Sam Altman e Elon Musk, alle origini della «guerra». Il primo incontro, la fondazione di OpenAI e la rottura tra invidia e denunce: «Solo un venditore di fumo»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


di
Massimo Gaggi

Sam Altman, che ha rifiutato una proposta di Musk e di una cordata di imprenditori di acquistare OpenAI per 97 miliardi di dollari, è stato in passato legatissimo al fondatore di Tesla. Li accomunava una visione«cauta» sull’AI – che poi Altman ha abbandonato, in favore di un approccio più aggressivo

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Luglio 2015. Elon Musk festeggia il suo 44esimo compleanno in un resort di campagna, nella Napa Valley. Dopo cena lui e il fondatore di Google, Larry Page, discutono, seduti su un prato, davanti a un falò, del futuro dell’intelligenza artificiale. Page disegna la sua utopia digitale: un futuro nel quale le macchine si fondono con gli uomini. Altre intelligenze si affiancano a quella umana: competono per la conquista delle risorse e vinca il migliore. Musk replica che, se ciò accadrà, le macchine distruggeranno l’umanità. Page gli dà dello speceist: uno che rinuncia a sviluppare le nuove forme di vita digitale del futuro per difendere la sua specie. Musk lo considera un insulto: rompe l’amicizia con Page (senza fissa dimora nella Silicon Valley, andava spesso a dormire a casa sua) e comincia a pensare a un progetto alternativo a quello di Google. Poche settimane dopo invita a cena Sam Altman che aveva conosciuto qualche anno prima e del quale era diventato un po’ il mentore. Quella sera, nella dining room del Rosewood Hotel di Menlo Park, nasce OpenAI.

Quando, qualche anno prima, un comune amico lo aveva portato a visitare SpaceX, Altman era rimasto folgorato dalle tecnologie missilistiche di Musk, ma soprattutto dal suo modo di ragionare e dall’assoluta certezza che trasudava dalle sue parole quando parlava della colonizzazione di Marte. «Lui è il benchmark della determinazione» raccontò, poi, ammirato, ai suoi amici. Ma anche Elon, di certo uno non generoso quando si tratta di giudicare il prossimo, mostrava grande considerazione per quel giovane manager: appena trentenne, Altman era già riuscito a promuovere, attraverso il suo acceleratore, YCombinator, lo sviluppo di nuove tecnologie in vari campi, dall’informatica alla biomedicina, alla genetica. Dal 2014 i due si scambiavano email nelle quali analizzavano i rischi connessi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI).





















































Entrambi convinti che, se sviluppata senza controlli e senza una visione etica ma solo a fini di profitto, quella ricerca avrebbe potuto generare mostri. Deep Mind, allora leader assoluta nella ricerca sulla AI era stata appena acquistata da Google che, dimenticate le sue origini da impresa che voleva fare il bene dell’umanità, era ormai diventata una regina della Borsa, formidabile macchina per produrre profitti. Quella sera Elon e Sam decidono di creare un laboratorio di ricerca sull’AI capace di surclassare Deep Mind, concepito come una fondazione filantropica: un’impresa guidata non dalla ricerca del profitto, ma da una vera volontà di fare il bene dell’umanità, offrendo a tutti il frutto delle loro innovazioni: da lì il nome OpenAI. Sam pensa a un progetto da 100 milioni di dollari, Musk punta subito più in alto: un miliardo. Per arrivarci coinvolge i suoi amici della PayPal Mafia, da Peter Thiel a Reid Hoffman. Poi, in realtà, il grosso dei soldi ce li mette lui, mentre entrano nel gruppo due computer scientist geniali: Ilya Sutskever e Greg Brockman.

Impegnato a far crescere Tesla, SpaceX e le altre sue aziende, Musk lascia la gestione di OpenAI ad Altman. Tutto fila liscio fino al 2018 quando arriva all’improvviso lo scontro e la rottura. Altman si convince che per andare avanti nell’AI servono risorse imponenti: la formula della società non profit non basta più. Elon lo accusa di tradimento dei patti dai quali è nata OpenAI e se ne va sbattendo la porta. Prima lascia il consiglio d’amministrazione parlando genericamente di conflitti d’interesse, poi esce totalmente, rimpiazzato da Microsoft. Sam sostiene che, in realtà, Musk se n’è andato dopo aver tentato, senza riuscirci, di conquistare il controllo totale del laboratorio di ricerca.

Col tempo emergerà anche un’altra, possibile interpretazione: Musk, guardandosi intorno, si convince che la strada imboccata da OpenAI per sviluppare la nuova tecnologia non è quella più promettente. Meglio la via scelta da Google-DeepMind che, in effetti, l’anno dopo mette a punto la rivoluzionaria tecnologia dei transformer. È open source e Sutskever, il genio di OpenAI, la adotta per sviluppare modelli sempre più potenti, ma dati in uso a pochi utenti selezionati. Finché Altman – forse temendo che altri arrivino prima di lui o forse per moltiplicare la base dei dati su cui lavorare e far affluire nuovi finanziamenti – chiede ai suoi tecnici di preparare una versione dei modelli di AI facile da utilizzare, da offrire a tutti: con ChatGPT, lanciata nel novembre del 2022, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, fin lì riservata a pochi, diventa patrimonio universale. Successo clamoroso, Altman conteso dai capi di governo di tutto il mondo diventa un globetrotter che diffonde il verbo della nuova tecnologia, acclamato ovunque in convegni e dibattiti televisivi.

Musk, insidiato nel suo ruolo di star planetaria della tecnologia, non la prende bene: crea in fretta e furia la sua xAI e il modello Grok, accusa il suo ex pupillo di aver tradito i principi etici che avevano stabilito insieme al momento di lanciare OpenAI e di essersi messo nelle mani di Microsoft. Poi cerca di rallentare la corsa degli sviluppatori dell’AI mettendo insieme un gruppo di oltre mille scienziati e imprenditori che chiedono di arrestare per sei mesi ogni attività di ricerca. Impossibile da ottenere e controllare, forse solo un tentativo di Musk di avere tempo per recuperare terreno.

Intanto, però, anche Sutskever e altri consiglieri d’amministrazione della società non profit che controlla OpenAI si convincono che la controllata for profit creata da Altman per far entrare Microsoft, stia ormai guidando le danze. Novembre 2023: il board della società filantropica si riunisce senza Altman (è a Las Vegas a vedere le prove del Gran premio di Formula 1) e lo licenzia. Sam torna precipitosamente in sede, organizza la resistenza, ingegneri e computer scientist minacciano dimissioni in massa. I consiglieri fanno marcia indietro e invitano Altman a tornare al suo posto. Di nuovo ai comandi, Altman accelera verso la trasformazione di OpenAI in società commerciale in partnership con Microsoft. A febbraio 2024 Musk reagisce trasformando la sua vecchia critica in una denuncia davanti a un tribunale californiano. A giugno, a sorpresa, i suoi avvocati ritirano la denuncia. Perchè sta per essere respinta? Perché è partita una trattativa sotterranea? Mentre i reporter cercano di capire, Musk lancia, ad agosto, un’altra denuncia, stavolta contro Microsoft, oltre che contro OpenAI, accusandole di pratiche monopolistiche. Nel frattempo Elon è diventato anche un protagonista della politica americana a fianco di Trump. A novembre, mentre viene annunciato che avrà un ruolo nel futuro governo repubblicano uscito dalle urne, presenta una nuova e più aggressiva denuncia contro OpenAI.

Il resto è storia recente: come gli altri tycoon della Silicon Valley da sempre ostili a Trump, anche Altman va a Mar-a-Lago a rendere omaggio al nuovo presidente. Sam fa di più: benché attaccato continuamente da Musk che arriva ad accusarlo di aver usato «perfidia ed inganno in proporzioni shakespeariane», sul palco di un festival tecnologico si dice terribilmente triste per l’atteggiamento di Elon che definisce «il mio mega hero». E ancora: lo ammiro per ciò che ha realizzato ma soprattutto perché «ha spinto tutti, me compreso, a porci obiettivi più ambiziosi».
La tregua dura poco: quando Altman compare alla Casa Bianca affiancato da Larry Ellison di Oracle e Masayoshi Son, capo di SoftBank, per annunciare Stargate, un piano da 500 miliardi di dollari per lo sviluppo di infrastrutture per l’intelligenza artificiale, Musk non si ferma nemmeno davanti a Trump che benedice e fa sua l’iniziativa: la ridicolizza, dice che Altman e i suoi partner stanno vendendo fumo. Afferma non hanno i soldi. Poi il lancio, a sorpresa, di una cordata per conquistare OpenAI.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

11 febbraio 2025 ( modifica il 11 febbraio 2025 | 15:44)

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link