Lavori Consiglio: Accordi urbanistici, Cartellino per gli autisti, edilizia di pubblica utilità, Fact checking

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(AGENPARL) – Roma, 13 Febbraio 2025

(AGENPARL) – gio 13 febbraio 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 13/02/2025, ore 13:25
Nota ai media!
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Consiglio
Lavori Consiglio: Accordi urbanistici, Cartellino per gli autisti, edilizia di pubblica utilità, Fact checking
**Disegno di legge di Wir Bürger-Noi cittadini-Nëus Zitadins e JWA, mozioni di Süd-Tiroler Freiheit e SVP, voto di SVP/La Civica. La sessione di lavori di febbraio è terminata.**
Nell’ambito dello spazio riservato all’opposizione della sessione di lavori di febbraio del Consiglio provinciale di Bolzano, Andreas Colli (Wir Bürger-Noi cittadini-Nëus Zitadins) ha presentato oggi il Modifica della lettera a) del comma 3 dell’articolo 20 della legge provinciale n. 9/2018 “Territorio e paesaggio” cofirmato da Jürgen Wirth Anderlan (JWA)  del comma 3 dell’articolo 20 della legge provinciale n. 9/2018 “Territorio e paesaggio” (presentata dal cons. Colli il 17/05/2024). All’articolo 20 della nuova legge territorio e paesaggio (legge provinciale 10 luglio 2018, n. 9), ha chiarito, è stata nuovamente prevista la possibilità di stipulare accordi urbanistici, che sono uno strumento valido e utile per realizzare progetti di interesse pubblico in linea con gli obiettivi di sviluppo, come aveva potuto sperimentare da sindaco. L’applicazione attuale di tali accordi è tuttavia troppo limitata e dovrebbe poter essere estesa, tanto più che anche la prevista stima del valore di mercato delle prestazioni previste dall’accordo contribuisce ad escludere eventuali speculazioni, così come il fatto che si debba trattare di un progetto pubblico approvato a livello comunale. Non capiva quindi il parere contrario del Consiglio dei Comuni al disegno di legge in esame: la limitazione imposta agli accordi urbanistici con il nuovo articolo 20 della legge urbanistica (legge provinciale n. 9/2018), che li consente solo all’interno delle aree insediabili, era incomprensibile, e con il presente disegno di legge questa restrizione sarebbe stata eliminata, consentendo di creare nuove aree edificabili e di evitare contenziosi. Lo strumento degli accordi urbanistici serviva soprattutto fuori dalle aree insediabili. 
Josef Noggler (SVP) ha ricordato che il disegno di legge aveva avuto parere contrario nella 2a commissione legislativa, da lui presieduta.
Paul Köllensperger (Team K) ha chiarito che gli accordi urbanistici sono positivi ma possono dare spazio ad abusi, e ritenuto difficile la definizione di “interesse pubblico”. Ha aggiunto che l’attuale legge “territorio e paesaggio” è peggiore della precedente, ma se si toglie anche la disposizione considerata, non rimane nulla.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) si è detta contraria alla proposta, in quanto questa rende meno definiti i confini delle aree insediabili..
Waltraud Deeg (SVP) ha riferito di alcune convenzioni urbanistiche sensate di cui era stata testimone a Brunico, quale quella relativa all’asilo di Stegona, ritenendo però che non andassero estese al di fuori delle aree insediabili ma limitate al loro interno.
L’ass. Peter Brunner ha fatto riferimento al principio di limitazione del consumo di suolo contenuto nell’articolo 2, cui la limitazione prevista all’art. 22 risponde, con l’obiettivo di limitare la dispersione edilizia. Come ex sindaco aveva sempre apprezzato lo strumento delle convenzioni edilizie, che permetteva di tutelare l’interesse pubblico ma anche di trovare soluzioni pragmatiche, e bisognava dare fiducia ai Comuni perché decidessero liberamente, ma mantenendo il principio base che riguarda la dispersione edilizia e il consumo del suolo. Colli ha rilevato che notava invece poca fiducia nei Comuni, anche se certi timori erano infondati; ha ribadito che in tempi di carenza di alloggi la proposta era importante. L’aula ha però respinto il passaggio alla discussione articolata con 25 no e 6 sì.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha quindi presentato la Divisa e cartellino con il nome per gli autisti del trasporto locale (presentata dai conss. Zimmerhofer, Rabensteiner, Knoll e Atz il 27/07/2024), con cui chiedeva di incaricare la Giunta provinciale di dotare tutti i/tutte le dipendenti del trasporto pubblico locale di un cartellino con il nome. Ci sono purtroppo numerose lamentele da parte di pendolari e turisti nei confronti di dipendenti che si comportano scorrettamente e non rispettano il diritto di usare la madrelingua, ha detto il consigliere: un cartellino con il nome per tutto il personale sarebbe d’aiuto in questo senso.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmatario, ha portato l’esempio dell’area di Scena, dove ci sono tanti turisti dell’area tedesca che non riescono  a ottenere informazioni nella propria lingua, oltre a non conoscere toponimi o direzioni.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ammesso che in passato la situazione era diversa e gli autisti dei bus erano ben conosciuti. Qui si tratta della tutela dei consumatori e di sapere con chi si ha a che fare, principio che dovrebbe sempre seguire l’amministrazione pubblica: si è detta quindi a favore della parte dispositiva, chiedendo di votarla separatamente dalle premesse.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha difeso il lavoro dei e delle conducenti, molto stressante. Ha aggiunto che se si passano tante ore utilizzando il servizio pubblico “può far piacere sapere come si chiama chi ci porta da un posto all’altro”.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha sostenuto che si potrebbe parlare di violazione della privacy, tuttavia chi lavora a stretto contatto con i cittadini non può nascondersi dietro a essa. Sarebbe bello potersi rivolgere a un autista direttamente con nome e cognome; in altri Paesi questo avviene anche per i poliziotti.
Myriam Atz (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che nel turismo ci sono addetti che portano il cartellino con il nome, e anche sugli scontrini viene riportato il nome della cameriera. Per gli autisti potrebbero bastare il nome e la prima lettera del cognome. per restare nel settore del trasporto, gli stessi tassisti hanno un cartellino con il nome in auto.
Franz Ploner (Team K) ha ricordato che in ospedale l’esposizione di un cartellino con il nome è un obbligo da 15 anni; questo dovrebbe valere per tutti i dipendenti pubblici, compresi gli autisti. Anche chi formula le risposte alle interrogazioni dovrebbe essere indicato.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha approvato la parte dispositiva, ricordando che l’autista ha una certa responsabilità nonché un ruolo di pubblico ufficiale. ha invece respinto le premesse.
L’ass. Daniel Alfreider ha evidenziato la differenza tra premesse e parte dispositiva, che parlano di temi diversi. Ha aggiunto che ci sono tante persone che si impegnano affinché il trasporto pubblico funzioni e sottolineato il forte impegno per continuare a garantire il servizio in periferia come in città, al contrario di quanto avviene in altre regioni europee. Il cartellino con il nome è già un obbligo, previsto nel contratto con i concessionari, che devono verificare il rispetto della norma: è possibile esporre il nome o il numero di matricola. Ha chiesto quindi di ritirare la mozione. Ha inoltre fatto riferimento a un sistema informatico che mette a disposizione degli autisti le informazioni necessarie a tragitti e fermate: la situazione esposta da Knoll in futuro non dovrebbe più porsi. Bernhard Zimmerhofer ha quindi chiesto come mai non venisse verificato l’obbligo di cartellino, nonché una votazione separata delle parti della mozione, che è stata respinta: le premesse con 21 no, 8 sì e 3 astensioni, la parte deliberante con 17 no e 13 sì.
È quindi iniziato il tempo riservato alle proposte della maggioranza.
Waltraud Deeg (SVP) ha presentato la Incentivare l’edilizia di pubblica utilità (presentata dalla cons. Deeg il 24/01/2025), con la quale chiedeva di incaricare la Giunta di verificare se, oltre agli incentivi fiscali statali, vi sia la possibilità di introdurre anche incentivi e agevolazioni fiscali a livello provinciale per promuovere la realizzazione di alloggi di pubblica utilità per la locazione. La consigliera ha evidenziato che anche in Germania, per esempio a Berlino, ci sono difficoltà nell’ambito del mercato degli alloggi e degli affitti: il problema non è più trovare un alloggio a un prezzo accessibile, ma trovare un appartamento e basta. La situazione in Alto Adige, che ha consentito di arrivare a un 70% di alloggi di proprietà, è vista con ammirazione, ma serve una proposta di soluzione alla necessità di spazi abitativi accessibili per ampie fasce della popolazione: questa potrebbe essere l’edilizia di pubblica utilità, molto diffusa in Austria – soprattutto a Vienna; ci sarebbe grande potenziale con la riduzione delle tasse per tutti coloro che realizzano alloggi di pubblica utilità. Seguendo il citato esempio austriaco, attraverso le organizzazioni non-profit si potrebbero realizzare anche in Alto Adige abitazioni da concedere in locazione a prezzi economici
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) si è interrogato sulle competenze della Provincia e sulla leva fiscale su cui sarebbe possibile agire. Anche i mutui a tasso zero, già approvati dal Consiglio con il voto contrario di Deeg, sarebbero stati una soluzione.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha fatto riferimento alle cooperative indivise, aggiungendo inoltre una domanda sulle aree delle caserme, per capire come si potrebbe intervenire in quest’ottica, e sulle agevolazioni fiscali possibili in provincia.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha dichiarato il sostegno della Giunta all’edilizia di pubblica utilità, anche tramite una fondazione. Molto rientrerà nella prossima legge di riforma edilizia. In quanto alla leva fiscale, ha annunciato un approfondimento relativo alla tassazione vigente in provincia e ipotizzato un accordo con lo Stato rispetto ai 9/10. Anche i mutui saranno tema della prossima legge. Waltraud Deeg ha chiarito di non essersi mai espressa contro i mutui a tasso zero; ha aggiunto che per i 5.000 alloggi IPES a Bolzano si paga l’IMI: se così non fosse, ci sarebbero più mezzi per gli investimenti. Vero è che le possibilità fiscali a livello provinciale sono poche, ma si possono considerare anche compensazioni con i Comuni. In quanto alle aree militari, sono interessanti per il futuro delle aree abitative delle città. La mozione è stata approvata all’unanimità (32 sì).

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