tra conflitti e speranze di pace sempre più in bilico

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Da circa un mese, un’enorme ondata di violenza ha investito la regione Norte de Santander, in Colombia, e più precisamente la zona del Catatumbo. I guerriglieri dell’Eserciro di liberazione nazionale (Eln) si sono scontrati con un gruppo affiliato a organizzazioni di dissidenti delle ex-Farc. Questo episodio ha fatto ripiombare il paese sudamericano nell’incubo della violenza e dei conflitti. Al termine dell’Angelus di domenica 26 gennaio Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza alla popolazione e assicurato la sua preghiera. “Guardo con preoccupazione alla situazione della Colombia, in particolare nella regione del Catatumbo, dove gli scontri tra gruppi armati hanno provocato tante vittime civili. Esprimo la mia vicinanza a loro e prego”.

L’intervista

Per approfondire l’argomento, Interris.it ha intervistato Eleonora Cormaci Delegata America Latina per Terre des Hommes.

Cosa ha causato l’aggravarsi della situazione umanitaria nel Catatumbo?

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

“Si tratta di un territorio che è sempre stato molto fragile. La violenza che ha colpito questa regione è stata innescata dalle dichiarazioni di uno dei gruppi armati della zona, l’Eln (Esercito di liberazione nazionale), che ha compiuto degli attacchi contro dei ‘collaboratori’ delle Ex-Farc, gruppo armato che avrebbe dovuto rinunciare alle armi in seguito agli accordi di pace del 2016. L’Eln ha dichiarato che continua l’opera di affiliazione delle persone e, per questo, ha compiuto diversi attacchi in almeno nove territori diversi”.

Nel vostro comunicato sottolineate la situazione degli sfollati interni: a cosa andranno incontro queste persone?

“Purtroppo, il numero degli sfollati interni sembra essere destinato ad aumentare in maniera esponenziale. Parliamo di una crisi iniziata circa tre settimane fa. Si parla di circa 55 mila sfollati, mentre ci sono circa 29 mila confinati, ossia che non riescono a uscire dalle loro comunità: oltre 80 mila persone coinvolte in questa crisi. Le necessità sono altissime, soprattutto in questo contesto in cui stiamo vivendo il blocco dei fondi istituzionali dedicati alla cooperazione internazionale da parte degli Stati Uniti”.

Le violenze del Catatumbo rischiano di soffocare le speranze nate con gli accordi del 2016?

“Questa grande ondata di violenza ha messo in discussione molte cose, tra cui la prospettiva del groverno attuale che aveva attuato una politica di pacificazione contrariamente a quanto fatto dai governi precedenti. Ha rimesso in discussione anche cosa significa la pace nei territori più periferici del Paese. Purtroppo, il conflitto potrebbe allargarsi anche ad altri territori della Colombia. Al momento, la pace è molto fragile. Per questo è importante che si inizi – o meglio si reinizi – a prendersi cura delle azioni di pace in territori storicamente controllati dai gruppi armati e fare in modo che, per i bambini e per i giovani, si possa pensare a una narrativa differente”.

Perché Eln ed sx Farc si contendno il controllo di questa regione?

“E’ una regione che ha subito per decenni il controllo dei gruppi armati per diversi motivi: il primo è che qui si produce la coca, la biodiversità è molto favorevole per la produzione di questa pianta, ci sono piantagioni ‘infinite’, quindi di altissimo interesse per il controllo del narcotraffico. Poi c’è la questione della frontiera: il Catatumbo e il Norte De Santander, sono al confine con il Venezuela, e sono da sempre contese per poter svolgere i traffici illegali. Inolte, con la stessa logica che noi italiani attribuiremo al fenomeno mafioso, questi territori sono rimasti lontani dalla protezione statale e quindi si sono create queste modalità di controllo da parte dei gruppi armati. Il Norte De Santander ha vissuto molti di questi momenti, ma era dal 2002 che non si assiteva ad episodi così violenti”.

Come Terre des Hommes sta intervendo nel Catatumbo?

Conto e carta

difficile da pignorare

 

“Terre des Hommes, è presente in Colombia e opera proprio nella regione del Norte de Santander da anni, per garantire protezione e diritto all’educazione ai bambini e alle bambine colombiane, ma la sua azione si declina anche a favore di donne, nonché per assistere la popolazione migrante proveniente dal Venezuela che transita, o si ferma proprio in questa regione di confine. Nel corso degli anni, ci siamo trovati a dare risposte sia alle emergenze sia nell’ottica della cooperazione e dello sviluppo e di largo respiro. In quest’ultimo periodo siamo impegnati con il World food programme, per la sicurezza alimentare, con azioni volte a dare sostento alle famiglie, ma lavoriamo anche al recupero dell’imprenditorialità; siamo attivi nel campo dell’educazione e dello sport come mezzo di integrazione. Terre des Hommes lavora sempre in un’ottica di cooperazione con la società civile e istituzionale del territorio”.



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