Abbiamo trovato un documento vecchio di vent’anni. Anzi, ventuno. Eppure, sembra di oggi. Perché i temi al centro del dibattito su Ast, futuro, energia, crisi e affini, rimbalzano nelle cronache dei giornali e nelle agende politiche da quattro lustri, almeno. E al netto del fatto che le cose siano cambiate, che la “grande fabbrica” non sia più la stessa – anche se resta locomotiva, a rilento, dell’economia del territorio – e che nel frattempo di alternative valide allo sviluppo economico e sociale di Terni e del suo comprensorio non ne sono state trovate o non sono state adeguatamente valorizzate, le questioni di oggi restano quelle di ieri: trasporti e costi energetici. Senza i quali, viale Brin nicchia. Ricatto o meno, l’aspetto realmente drammatico è che a leggere il resoconto stenografico della discussione sugli “Interventi volti a valorizzare il sito siderurgico di Terni” del maggio del 2004, ci si rende conto che nulla è cambiato.
L’interrogazione porta la firma di Enrico Micheli, ternano già sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ministro dei lavori pubblici e deputato. I mesi sono quelli “caldi” della vertenza del magnetico e l’onorevole Micheli ricorda cosa è accaduto e cosa sta accadendo.
“Il 18 febbraio 2004 – dice in aula rivolto all’allora ministro delle attività produttive Antonio Marzano (il capo del Governo era Silvio Berlusconi, ndr) – fu firmato, in sua presenza, il verbale di riunione tra azienda e sindacati per definire il piano di interventi relativi al sito siderurgico di Terni. Con ciò si poneva momentaneamente termine al duro scontro che aveva visto mobilitarsi non solo la città di Terni, ma la stessa realtà nazionale, attraverso le forze politiche, i sindacati e la stessa opinione pubblica. Da allora, in un quadro di maggiore tranquillità, è proseguito il confronto tra azienda e sindacati in sede locale. Resta irrisolto il problema del piano industriale (non è stato ancora presentato dall’azienda) e il punto dell’accordo in cui l’azienda, a supporto dell’attuazione del piano industriale, chiede al Governo e alle istituzioni locali di provvedere alla realizzazione degli interventi ritenuti necessari al conseguimento dell’obiettivo di valorizzazione del sito, con riferimento al settore dell’energia e delle infrastrutture”.
“Il Governo – rispondeva il ministro Marzano – ha acquisito innanzitutto la decisione di trasferire la titolarità della produzione dell’acciaio magnetico a grano orientato dalla Thyssen Krupp Electrical Steel alla Acciai Speciali Terni (Ast). Ciò ha consentito una regolare ripresa delle attività nello stabilimento ternano. Collateralmente, il Governo ha avviato incontri tecnici con la società e le istituzioni locali al fine di definire gli interventi indispensabili per sostenere la valorizzazione del sito. Nello specifico, sono stati avviati confronti con il ministero delle infrastrutture per i costi di logistica, mentre la direzione energia del ministero delle attività produttive si è attivata per le iniziative mirate al contenimento dei costi energetici (…). La soluzione potrebbe essere trovata nella realizzazione di un impianto di produzione di nuova tecnologia e ad alto rendimento per quanto riguarda l’energia, gestito anche in regime di autoproduzione, su cui sono in corso approfondimenti tecnici tra le amministrazioni interessate per un primo apprezzamento sulla fattibilità”.
“In questo contesto – proseguiva il ministro – come misura transitoria di accompagnamento alla realizzazione del piano industriale, il Governo ha espresso l’impegno ad adottare le misure anche di breve periodo utili a stabilizzare il prezzo e le condizioni di fornitura dell’energia elettrica ai livelli attuali, per un arco di tempo necessario alla realizzazione dei nuovi investimenti. Misure motivabili queste, in sede comunitaria, come strumenti di supporto all’attuazione del piano di ristrutturazione, che, come tali, potrebbero essere compatibili, dunque, con la normativa che vieta il ricorso agli aiuti di Stato e con il contesto di liberalizzazione del mercato elettrico europeo, già in avanzato stato di attuazione e che si completerà il primo luglio 2007”.
Il ministro Marzano faceva – probabilmente – riferimento all’ipotesi della costruzione di una centrale a turbogas da 800 mW nella zona di Treie di Narni. Ipotesi contro la quale ci fu una vera e propria sollevazione popolare e istituzionale. Le alternative (struttura più piccola o in altro luogo) non furono percorribili, tanto è vero che il tema costo energia è ancora centrale. Così come resta centrale il nodo infrastrutture che, a onor del vero, qualche passo avanti sembra averlo fatto, primo fra tutti il collegamento con Civitavecchia. Anche se, vent’anni per una strada restano comunque un’eternità.
“Signor ministro – concludeva il suo intervento l’onorevole Micheli – lei sa che per la competitività di questa azienda, così importante per la città di Terni, per l’Umbria e per l’Italia centrale, la questione dell’energia, a cui lei ha accennato nella sua relazione, e la questione della viabilità sono tremendamente importanti”. Micheli, tra gli applausi “dei deputati del gruppo della Margherita, Dl-L’Ulivo”, così come riporta il resoconto stenografico, definì “articolarmente importante” la questione viabilità, “perché la società Acciai speciali Terni ha un suo ingresso al porto di Civitavecchia; conseguentemente, il completamento della ferrovia Viterbo-Civitavecchia e il completamento della superstrada sono elementi cardine per poter stabilire in termini concreti una competitività aziendale destinata ad esistere ancora nel futuro”. Futuro che però oggi appare più che mai passato.
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