Esposto del DIS contro Lo Voi, la procura di Perugia indaga su quella di Roma

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Scontro tra 007 e magistratura? L’indagine sulla rivelazione di segreto scatta dopo il caso Almasri. Interviene il CSM

La procura di Perugia ha avviato un’indagine sulla possibile rivelazione di segreto da parte della Procura di Roma, guidata da Francesco Lo Voi, la stessa che ha recentemente iscritto nel registro degli indagati la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi nell’ambito del caso Almasri. L’indagine è partita dopo un esposto del DIS (Dipartimento che coordina i servizi segreti), l’organo che coordina i servizi segreti italiani e che risponde proprio a Mantovano e alla presidente del Consiglio Meloni. Le motivazioni alla base dell’esposto riguardano la possibile diffusione di un documento inviato dall’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) ai pm di Roma, che stavano indagando sugli accessi alle banche dati da parte degli agenti segreti per raccogliere informazioni su Gaetano Caputi, capo di gabinetto del governo. Tutto ha avuto inizio, infatti, quando Caputi si è rivolto alla Procura di Roma chiedendo di identificare le fonti giornalistiche che hanno diffuso dettagli su alcuni accessi ai database effettuati da agenti dei servizi segreti nei suoi confronti.


Dove sta il problema?

Questi accessi, stando all’informativa dell’AISI, erano legittimi, ma, una volta che il documento è stato inserito negli atti dell’inchiesta, i giornalisti del quotidiano “Domani”, a loro volta indagati per violazione del segreto istruttorio, ne hanno pubblicato il contenuto. Una circostanza che avrebbe scatenato la reazione dell’intelligence e di Palazzo Chigi, che ritengono che quelle informazioni non avrebbero mai dovuto essere rese pubbliche. Per il momento, nessuno è formalmente indagato, ma l’obiettivo degli inquirenti è chiarire se ci sia stata una violazione della legge che regola la gestione degli atti riservati dei servizi segreti. Per il DIS, la normativa impone di non rendere consultabili o distribuire documenti di questo tipo e, per questo, ha ipotizzato che la pubblicazione del documento in questione potrebbe configurare una violazione dell’articolo 42, comma 8, della legge n. 124 del 2007. Tuttavia, per la Procura capitolina, almeno per quanto riguarda questa questione, le cose stanno diversamente. Questo perché l’articolo stabilisce che, se l’autorità giudiziaria ordina l’esibizione di documenti classificati, gli indagati possono visionarli, ma non ottenerne copia. Il procuratore Francesco Lo Voi, però, non avrebbe ordinato al DIS l’esibizione del documento, ma avrebbe semplicemente chiesto i nomi degli agenti coinvolti, specificando che la richiesta poteva essere ignorata in presenza di “ragioni ostative”. Una differenza non di poco conto, visto che, se non c’è stato un ordine formale, non si può nemmeno applicare l’articolo 42, comma 8. Ad ogni modo, uno degli elementi più controversi riguarda proprio la presenza, nel documento reso pubblico, dei nomi degli agenti dei servizi segreti che avevano effettuato gli accessi ai database. Secondo alcuni esperti – ha spiegato Repubblica – questi nomi non avrebbero dovuto comparire affatto in un documento classificato come “riservato” e non come “segreto” o “segretissimo”. Dunque, l’errore potrebbe derivare dall’AISI stessa, che avrebbe dovuto garantire maggiore protezione ai propri operatori.


La procura di Perugia e l’affondo del CSM contro Lo Voi

Ora spetta alla procura di Perugia determinare se la pubblicazione del documento da parte dei giornalisti del quotidiano “Domani” abbia effettivamente costituito una violazione del segreto d’ufficio o meno. In altre parole, l’indagine dovrà stabilire se la procedura seguita a Roma abbia rispettato le normative vigenti sulla tutela delle informazioni classificate o se ci sia stata una divulgazione impropria di dati riservati. Raffaele Cantone, procuratore capo di Perugia, ha chiarito che l’iscrizione del fascicolo è avvenuta nel rispetto delle normative vigenti, precisando che Perugia riceve frequentemente esposti contro magistrati romani e che l’apertura di un’indagine non implica necessariamente responsabilità penali. Sul fronte politico, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) è già stato investito dalla polemica. I consiglieri laici di centrodestra del CSM – ha fatto sapere “Il Corriere della Sera” – hanno avviato una pratica contro Lo Voi, ventilando addirittura l’ipotesi di un suo trasferimento da Roma o l’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Da parte sua, Lo Voi resta fermo sulla correttezza del suo operato, circostanza che dovrebbe essere portata prossimamente all’attenzione del Copasir, l’organo parlamentare che esercita la funzione di controllo sull’operato dei servizi segreti. Infine, a rendere il quadro ancora più complesso c’è un altro elemento: l’esposto del DIS è arrivato solo pochi giorni dopo che Lo Voi aveva trasmesso al Tribunale dei Ministri il fascicolo sul caso Almasri, coinvolgendo direttamente Meloni, il sottosegretario Mantovano e i ministri Piantedosi e Nordio. Una circostanza che ha indotto a ipotizzare che l’azione dei servizi segreti contro Lo Voi possa essere una sorta di ritorsione o, quantomeno, un segnale di forte pressione nei suoi confronti.

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Foto © Davide de Bari

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