Anche nel 2025 sarà ancora il tempo di prendere la pensione anticipata con opzione donna. Una misura che da anni è in funzione e che anche nel 2025 potrà essere sfruttata. Parliamo di quello che in origine si chiamava regime contributivo sperimentale donna.
Una misura rimasta ancora sperimentale, perché da tempo viene confermata anno dopo anno e mai resa strutturale. Nelle varie proroghe qualcosa è cambiato.
La misura ha avuto diverse modifiche. Ecco quindi una sintetica guida alla misura, anche per quante, per via della cristallizzazione del diritto possono sfruttare ancora le versioni precedenti della stessa misura presentando domanda all’INPS.
La pensione 2025 per le donne: la guida a Opzione Donna 2025
Con opzione donna in passato potevano andare in pensione tutte le lavoratrici che rispettavano i requisiti previsti e senza vincoli di platea. Oggi invece possono andare in pensione solo le lavoratrici che rientrano in determinate categorie.
Non basta più aver completato i requisiti previsti entro la fine dell’anno precedente come la misura da sempre funziona. Infatti per opzione donna i requisiti anagrafici e contributivi che sono prefissati, vanno completati entro la fine dell’anno precedente quello del pensionamento. Nel 2025 serviranno:
- almeno 59 anni di età;
- almeno 35 anni di contributi versati.
La nuova versione di opzione donna, come sfruttarla nel 2025
Come dicevamo, la versione 2025 di opzione donna è particolare perché è limitata come platea. Alla pari delle versioni dei due anni precedenti. infatti molto è cambiato dal 2023. Prima di allora in pensione con opzione donna si poteva andare, sempre con 35 anni di contributi e con:
- almeno 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti;
- almeno 59 anni di età per le lavoratrici autonome.
Opzione donna oggi invece è limitata a determinate lavoratrici che appartengono ad altrettanto determinate categorie che sono:
- invalide al 74% almeno;
- caregivers che da almeno 6 mesi convivono con un parente disabile grave sotto legge 104 bisognoso di assistenza;
- licenziate o addette di grandi aziende che hanno avviato tavoli di risoluzione della crisi aziendale in sede ministeriale.
Adesso contano pure i figli avuti
Ma c’è dell’altro. Perché se è vero che oggi opzione donna consente alle categorie prima descritte di andare in pensione a 59 anni, è altrettanto vero che non tutte possono uscire a questa età.
Per il limite anagrafico c’è da fare un distinguo in base ai figli avuti per invalide e caregivers. Solo se hanno avuto 2 o più figli possono uscire a 59 anni di età. Perché se ne hanno avuti uno l’età sale a 60 anni e senza figli avuti sale a 61 anni.
Come è evidente, siamo di fronte ad un netto taglio di platea, che esclude molte lavoratrici dalla misura. Resta però possibile sfruttare la versione di opzione donna valida fino al 2022. Purché i requisiti da maturare siano stati completati entro il 31 dicembre 2021.
Parliamo della cristallizzazione del diritto alla pensione, che per opzione donna è un fattore che va considerato. Infatti chi ha maturato entro il 31 dicembre 2021 almeno 58 anni di età ed almeno 35 anni di versamenti, se è stata una lavoratrice dipendente, potrà andare in pensione anche nel 20235 a prescindere dalle platee di riferimento prima citate.
E se invece è una lavoratrice autonoma o lo è stato, ecco che basta che al 31 dicembre 2021 siano stati completati i 59 anni di età.
Le penalizzazioni delle pensioni con opzione donna
Una possibilità questa che apre alla pensione a chi oggi ha un’età di 62 anni per esempio. Ma resta pur sempre un canale di uscita abbastanza favorevole dal punto di vista dei requisiti.
Perché come tutti sanno bisogna avere 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. E bisogna arrivare a 41,10 anni di versamenti per le donne, per centrare la pensione anticipata ordinaria. Certo, per opzione donna resta il fardello del ricalcolo contributivo della pensione.
Che limita l’importo dell’assegno percepito soprattutto per chi al 31 dicembre 1995 aveva già 18 anni di versamenti. Un fardello che comunque man mano che passano gli anni diventa meno pesante visto che sono sempre meno le lavoratrici che hanno a fine 1995 una carriera talmente lunga.
Infatti sono sempre di più i contribuenti che hanno, a prescindere da tutto, una sempre maggiore fetta di pensione che rientra già automaticamente nel penalizzante calcolo contributivo.
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