Frodi romantiche: un italiano su due nel mirino dei truffatori informatici

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Le truffe sentimentali, anche conosciute come love fraud o romance scam, sono un rischio emergente in una società iperconnessa e in cui sempre più persone cercano online l’anima gemella. Il truffatore si finge l’anima gemella perfetta, conquista la fiducia della vittima e poi arriva la richiesta di soldi, regali o informazioni bancarie. Ovviamente, la storia d’amore si rivela una farsa e il denaro svanisce nel nulla.

Secondo una ricerca condotta da ING in collaborazione con YouGov Italia, un italiano su due ha avuto almeno un’esperienza di contatto da una persona sconosciuta che cercava di instaurare un rapporto affettivo online a scopo finanziario. Le donne sono le più consapevoli del fenomeno rispetto agli uomini (65% contro 47%) e il 75% degli italiani ha sentito parlare di persone truffate da qualcuno che si fingeva una celebrità.

Quanto è diffuso il fenomeno?

Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Clusit relativo al primo semestre 2024, c’è stato un aumento del’46,5% rispetto ai primi sei mesi del 2023.

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Dalla ricerca di ING e YouGov Italia emerge che i segnali d’allarme più riconosciuti sono la richiesta di soldi per emergenze improvvise (80%), storie drammatiche (64%), l’evitare videochiamate e perfino incontri dal vivo (63%). Su quest’ultimo aspetto, il 70% dei giovani tra i 18 e i 34 anni sono più attenti. Dalla ricerca emerge inoltre che Il 65% degli italiani rifiuterebbe subito una richiesta di denaro da parte di un contatto online, con una maggiore diffidenza tra gli over 55 (70%) e le donne (71%).

I social media sono considerati il canale principale per queste attività illecite (71%), seguiti dalle app e siti di incontri (54% e 37%) e-mail e messaggi diretti (27%).

Non solo truffe romantiche

Il romance scam è solo una delle strategie di attacco dell’ingegneria sociale utilizzata dai truffatori informatici che sfruttano le emozioni, le caratteristiche e i comportamenti fondamentali delle persone per raggiungere i propri scopi che hanno sempre una ricaduta finanziaria.

I truffatori possono assumere qualsiasi ruolo e fingere di essere una persona fidata o vicina alla vittima oppure un’istituzione rispettabile. Secondo la ricerca ING-YouGov Italia, un italiano su tre ha ricevuto chiamate o messaggi da qualcuno che si presentava come dipendente della propria banca o di un ente ufficiale.

È quindi importante sviluppare una cultura della verifica

Secondo il sondaggio di ING-YouGov Italia, per 1 italiano su 3 anche le aziende private devono fare la loro parte (per esempio banche per le frodi finanziarie e società Fintech). È il caso della feature in app “È davvero ING?” che con un click consente ai clienti della banca di contrastare lo spoofing telefonico, verificando immediatamente se chi chiama a nome di ING sia effettivamente un dipendente della banca digitale.

Grazie a iniziative come queste, gli italiani hanno iniziato a sviluppare una maggiore consapevolezza sull’importanza della verifica nella gestione dei rapporti bancari. Secondo la ricerca ING-YouGov Italia, nel caso in cui si dovesse ricevere un contatto da un presunto impiegato della banca che chiede dati sensibili o pagamenti urgenti, la metà degli italiani (53%) riaggancerebbe e verificherebbe direttamente con la propria banca. Inoltre, la maggior parte degli italiani, circa 9 su 10, si dichiara a conoscenza di almeno uno strumento di verifica da adottare per verificare l’identità di una persona o un’azienda prima di potersi fidare

“Sono ancora troppo poche le persone che si interessano e si attivano per proteggersi dalle frodi con conseguenti possibili danni economici e psicologici – afferma Damiano Zanisi, Chief Information Officer di ING Italia. “Un aspetto fondamentale per contrastare le truffe informatiche e digitali è quindi rappresentato dalle attività di sensibilizzazione e di educazione sugli utenti e in ING siamo molto attivi su questo fronte. Oltre a tutta l’attività di prevenzione informatica in capo naturalmente ai nostri sistemi informatici mettiamo a disposizione strumenti pratici utili ai clienti per intercettare le truffe, come la funzionalità anti-spoofing “È davvero ING?” che abbiamo sviluppato contro le truffe telefoniche, e realizziamo campagne di informazione su ampia scala, volte a diffondere la pratica e la “cultura della verifica”.

A chi spetta informare e sensibilizzare?

L’informazione e la formazione sono determinanti per prevenire gli attacchi di ingegneria sociale. Chi dovrebbe occuparsene? Secondo la maggior parte degli italiani (74%), gli Enti pubblici specializzati (per esempio Polizia Postale) sono il principale soggetto che dovrebbe occuparsi delle attività di educazione e sensibilizzazione sulle truffe online a scopo finanziario. Seguono gli enti pubblici di formazione (scuole, università), individuati come responsabili della formazione da 1 italiano su 2 (48%). Le Associazioni e terzo settore, come associazioni di consumatori, enti senza scopo di lucro, sono maggiormente percepite come adatte dai 35-44enni (46% vs 38% a totale).

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