“Il problema è non rispettare il controllo in presenza”

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Nuovi cambiamenti per il settore turistico, con l’approvazione, da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana della nuova legge che disciplina in modo organico le strutture turistico-ricettive dell’isola, introducendo importanti novità in termini di classificazione delle strutture, controlli, obblighi assicurativi e tipologie di offerta ricettiva. A ciò si aggiunge la circolare del Viminale che vieta l’utilizzo del self check-in tramite key box e pulsantiere automatizzate, soluzioni che fino a ora erano utilizzate da turisti e ospiti delle strutture ricettive come B&B, guest house e appartamenti in affitto breve. Alcuni chiarimenti però bisogna farli. Fabio Alba, presidente dell’Associazione Strutture Extralberghiere e Locazione Turistica in nostro supporto ci spiega meglio cosa sta accadendo.

C’è poca chiarezza al momento sulla normativa che regola le key box – ci dice Alba -. Secondo una vecchia legge, le strutture ricettive hanno l’obbligo di comunicare i dati degli ospiti alla Questura per motivi di sicurezza. La Questura ha una banca dati e, quando la struttura inserisce le generalità degli ospiti, nell’eventualità in cui ad esempio si ravvisano tra gli ospiti ricercati o criminali, le forze di polizia si recano subito sul posto. La legge ha obbligato le strutture a fare il riconoscimento vis-à-vis: quando l’ospite arriva in hotel il titolare prende il documento, verifica e registra i dati. Normativa estesa anche agli affitti brevi con la stessa procedura. Negli anni questi ultimi, gestiti non sempre da chi è del mestiere, hanno sviluppato nelle grandi città soprattutto, le key box, ovvero cassettine numeriche che vengono appese persino sul suolo pubblico. Il cliente fa il check in online e il gestore lo inserisce senza fare la verifica, poi il cliente prende la chiave dalla cassettina ed entra in struttura”.

Ora, come ci spiega Alba, il problema non è la key box in sè; quello che è contro la legge è il mancato controllo vis-à-vis:, la guerra alle key box che stanno facendo rimuovere quindi, non è perchè sono illegali, ma perchè vengono installate illecitamente sul suolo pubblico. “Quello che la legge impone invece, è il controllo in presenza. Le key box possono pure rimanere purchè all’interno di una proprietà privata – ci dice l’operatore turistico – non devono servire di certo per aggirare il controllo. Sono utili per le pulizie o per chi, come nel caso delle strutture nelle zone balneari o del Kitesurf evita di portare le chiavi al mare”. Ci sono alcune differenziazioni da tenere conto: alberghi, b e b, campeggi, strutture extra e alberghiere, sono soggette alla legge turistica di competenza regionale; gli affitti brevi invece devono rispettare la legge del codice civile, di competenza statale. Questo avviene in Italia, visto che in altri paesi esteri le key box e l’assenza del titolare è usuale e consentita. Può capitare che per l’assenza illecita del titolare della struttura, ci sia poca chiarezza sulla tassa di soggiorno da pagare e che magari dopo aver lasciato la struttura l’ospite deve poi provvedere tramite link o bonifici.

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Fabio Alba chiarisce: “Nelle città con imposta di soggiorno, l’albergatore o il gestore di un affitto breve, è responsabile dell’incasso dell’imposta e del successivo versamento secondo il regolamento comunale. I comuni hanno uno strumento che è la banca dati del Ministero degli Interni col quale possono fare controlli incrociati per vedere se realmente la tassa di soggiorno è stata pagata“. Gli obblighi per chi opera nel settore turistico sono stanti: dotarsi di Cir e Cin (in caso contrario le pene sono fino a 6mila euro) ed esporre tali codici fuori l’immobile (le multe previste arrivano fino a 4mila euro). Il comune è deputato ai controlli: “A Marsala hanno iniziato a fare delle verifiche, le eventuali multe le incassa il comune così come l’imposta di soggiorno”, dice Alba. Altri obblighi sono: comunicare i dati all’osservatorio turistico e per gli affitti brevi la stipula di un contratto di locazione turistica da far firmare all’ospite senza obbligo di registrazione all’ufficio delle entrate. La burocrazia è tanta nel settore turistico ma la tecnologia aiuta grazie a software gestionali.



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