AssoBio: Il biologico è l’agricoltura del futuro per la salute del pianeta

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(AGENPARL) – Roma, 10 Febbraio 2025

La Presidente Nicoletta Maffini ospite su Rai TG1 Mattina e Officina Italia per parlare dell’eccellenza del settore biologico, delle sue sfide e dell’importanza di riconoscere il valore del marchio europeo “Foglia Verde”.

“Un prodotto alimentare di origine biologica può essere definito tale solo quando è stato realizzato con i princìpi della produzione organica: non deve e non può contenere quindi OGM (organismi geneticamente modificati) e sostanze chimiche di sintesi come pesticidi, insetticidi, sostanze diserbanti e concimi.

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Proviene da un’agricoltura pulita e sostenibile, che tiene anche conto della rotazione delle colture, indispensabile per nutrire i terreni. L’agricoltura biologia è l’agricoltura del futuro!”.

Lo ha detto la Presidente di Assobio, Nicoletta Maffini, collegata in diretta su Rai Uno a TG1 Mattina, durante l’approfondimento dedicato al mondo del biologo e alla sostenibilità di mercoledì 29 gennaio 2025.

La presenza di Maffini ha rappresentato un’occasione per aumentare ulteriormente la visibilità di un settore in crescita: nel corso del 2024, infatti, il 93% dei consumatori ha acquistato almeno un prodotto biologico, contribuendo a una crescita di mercato del 203% negli ultimi dieci anni (2012-2023). Nel dettaglio, il fatturato 2023 dei prodotti biologici venduti in Italia ha raggiunto i 5,5 miliardi di euro, posizionando di diritto il Belpaese tra i leader mondiali nella produzione, trasformazione ed esportazione di prodotti biologici. Tuttavia, la sfida principale rimane il consumo interno che in Italia rappresenta solo il 3% del mercato, mentre in Europa la media è dell’11%. “Occorre spiegare di più e meglio al consumatore il valore del biologico: il cibo è salute e la salute passa dal piatto. Ecco perché è molto importane scegliere i prodotti giusti, bisogna inoltre far comprendere il valore del cibo, dalla produzione agricola fino al processo di trasformazione e di distribuzione” – ha continuato Maffini durante il suo intervento su Officina Italia, trasmesso sabato 1° febbraio da Rai tre. Sono stati inoltre coinvolti diversi associati che hanno portato il loro contributo con video delle filiere ed interviste.

Tra i temi toccati c’è la corretta informazione sulle etichette che risulta essenziale per insegnare come distinguere i veri prodotti biologici da quelli che, pur usando green claims come “residuo zero”, non appartengono a questa categoria. “La ‘foglia verde’ europea è il marchio che certifica un vero prodotto biologico. A differenza di un prodotto ‘residuo zero’, che può provenire da un’agricoltura tradizionale, il biologico segue un percorso chiaro che parte dal campo. Se il prodotto è mono ingrediente, esso deve essere 100% biologico, mentre per i prodotti composti da più ingredienti, almeno il 95% deve provenire da coltivazioni biologiche” – ha spiegato Maffini.

Sempre parlando di agricoltura, è emerso poi come il biologico si dimostra anche più “resiliente” rispetto agli shock energetici e ai conflitti globali. Nell’attuale contesto di globalizzazione, infatti, la tendenza delle imprese è puntare su una fitta rete commerciale e sull’efficienza dell’intera filiera, dalla produzione alla trasformazione. Elementi chiave sono la transizione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, che necessitano di una protezione adeguata delle rese agricole. In questo scenario, il mutuo soccorso tra imprese è importante, che sia aggregazione di filiera o aggregazione in distretti. Esempi di successo in tal senso provengono dalle realtà socie AssoBio intervistate: dalle Marche, la Cooperativa Gino Girolomoni, racconta come nel Pesarese (dove c’è il distretto biologico più grande d’Europa con oltre 2000 operatori) sia noto lo slogan “La biodiversità ci unisce”.

In Campania, a Capua, 19 aziende agricole si sono unite sotto il marchio Amico Bio per produrre 30.000 quintali di frutta e verdura di alta qualità.

L’innovazione è un altro pilastro del settore: l’agricoltura biologica si distingue per la sua capacità di innovare attraverso la ricerca e l’uso di tecnologie avanzate. Le scelte di aziende virtuose, anch’esse socie AssoBio, come Probios, che investe in ricerca e sviluppo, Salumificio Pedrazzoli, che adotta il principio del “benessere animale”, o Aboca, che si basa su innovativi studi di biologia molecolare e medicina sistemica per conoscere “l’intelligenza della natura”, sono esempi di come il biologico possa essere anche sinonimo di qualità e innovazione.

Ma la strada per la transizione è aperta e percorribile altresì dalle aziende convenzionali interessate ad avviare un processo di conversione al biologico. Con il supporto delle istituzioni e di associazioni come AssoBio, le imprese possono ricevere guida e accompagnamento in questo percorso. Anche la questione dei prezzi dei prodotti è importante: “Il differenziale rispetto ai prodotti industriali, di media va dal 10% al 30%, il lavoro in questo caso è differente: si tratta di un’ agricoltura rispettosa dell’ambiente, che nutre e non impoverisce i terreni, il rispetto dei cicli determina rese inferiori, ci sono inoltre i costi di certificazione che devono essere sostenuti dalle imprese stesse – ha spiegato Maffini – senza dimenticare che il bio è attento alla giusta remunerazione dell’agricoltore, cosa che non sempre accade per i prodotti industriali coltivati con un’agricoltura intensiva”.

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AssoBio, conclude la Presidente, continua a impegnarsi per sostenere le imprese del settore biologico e promuovere pratiche agricole sostenibili. L’associazione, che riunisce 140 aziende, chiede alle Istituzioni un supporto economico maggiore attraverso la defiscalizzazione degli oneri di certificazione e la riduzione dell’IVA, con l’obiettivo di stimolare la crescita dei consumi e supportare i cittadini, contribuendo così a un futuro migliore per tutti.



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