L’attacco di Meloni, la «freddezza» di Schlein e Salvini, ecco come i social raccontano il caso Almasri (e le mosse dei leader)

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di
Paolo Decrestina

L’analisi dei post dei capi dei partiti nelle due settimane infuocate aperte dal video con l’avviso di garanzia. La premier genera un terzo dei commenti, Salvini preferisce parlare di Musk e Sicurezza. Gli affondi di Conte

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Due settimane di tensioni, di scontri tra istituzioni e forze politiche. Due settimane aperte da un video postato sui social alle ore 17 del 28 gennaio scorso. Su tutte le piattaforme social, sui canali YouTube e WhatsApp, la premier Giorgia Meloni annuncia di aver ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di peculato e favoreggiamento. Alla fine di queste due settimane, i social media, lì dove tutto era stato lanciato, come hanno reagito al caso Almasri? E quali sono state le scelte politiche dei leader? Andiamo a vedere.

Innanzitutto un primo dato non scontato: i numeri sulla comunicazione dei leader politici italiani rilevati dalla società di analisi DeRev, dimostrano come un tema molto poco «pop» come quello della legittimità o meno del ritorno in patria di un comandante della polizia giudiziaria libica in base a normative e mandati di arresto internazionali, abbia comunque interessato molto la parte politica del dibattito sulle piattaforme.




















































Di tutti i post sul caso Almasri pubblicati su Instagram, Facebook, X e TikTok da Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Carlo Calenda, Matteo Renzi, Elly Schlein e Giuseppe Conte, in totale 686 dal 28 gennaio ad oggi, 53 sono stati dedicati al caso Almasri. Un dato, il 7,7% del totale, che potrebbe sembrare marginale visto il clamore dello scontro tra istituzioni e il coinvolgimento di 4 membri del governo, ma che assume un valore completamente diverso se analizziamo le interazioni che questi 53 post hanno generato, e cioè 1.207.460 su un totale di 6.251.923, il 19,3%. Insomma il 7% della porzione di contenuti politici dedicato a un singolo argomento ha generato quasi il 20% dei commenti». Insomma, il caso ha coinvolto molto i social media. Un dato politico che viene confermato anche dalle ricerche su google, con picchi di search su «Meloni indagata», «Avviso di garanzia Meloni» che hanno superato anche l’interesse sulle vicende legate alla ministra Santanché e alla truffa del finto ministro Crosetto. 

Ma i numeri raccolti da DeRev, inoltre, consentono anche un’analisi dell’azione e delle scelte politiche dei leader. E in questo senso il caso Almasri testimonia ancora la solidità della comunicazione sui social media della premier. L’avviso di garanzia e le tensioni in Aula non spostano affatto l’andamento in salita dei suoi trend social (in due settimane guadagna oltre 16mila nuovi follower). Sommando le varie piattaforme, Giorgia Meloni in due settimane dedica 8 post su 39 al tema (il 20,5%) , di fatto un solo video (quello in cui dà la notizia), e un secondo di molto meno peso. Otto post che generano 582.619 interazioni (circa un terzo del totale dei suoi post e quasi la metà del totale di quelli dedicati da tutti i leader al tema). Il video dell’annuncio è il contenuto che ha generato più interazioni del periodo sui suoi social, sia su Instagram (142mila interazioni) che su Facebook (128mila interazioni). 

Se passiamo dall’altro lato della barricata e andiamo ad analizzare le scelte dell’altra leader, Elly Schlein l’orizzonte cambia totalmente. Sia chiaro, i numeri tra le due non sono paragonabili in termini assoluti. La segretaria del Pd ha 900 mila follower contro gli 11,6 milioni di Meloni, i suoi post nelle ultime due settimane hanno generato 235 mila interazioni (in media 4.485 per post) contro le 1,7 milioni interazioni per Meloni (in media 45.169 per post). Ma la percentuale delle pubblicazioni dimostra come Schlein abbia scelto di dedicare sui social «meno attenzione» al caso Almasri. Solo 2 (18.066 le interazioni, il 7,66% del suo totale) i post della segretaria su tutte le piattaforme (su un totale di 43, il 4,65%). Una scelta in controtendenza, invece, rispetto agli altri leader delle opposizioni, se consideriamo che per esempio Giuseppe Conte, molto attivo in queste settimane con attacchi anche molto duri contro la premier, ha dedicato ad Almasri 12 post (su un totale di 97, il 12,37%) che hanno generato 373.419 interazioni (il 23% del suo totale). Scelta che sembra pagare anche in termini di follower, perché il leader M5S guadagna oltre 19mila nuovi seguaci in 14 giorni. Ma anche Matteo Renzi ha ottenuto oltre il 45% delle sue interazioni col caso Almasri (10 post su 53) e Carlo Calenda il 15,10% (17 post su 206).   

Storia a parte, invece, tornando nella maggioranza, le scelte degli altri leader esaminati, Antonio Tajani e Matteo Salvini. I due, nonostante la vicenda avesse investito quattro elementi del governo di cui loro sono entrambi vice premier, secondo i dati di DeRev scelgono di partecipare molto poco al dibattito social. Il segretario di Forza Italia gli dedica addirittura un solo post su tutte le piattaforme (generando poco più che 3 mila interazioni). Ma se Tajani non ha storicamente un’assidua frequentazione delle piattaforme, sono più significativi i numeri di Salvini,  leone dei social da oltre 10 milioni di follower. Il ministro dei Trasporti in queste due settimane parla del caso del generale libico solo in 3 post su 197 (appena l’1,52%) ottenendo solo il 2,42% delle sue interazioni totali. Fioccano i post su America e sicurezza, le priorità del leghista sembrano altre. 

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11 febbraio 2025 ( modifica il 11 febbraio 2025 | 18:43)

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