Dietro al raggiro da 112mila euro la cognata. Inizia il processo. Gli amici chiamarono le Iene per smascherare tutta la vicenda
«Ci ha chiesto due volte se gli prestavamo dei soldi. Ci aveva raccontato che aveva una relazione con una donna da dieci anni ma che non l’aveva mai vista. Viveva in Grecia e aveva una figlia malata. Le inviava periodicamente dei soldi per aiutarla. Quando gli abbiamo detto che secondo noi si trattava di una truffa non ci voleva credere e così abbiamo chiamato la redazione delle Iene».
A testimoniarlo sono tre colleghi di lavoro di Andrea Scolari, il veronese che per un decennio avrebbe intrattenuto una relazione amorosa online con una certa Jackie, inviandole tra il 2016 e il 2022 più di 112mila euro. Un’avvocata bellissima con le fattezze della top model russa Irina Shayk di cui conservava gelosamente le foto sul suo cellulare. La sua storia è stata raccontata a ottobre 2022 su Italia Uno da Le Iene, rivelando ad Andrea l’inesistenza della sua fidanzata Jackie. Si trattava in realtà di un profilo fake, di un amore virtuale a senso unico. Dietro quel raggiro, secondo l’inviata Veronica Ruggeri, c’era la cognata Angelica Biffino, ex compagna del fratello di Scolari.
Dopo quella rivelazione choc Andrea aveva quindi denunciato Biffino per truffa e sostituzione di persona, trascinandola nei banchi del tribunale dove mercoledì è andata in scena la prima udienza del processo davanti al giudice Enrico Zuccon. «Ci raccontava che ogni mese spediva gran parte del suo stipendio a Jackie per aiutarla a guarire la figlia e che faceva quindi fatica ad arrivare a fine mese – hanno riferito in aula i colleghi -. Lui voleva farle venire in Italia ma ogni volta la fidanzata gli diceva che non era possibile, perché per la figlia serviva un trasporto speciale. Una volta Andrea ha persino chiesto se qualcuno gli prestava dei soldi sul gruppo WhatsApp dove ci sono tutti i colleghi di lavoro». Quei soldi Scolari li avrebbe sempre restituiti. Lui aveva poi raccontato che quel denaro non lo spediva a Jackie tramite dei bonifici bancari, ma grazie a un corriere con cui si sarebbe spesso sentita la cognata. Sia nel programma delle Iene che fuori dalle telecamere Buffini, difesa dall’avvocato Gabriele Colasanti, si è sempre detta «estranea ai fatti e innocente».
Nel corso dell’udienza è emerso inoltre come il numero di telefono di Jackie fosse stato attivato da Scolari e come tutte le chiamate e i messaggi siano sempre partiti dall’Italia e mai dalla Grecia. Se ai colleghi poi la vittima mostrava la foto della modella Irina Shayk dicendo che era la sua fidanzata, in casa teneva invece le foto di un’insegnante di Taranto che attorno al 2007 frequentava l’abitazione della cognata. «Per un po’ di tempo ho dato ripetizioni al figlio di Angelica e non ho ricordi di aver conosciuto Andrea – racconta l’insegnante -. Poi Angelica si era trasferita a Verona e a distanza di 15 anni mi ha richiamato dicendomi che c’era un uomo che aveva tappezzato la casa con le mie foto. Quando ho visto la trasmissione delle Iene c’erano le mie immagini con un altro nome e cognome. Ho subito sporto denuncia per furto di identità».
Come prova la testimone ha fatto sentire in aula anche alcuni messaggi vocali che le aveva inviato Buffini dopo la messa in onda della puntata delle Iene sulla truffa amorosa. «Sono mortificata per questa situazione – riferisce l’imputata nei vocali -. Lui (Andrea, ndr.) sostiene che le tue foto gliele avrei date io, ma non è così. Le ha rubate e ora le mostra dicendo che sei la sua fidanzata o la sorella della sua fidanzata». Una situazione agghiacciante per la testimone che si era allora rivolta immediatamente alle forze dell’ordine.
Andrea Scolari e Veronica Ruggerri, l’inviata delle Iene che aveva realizzato il servizio, non erano in aula. Dovranno però presentarsi alla prossima udienza a marzo assieme ad altri dieci testimoni. «Siamo delusi che la redazione delle Iene non si sia fatta vedere in tribunale – dice la difesa -. Tra un mese cercheremo di far emergere la verità su Scolari e le sue richieste di denaro, assieme al criminologo Massimiliano Spataro e al colonnello in congedo Roberto Colasanti, provando l’innocenza di Buffini».
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