Milano, Teatro alla Scala – Decima Sinfonia di Mahler diretta da Daniele Gatti – Connessi all’Opera

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Mai eseguita prima d’ora al Teatro alla Scala, come terzo appuntamento della Stagione sinfonica viene presentata la Sinfonia n. 10 in fa diesis maggiore di Gustav Mahler, nella versione di Deryck Cooke, raramente proposta nei cartelloni teatrali. Com’è noto, la gestazione della sinfonia fu lunga e difficoltosa: Mahler, difatti, stava attraversando una profonda crisi a causa di seri problemi cardiaci e, soprattutto, perché la moglie Alma, l’amata “Almschi”, aveva intrapreso una relazione con il giovane architetto e designer Walter Gropius. Inoltre, venne fagocitato dai preparativi per la prima monacense della sua monumentale Ottava. Il musicista di Kaliště iniziò la composizione nell’estate del 1910 in Alto Adige, a Dobbiaco; essa, però, rimase incompiuta, perché Mahler morì a Vienna il 18 maggio 1911. Prima di morire, riuscì a stilare il piano dell’opera, in cinque movimenti; terminò solamente l’orchestrazione del primo tempo (l’Adagio), mentre gli altri furono orchestrati solo parzialmente o rimasero in forma di abbozzo. Partendo dagli appunti mahleriani, nella seconda metà del Novecento il musicologo inglese Cooke ha provato a ricostruire una performing version della Decima, un tentativo di completamento che rendesse eseguibile e ascoltabile quanto lasciato da Mahler.

Reduce dal meritato successo nelle recite di Falstaff, sul podio della Filarmonica della Scala si impone un interprete di riferimento della musica mahleriana, Daniele Gatti. Gesto preciso e morbido, mai sovraccarico, Gatti sbalza a tuttotondo una lettura di estrema nitidezza e di notevole forza espressiva, tesa a enucleare con intensità ogni singola anima della complessa partitura; un’interpretazione, come spesso accade con il direttore milanese, radicale e a tratti spiazzante, dove nulla è lasciato al caso, nella quale ogni singola dinamica, ogni colore sono lavorati certosinamente di bulino, con naturalezza ed eleganza. Queste molteplici sollecitazioni sono accolte e recepite di buon grado da una Filarmonica coesa e in gran spolvero.

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L’Andante-Adagio, eseguito per l’occasione nella versione originale di Gustav Mahler, è reso come un frastagliato, malinconico, trasfigurato stream of consciousness, in cui si alternano momenti di sobria asciuttezza ad altri di bruckneriana enfasi, densità sonore e trasparenze, accordi deflagranti (quasi dissonanti) e battute delicate e interiorizzate. Il tutto è controllato da Gatti con rigore, tecnica ferrea e mano salda, ottenendo una buona risposta dalla compagine orchestrale.
Il successivo Scherzo. Schnelle Viertel si contraddistingue per l’andamento pungente, irregolare e graffiante, per una patina di ironia caustica e volutamente caricaturale, per il suono sfacciato.
Pennellate fugaci caratterizzano il breve terzo movimento, Purgatorio. Allegretto moderato, venato di sofferenza e drammaticità ma, al contempo, di passione guizzante; in esso, si colgono ricordi del Lied mahleriano “Das irdische Leben”.
Il seguente Allegro pesante. Nicht zu schnell pare una tormentata danza infernale, dall’agogica rapinosa, che trascolora poi in un valzer dolce e sfumato, chiuso da un violento colpo di timpano. Senza soluzione di continuità, Gatti passa subito al conclusivo Finale. Einleitung. Langsam, schwer – Allegro moderato, aperto da corruschi e penetranti colpi di timpano sforzando, in un lugubre confronto con gli altri strumenti giocato su sonorità tetre e meste. La tristezza funerea lascia però presto lo spazio a una trasfigurazione pura e luminosa, di tersa e serena bellezza ideale, intrisa di struggente estasi, quasi fosse una accorata, estrema dichiarazione di amore incondizionato alla moglie Alma (sull’ultima pagina della partitura Mahler scrisse “Für dich leben, für dich sterben!”, ovvero “Per te vivere, per te morire!”). Questa parte è stata rifinita dal maestro milanese con cura maniacale, eleganza, introspezione e la giusta misura.

Alla prima qui recensita festante successo di pubblico, con roboanti e ripetute acclamazioni per Daniele Gatti, anche da parte dei maestri orchestrali della Filarmonica. Come annunciato poco prima del concerto dal direttore della comunicazione Paolo Besana, la serata è stata dedicata alla memoria di Maria Tipo, pianista napoletana spentasi proprio ieri, 10 febbraio; l’artista è stata omaggiata con un minuto di silenzio.

Teatro alla Scala – Stagione sinfonica 2024/25
Gustav Mahler
Sinfonia n. 10 in fa diesis maggiore
(versione di Deryck Cooke)

Filarmonica della Scala
Direttore Daniele Gatti

Milano, 10 febbraio 2025

Photo: Brescia e Amisano

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