Multe stradali via email: notifiche su Pec, come non pagare di più

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Da qualche anno i verbali possono essere notificati via Posta elettronica certificata. Ma se non si consulta abitualmente la propria casella, c’è il rischio che la sanzione si ingigantisca

Emilio Deleidi

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Chi possiede un indirizzo di Posta elettronica certificata, comunemente chiamato Pec, deve prestare particolare attenzione alle multe per infrazioni al Codice della strada. Non sono rari, infatti, i casi in cui persone poco attente al loro indirizzo Pec, che magari non utilizzano abitualmente, si sono trovate solleciti di pagamento di cifre importanti per non aver mai versato il dovuto. Con l’affermarsi della posta elettronica, che ha sostituito quella tradizionale cartacea, si è avvertita la necessità di trovare una soluzione che desse al messaggio digitale lo stesso valore di una raccomandata con prova dell’avvenuta spedizione e del ricevimento da parte del destinatario. Così come la raccomandata, la Pec ha un valore legale perché il gestore del servizio garantisce che il messaggio crittografato è originale e non modificato e attesta che è stato inviato e ricevuto e quando ciò è accaduto.

Non tutti i cittadini devono munirsi di Pec: l’obbligo è limitato ai liberi professionisti, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni. Molti privati però hanno deciso di dotarsene, perché la Pec può costituire uno strumento efficace di comunicazione anche per questioni personali, per esempio per i contatti con la pubblica amministrazione o con società di cui si è clienti. Nata intorno al 2005, la Pec oggi consente di scambiarsi milioni di messaggi certificati ogni giorno. Tuttavia, può accadere che qualcuno non ne faccia un utilizzo costante e si dimentichi di controllare periodicamente la propria casella. Ed è così che possono iniziare i guai.

LE MULTE VIA Pec

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Un decreto del 2017 ha reso possibile alle forze dell’ordine che intendono notificare un verbale di contravvenzione al Codice della strada cercare nei pubblici elenchi l’indirizzo Pec del destinatario, qualora quest’ultimo non abbia ritenuto opportuno fornirlo all’agente nel caso di contestazione immediata dell’infrazione. Tutti gli indirizzi di Posta elettronica certificata italiani sono infatti riportati nell’Inad, l’Indice nazionale dei domicili digitali, consultabile liberamente. La Pec può quindi essere utilizzata dagli agenti che redigono il verbale per notificare l’avviso di sanzione all’interessato il cui indirizzo figuri nell’elenco. Anzi, dovrebbe essere sempre utilizzata a questo scopo, perché in questo modo l’utente è gravato in misura minore delle spese di notifica che si aggiungono all’importo della multa: una cifra che può arrivare a sfiorare i 20 euro (magari per una sanzione di 35 o 42).

casella pec, controllare abitualmente

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L’utilizzo della Pec costituisce quindi un vantaggio per il cittadino, che può risparmiare qualcosa sulla cifra da versare ed evitare di andare personalmente a ritirare una raccomandata, qualora gli fosse stata recapitata in sua assenza e ne avesse trovato soltanto l’avviso. È però essenziale, se non si è utenti abituali della Pec, controllare di tanto in tanto la propria casella elettronica, per evitare di non accorgersi della presenza di un verbale, il cui mancato pagamento comporterà l’accrescersi degli interessi di mora. C’è però un modo semplice, per evitare questo rischio: basta collegare la propria Pec a un altro indirizzo di posta elettronica non certificata che si utilizza regolarmente, sul quale si riceverà un avviso in caso di recapito di una Pec. In genere, questo avviso contiene anche i dettagli del mittente e l’oggetto del messaggio, cosa che permette di capire se si tratta di un contenuto urgente.

niente sanzioni per la pubblica amministrazione

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Ricevere il verbale per posta elettronica certificata è dunque un diritto del cittadino che però, purtroppo, non sempre viene rispettato. Per esempio, a Milano di recente si sono verificati casi di iscritti ad albi professionali che, in quanto tali, sono tenuti a disporre di una Pec, che hanno ricevuto qualche verbale attraverso la posta elettronica e qualche altro verbale, invece, mediante un corriere postale. Tuttavia, anche se la pubblica amministrazione non rispetta questo obbligo, non sono previste a suo carico sanzioni, quindi il cittadino non ha la possibilità di difendersi, se non chiedendo il rimborso della maggiore spesa sostenuta. Trattandosi, però, di pochi euro, nessuno si cimenta in questa impresa e le casse dell’ente pubblico ne traggono beneficio.





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