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La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che riapre la “rottamazione quater”, ma solo ai decaduti, cioè coloro che hanno aderito alla definizione agevolata delle cartelle prevista dalla manovra del 2023 ma hanno perso il beneficio per non aver pagato una o più rate, o averlo fatto in ritardo. La proposta sta generando dibattiti, in particolare sulla sua sostenibilità economica e sugli impatti per le finanze pubbliche.

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La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il via libera a un emendamento al decreto Milleproroghe, che riapre così la possibilità di aderire alla “rottamazione quater”, ma solo per coloro che sono decaduti dal beneficio a causa di pagamenti mancati o ritardati. Questo provvedimento avrà bisogno comunque ancora di ulteriori valutazioni economiche, ma per alcuni, potrebbe influire significativamente sulla situazione fiscale del paese, soprattutto in termini di impatti sulle finanze pubbliche.

Cosa prevede la riapertura della rottamazione quater nel Milleproroghe

L’emendamento, approvato ieri sera, 12 febbraio, permetterebbe a chi ha perso il beneficio della “rottamazione quater” di rientrare nel piano di pagamento, purché non siano trascorsi oltre i termini stabiliti. I debitori che non hanno rispettato i pagamenti entro il 31 dicembre 2024 avranno tempo fino al 30 aprile 2025 per presentare la richiesta di riammissione. Le modalità specifiche saranno comunicate successivamente.

Come e quando pagare

La ricompensa per chi aderisce alla riapertura della rottamazione sarebbe sempre la stessa: versare la somma dovuta al Fisco, senza sanzioni e con interessi minimi, e in questo modo tornare pienamente a norma ed evitare qualunque tipo di sanzione. Chi aderisce dovrebbe solo versare la somma dovuta all’Agenzia delle Entrate, in un’unica soluzione o in massimo 10 rate, con una maggiorazione del 2% all’anno. 

Le reazioni politiche e sindacali

Il tema della “rottamazione” sta sollevando da tempo numerosi dibattiti politici: la Lega, in particolare, spinge per ampliare la misura, proponendo una “pace fiscale” che includa al suo interno tutte le cartelle esattoriali, con la possibilità di rateizzare i debiti senza sanzioni e interessi. Matteo Salvini ha parlato di un’ “emergenza nazionale” e ha sottolineato l’importanza di aiutare gli italiani in difficoltà economica. Anche Forza Italia si è dichiarata favorevole a un ampliamento della “rottamazione”: il partito di Antonio Tajani ha presentato una proposta simile a quella della Lega; includerebbe la “rottamazione quinquies” e la riapertura dei termini per chi ha perso il beneficio della “rottamazione quater”. In questo contesto, il taglio delle imposte sul reddito rimarrebbe una priorità assoluta.

A commentare in positivo l’emendamento anche l’Unione Generale del Lavoro (Ugl): Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl ha dichiarato così in una nota: “Si tratta di una misura di buonsenso che va incontro agli italiani che hanno presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi ma non sono riusciti a pagare le tasse in tempo”, si legge, “basti pensare ai titolari di una partita Iva che hanno accumulato debiti a causa della complessa fase economica che stiamo attraversando o ai tanti pensionati in difficoltà. La possibilità di ottenere la pace fiscale inviando un’apposita dichiarazione entro il 30 aprile prossimo, effettuando il pagamento in unica soluzione entro il 31 luglio oppure in dieci rate con scadenze entro il 2027, è un segnale importante verso il contribuente. In un quadro di incertezza legato alle tensioni internazionali, tale misura consente di dare ossigeno a lavoratori e imprese favorendo l’immissione di liquidità nell’economia reale. Auspichiamo che il gettito prodotto dall’adesione alla rottamazione possa essere destinato alla riduzione del carico fiscale proseguendo nella direzione del taglio delle tasse intrapresa dal Governo”.

“Quando si tratta di abbassare le tasse, di andare incontro a imprenditori e contribuenti in difficoltà, siamo sempre favorevoli”, ha scritto su X (ex Twitter) il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, “Occorre però essere realisti e fare i conti con le risorse disponibili, perché ci sono esigenze di bilancio da cui non si può prescindere. E bisogna fare in modo che la rottamazione delle cartelle esattoriali sia un aiuto a saldare le proprie pendenze, in un rapporto virtuoso in cui il fisco è amico dei contribuenti e c’è maggiore attenzione per evitare errori e ‘cartelle pazze’, ma non diventi un colpo di spugna a vantaggio dei più furbi”.

Di tutta altra parte, invece, la Cisl esprime perplessità sulla proposta, evidenziando che la priorità dovrebbe essere la lotta all’evasione fiscale e il taglio delle imposte per il ceto medio, piuttosto che condonare i debitori fiscali.

Le implicazioni economiche

L’introduzione di una nuova “rottamazione” solleva interrogativi anche sui costi per le finanze pubbliche: secondo le stime, una nuova “rottamazione quinquies” potrebbe comportare un dispendio di miliardi di euro. Il costo per la riammissione alla “rottamazione quater” è stimato in circa 5,2 miliardi di euro nel 2025, con un impatto minore negli anni successivi. Il taglio dell’Irpef, poi, che potrebbe essere collegato a queste misure, richiederebbe un ingente investimento, stimato in almeno 2,5 miliardi di euro. La discussione è insomma quindi ancora in corso, con opinioni contrastanti tra le forze politiche e sindacali.

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