PremioTroccoli Magna Graecia 2025: Giuseppe Berto e la Calabria. Focus di Pierfranco Bruni

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  La segreteria organizzativa del 39esimo Premio Letterario Nazionale Troccoli Magna Graecia, ha annunciato il tema sul quale verterà il Focus della manifestazione, annualmente curato Pierfranco Bruni. Al centro della edizione 2025, Giuseppe Berto e la Calabria.

Nelle precenti edizioni, la lectio magistralis di Bruni è stata attraversata da un approfondimento storico e critico della letteratura meridionale e italiana. Un’analisi comparativa da Francesco Grisi a Rocco Scotellaro, da Giovanni Verga a Gabriele D’Annunzio, da Giuseppe Selvaggi a Corrado Alvaro, solo per citare alcuni scrittori.

 Aspettando l’evento 2025, Pierfranco Bruni, presidente del Comitato scientifico del Premio, spiega alla segreteria organizzativa le motivazioni del tema letterario scelto per l’edizione di quest’anno.

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  Perché assimilare Giuseppe Berto alla Calabria?

  <<Perché Calabria non è soltanto un “pezzo” di Sud. È il mito che si è incagliato nelle civiltà ed ha fatto di esse il silenzio e la voce degli archetipi nel destino di un popolo. La Calabria non è mai solitudine, perché è sempre in compagnia del mare, di quel mare che lascia incontrare onde greche con onde latine, e dei boschi, nei quali i “chiari” sono fatti dalle albe e dalle lune che dialogano con i lupi nell’ascolto dei destini>>.

Giuseppe Berto

  Giuseppe Berto, quali i particolari rapporti con la Calabria?

  <<Giuseppe Berto ha attraversato i destini della Calabria e continua ad ascoltare il vento che giunge dal Mediterraneo e dai Mediterranei.
Quella Calabria che ha visto il racconto dei briganti, quel Mediterraneo che ha il cielo rosso e l’Africa negli occhi, quella Calabria che ha sconfitto il male oscuro, quella Calabria che si respira un Mediterraneo che è quello di un Oriente incastonato tra Cristo e Giuda. Non bisogna inventare nulla ricordando Giuseppe Berto. Bisogna interpretare quella sua solitudine che non è mia una cosa buffa, ma può essere la reticenza o il destino, l’attesa e la sparizione tra il mare e le colline>>.

  Giuseppe Berto e Francesco Grisi hannoraccontato la Calabria e la Magna Graecia. In che modo ?

  <<Berto è stato amico diFrancesco Grisi, tanto che Grisi lo ha costruito personaggio in un suo racconto, come ricorda lo stesso Berto in una sua lettera inviata a Francesco (lettera inedita che ormai non è più tale), in una Roma conformista che li ha visti completamente anticonformisti ed eretici o vitali in un processo culturale dentro l’utopia della parola. Entrambi portavano la Calabria nell’anima. Grisi da genitori calabresi di Cutro ha raccontato la sua vita attraversando i luoghi di una Magna Grecia geografica e dei sentieri intrecciati tra metafisica e metafora. Quella Calabria che è futura memoria e che si lascia respirare nei cieli chiari e nei tramonti di una poltrona che naviga tra le acque del Tevere>>.

  Berto può essere interpretato come lo scrittore della descrizione?

  <<I personaggi non sono, in entrambi, immaginari di un realismo, nonostante su Berto si sia sviluppato un intenso dibattito, che ha dimensione di rappresentazione di senso. Sono un percorso nel mistero che gioca con l’intrepida fantasia. Berto è giunto nella Calabria di Grisi. Grisi ha ascoltato la Venezia degli amanti perduti dell’Anonimo di Berto. Nelle loro pagine le storie sono da leggersi e da catturare come elementi di un destino. Un indefinibile e un infinito destino. Ma la letteratura è tale se riesce a raccontare e mai a descrivere. Berto non è lo scrittore della descrizione. È piuttosto lo scrittore dell’invisibile e dentro l’invisibile è possibile catturare le onde dell’inquietudine.
  Non c’è alcun personaggio che conosce il riso o il sorriso tout court, l’ironia sì. Ma l’ironia è lo specchio del senso tragico che trova un suo senso nel sogno. Se si vuole anche con l’incubo. Quando compare il padre tra Maria e il vecchio in Grisi c’è la figura del padre. Non muoiono con la morte>>.

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  Nelle opere dello scrittore ‘veneziano’ vi è più fede o religiosità?

  <<Gli amori di Berto nell’attraversamento del buffo sono anche gli amori nell’ironia di un amore che si sottolinea come a futura memoria. La fede, e non parlo di religiosità, è il combattimento paolino che si legge in Berto con il tragico dialogo tra Cristo e Giuda ma anche la ricerca della terra promessa in Grisi che accompagna i suoi romanzi. Un raccordare i segni trasformandoli in simboli. Ci sono simboli fatti di testimonianza, di vita, di linguaggi. C’è quella Calabria alla quale si faceva riferimento>>.

Giuseppe Berto – Francesco Grisi

  Berto e Grisi, quindi, uniti dalla terra di Calabria?

  <<Sì da una Calabria nella bellezza del magico e terribile nella visione del selvaggio. Non solo un gioco lirico ma anche una lettura antropologica. Berto che non smetto di amare e di rileggere è quello dell’Anonimo in una Venezia incantata e poi l’eresia di un Giuda che mette in discussione tutta la teologia cattolica con il sorriso bello di Gesù, che è consapevole di quella verità. Forse in queste due stagioni lo scrittore Berto trova una centralità straordinaria, oltre l’aspetto della psicanalisi. C’è un Novecento letterario della metafisica che va oltre il realismo e oltre la rivolta della fantasia. Berto e Grisi sono voci palpitanti tra i destini e i personaggi>>.

  La cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori delle singole sezioni si svolgerà nel teatro comunale di Cassano all’Ionio, sabato 24 maggio 2025, alle ore 18.00.

Photocover : Sx Giuseppe Berto – Pierfranco Bruni

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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