Trump: «Ho sentito Putin per porre fine al conflitto»

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di
Viviana Mazza

Ma non dà dettagli sul piano. Il Cremlino non conferma né smentisce. Waltz: garanzie di sicurezza in capo all’Europa. Gelo di Zelensky

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In un’intervista con il New York Post, il presidente Donald Trump ha detto di aver parlato con Vladimir Putin al telefono per cercare di porre fine alla guerra in Ucraina, indicando che i negoziatori russi vogliono incontrare gli americani. «È meglio che non ve lo dica», ha replicato Trump alla domanda su quante volte abbiano parlato. Ha aggiunto di credere che Putin si preoccupi per il numero di morti sul campo di battaglia e di avere un piano per porre fine al conflitto ma non ne ha esposto i contenuti. «Spero che sia rapido, c’è gente che muore ogni giorno», ha affermato. E poi, rivolgendosi al consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, ha ripetuto: «Facciamo questi incontri. Loro vogliono incontrarci. Ogni giorno c’è gente che muore. Soldati giovani e belli, giovani come i miei figli. Da entrambi i lati». Il Cremlino non ha voluto né confermare né smentire la notizia della telefonata, ma nei giorni scorsi il capo della commissione della Duma per gli Affari internazionali Leonid Slutsky ha detto che il lavoro per preparare i contatti tra Mosca e Washington era «in uno stadio avanzato».

Entrambi i leader hanno detto di essere pronti a incontrarsi, alternando l’adulazione alle minacce. Waltz, intervistato ieri da Nbc, non ha confermato se Trump abbia parlato con Putin, dicendo solo: «Ci sono molte conversazioni sensibili in corso». I diplomatici americani saranno in Europa questa settimana per «discutere i dettagli su come porre fine alla guerra e che cosa significherà avere entrambi i campi seduti al tavolo», ha aggiunto il consigliere per la sicurezza nazionale, reiterando che gli Stati Uniti sono pronti a imporre dazi e sanzioni se la Russia non collabora ma anche a ridiscutere gli aiuti a Kiev. 




















































«Il presidente è pronto a mettere tutto sul tavolo questa settimana, incluso il futuro degli aiuti americani all’Ucraina. Dobbiamo recuperare i costi e ci sarà una partnership con l’Ucraina per le loro terre rare e le risorse naturali, il loro petrolio e il gas, ma anche per l’acquisto delle nostre risorse». Trump ha detto di volere un accordo da 500 milioni di dollari con Zelensky per le terre rare e il gas in cambio di garanzie di sicurezza in un potenziale accordo di pace; il leader ucraino si è mostrato aperto all’idea. Ma Waltz ha sottolineato anche che il «principio sottostante» per l’amministrazione Trump sarà che gli europei «dovranno prendersi la responsabilità di questo conflitto. Il presidente Trump vi porrà fine e poi, in termini di garanzie di sicurezza, questo sarà direttamente con gli europei».

Paragonando i leader europei a «cagnolini» di Trump, Putin ha detto di recente che presto «si siederanno obbedienti ai piedi del patrone scodinzolando dolcemente». «Non possiamo essere tagliati fuori — dice all’Ansa un alto funzionario Ue — perché qualsiasi accordo si sostiene solo con l’Europa». 

Il vicepresidente Usa J.D. Vance incontrerà Zelensky alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco (14-16 febbraio); ci saranno il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato per Ucraina e Russia Keith Kellogg. «Solo questa settimana, la Russia ha lanciato oltre 1.260 bombe, quasi 750 droni d’attacco, più di 10 missili sul nostro popolo», scrive Zelensky su X. E all’Associated Press dice che Putin vuole parlare con Trump tagliando fuori Kiev, ma alla fine «saboterà» i negoziati.  

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