. La correlazione tra il mercato immobiliare e il benessere finanziario delle famiglie è dunque evidente: le oscillazioni del valore delle abitazioni possono incidere sulla percezione della sicurezza economica e sulle decisioni di spesa e investimento dei cittadini.
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