La Russia è responsabile del crimine di aggressione?

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All’inizio di febbraio, una coalizione di 37 Paesi ha fatto un importante passo avanti nello sforzo di ritenere i leader russi responsabili dell’invasione dell’Ucraina. Questa coalizione, che include tutti gli Stati membri dell’Unione europea, ha annunciato “progressi significativi” verso l’istituzione di un tribunale speciale per il crimine internazionale di aggressione contro l’Ucraina. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato il significato storico del momento. “Quando la Russia ha scelto di far passare i suoi carri armati oltre i confini dell’Ucraina, violando la Carta delle Nazioni Unite, ha commesso una delle violazioni più gravi: il crimine di aggressione. Ora, la giustizia sta arrivando”, ha commentato. La Russia è accusata di aver commesso una vasta gamma di crimini in Ucraina. I russi sarebbero coinvolti nel sistematico attacco contro i civili ucraini con il bombardamento di abitazioni, infrastrutture critiche, chiese e scuole. I crimini russi includono anche: stupro, tortura, deportazione di massa di adulti e bambini, sparizioni forzate ed esecuzione di soldati ucraini che si erano arresi.

Coloro che hanno commesso e favorito ciascuno di questi crimini individuali devono affrontare la responsabilità legale. Tuttavia, i progressi di questo mese per istituire un tribunale internazionale mirano a colmare una lacuna evidente nella responsabilità legale. Attualmente, la Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia è autorizzata a perseguire i cittadini russi per il crimine di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, ma non è in grado di ritenere i leader russi responsabili della decisione di lanciare l’invasione. Questa incapacità di perseguire i leader russi per il crimine di aggressione è un problema significativo. Dopotutto, il tentativo di Vladimir Putin e di altri leader russi di sottomettere l’Ucraina è un caso emblematico che implica profonde conseguenze per il futuro della sicurezza internazionale. L’esito della guerra della Russia in Ucraina rivelerà se i cittadini di tutti i Paesi potranno continuare a vivere in sicurezza all’interno dei confini della propria nazione, così come internazionalmente riconosciuti, o dovranno temere future invasioni, occupazioni e annessioni. Consacrati nella Carta delle Nazioni Unite come “integrità territoriale” e “sovranità statale”, i principi sfidati dall’invasione russa dell’Ucraina avevano retto alla prova del tempo dopo la Seconda guerra mondiale. Queste regole di base sono la pietra angolare dell’attuale architettura di sicurezza internazionale.

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Sostengono silenziosamente ogni accordo diplomatico, economico e militare esistente nel mondo, plasmando l’ambiente che ci circonda in modi che pochi notano e quasi tutti danno per scontati. Se alla Russia fosse permesso di rivendicare la vittoria o addirittura di riuscire a mantenere uno qualsiasi dei territori riconosciuti dell’Ucraina, il mondo intero dovrebbe affrontare una svolta verso un nuovo periodo oscuro nelle relazioni internazionali governate esclusivamente dal “principio del più forte”. Ciò inevitabilmente comporterebbe una nuova corsa globale agli armamenti. L’invasione della Russia e il tentativo di annessione illegale di cinque province ucraine in una guerra di conquista sono ampiamente riconosciuti dalla comunità internazionale come un crimine di aggressione. Ad esempio, nel marzo 2022, una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sostenuta da una schiacciante maggioranza di 141 Stati membri ha condannato “l’aggressione contro l’Ucraina in violazione della Carta delle Nazioni Unite” da parte della Russia. Il crimine di aggressione è un crimine di leadership.

I perseguiti devono essere leader militari e politici. Personaggi come il presidente russo Vladimir Putin e altri alti funzionari del Ministero della Difesa e del Ministero degli Esteri russi potrebbero potenzialmente essere accusati di aver commesso tale crimine. Rimane improbabile che qualsiasi russo di alto rango possa essere costretto a presentarsi di persona al processo, ma anche procedimenti celebrati in contumacia potrebbero avere gravi ripercussioni per la Russia. Rimangono importanti interrogativi circa quale forma legale debba avere un simile tribunale. Al momento sono al vaglio diverse opzioni. L’Europa sta svolgendo un ruolo di primo piano per assicurare che giustizia sia fatta. Il quadro giuridico proposto sarà ora esaminato attentamente per vedere se sussistano impedimenti all’azione penale contro leader in carica, tra cui il capo di Stato russo e altri alti funzionari del Cremlino. Altro aspetto in esame è quello del finanziamento di tale tribunale e la sua ubicazione.

Attualmente, L’Aia sembra essere l’opzione più probabile in quanto ospita già la Cpi, la Corte internazionale di giustizia e il Centro internazionale per l’accusa del crimine di aggressione, istituito da Eurojust (l’Agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea) nel 2023. L’accordo di questo mese su un potenziale tribunale è stato accolto con favore da Kyiv. Le autorità ucraine hanno dimostrato di sapersi avvalere dei meccanismi legali internazionali per perseguire i crimini russi sin da quando Mosca ha invaso per la prima volta l’Ucraina nel 2014. Gli studiosi di diritto hanno più volte esaltato gli sforzi legali ucraini come esempio di nazione che “contrasta l’imperialismo attraverso il diritto internazionale”. Oltre l’effettiva rilevanza, sotto il profilo legale, di questo passo verso la creazione di un tribunale per i crimini russi contro l’Ucraina, la larga condivisione di tale scelta non è meno significativa. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non è una mera “questione di confine”, ma piuttosto un assalto diretto al sistema di regole internazionali che hanno visto, negli ultimi decenni, gli Stati Uniti svolgere un ruolo fondamentale. Rappresenta un attacco alla credibilità degli Usa sulla scena mondiale. Alti funzionari dell’Amministrazione Trump hanno recentemente inquadrato l’invasione della Russia come una questione in cui “entrambe le parti” devono fare delle concessioni.

Tuttavia, stabilire la natura unilaterale dell’aggressione criminale russa costituirebbe un opportuno riconoscimento dei sacrifici che l’Ucraina e gli ucraini hanno fatto nella lotta per sostenere i principi fondamentali alla base delle relazioni internazionali. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia rimane la guerra più documentata al mondo. Sono state fin qui raccolte così tante prove che risulta impossibile negare la realtà. Le battaglie legali per ritenere la Russia responsabile offriranno la possibilità di dettagliare ulteriormente i crimini commessi dalla Russia in Ucraina. Accettare di non perseguire la Russia per questi crimini, oltre che un atto di profonda ingiustizia, rappresenterebbe una seria sfida per il futuro della sicurezza internazionale.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 12 febbraio 2025 alle ore 10:26



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