«Investire in sicurezza i soldi dei codici bianchi»

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Il rifiuto di prescrivere un farmaco e scatta la violenza. L’ultimo episodio di aggressione in corsia registrato nel territorio veneziano è avvenuto martedì scorso, 11 febbraio 2025, al distretto di Portogruaro: vittima un collega che era in servizio notturno di guardia medica. Il tempestivo arrivo dei carabinieri, che per fortuna il professionista è riuscito ad allertare, ha evitato il peggio. Sulla vicenda la massima solidarietà dell’Ordine al collega aggredito e a tutta l’Ulss 4 Veneto Orientale. Ma anche una riflessione del presidente dell’OMCeO lagunare e vice nazionale Giovanni Leoni che lancia un appello alla Regione: «Investa in sicurezza i 23 milioni di euro che si ricavano dai codici bianchi del Pronto Soccorso».

«Un abbraccio virtuale al medico aggredito a Portogruaro e la massima solidarietà al Direttore Generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale Mauro Filippi. La Regione Veneto investa in sicurezza e produttività, con priorità assoluta a Pronto Soccorso e Guardia Medica, i soldi che incassa dai suoi cittadini con la sua particolare classificazione dei codici bianchi. Nel 2022 sono stati oltre 23 milioni di euro.

Le motivazioni originarie di questa decisione politica applicata solo in Veneto e non nel resto d’Italia – la deterrenza dall’uso improprio del Pronto Soccorso – sono state completamente smentite dai fatti. I soldi incassati anno dopo anno sono rimasti però. In alternativa la Regione Veneto adotti la classificazione omogenea delle altre regioni e restituisca questi soldi ai cittadini.

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Dai dati Agenas presentati all’ultimo convegno dell’Ordine lo scorso 8 febbraio 2025, la Regione Veneto ha incassato dai cittadini non esenti ticket per i codici bianchi in Pronto Soccorso 23.450.004 milioni di euro nel 2022, 22.005.419 milioni nel 2021 e 16.718.747 milioni nel 2020. Questo è dovuto ad una riclassificazione finale degli accessi in Pronto Soccorso unica della nostra regione rispetto al resto d’Italia dove al contrario abbiamo una prevalenza di codici verdi e quindi il cittadino non paga il ticket per le prestazioni di cui è oggetto.

In origine c’era la delibera della Regione n° 1868 del 15 novembre 2011, Criteri per la attribuzione del “codice bianco” alla dimissione dal Pronto Soccorso: (omissis) “Nell’intento di dare, pertanto, congrua ed omogenea soluzione alle problematiche applicative sopra descritte, (gli accessi impropri, N.d.A.) si ritiene necessario dettare alcuni indirizzi operativi alle strutture di Pronto Soccorso relativamente alla definizione dei cosiddetti “codici bianchi”. In particolare, appare necessario individuare come “codici bianchi alla dimissione”, e quindi soggetti al pagamento sia della quota fissa sia della quota di compartecipazione alla spesa, gli accessi al Pronto Soccorso che sono sostanzialmente rapportabili alle prestazioni specialistiche fruite in regime ambulatoriale. Ciò in quanto, per tali prestazioni, la normativa prevede l’assoggettamento alla compartecipazione medesima, fermo restando l’applicazione delle disposizioni relative all’esenzione.
Tali indirizzi possono contribuire, tra l’altro, a restituire al Pronto Soccorso la propria funzione istituzionale di struttura di urgenza ed emergenza, promuovendo il ricorso appropriato ai diversi regimi di erogazione dell’assistenza sanitaria, consentendo la razionalizzazione dell’uso delle risorse del sistema sanitario regionale al fine di garantire il più efficace ed efficiente utilizzo delle stesse” (vedi allegato A).

Risultato a distanza di 15 anni: i cittadini veneti utilizzano sempre più i Pronto Soccorso e l’incasso aumenta, i medici dipendenti che ci lavorano vivono sempre peggio, questa specialità non viene più scelta dai nuovi colleghi e i nuovi medici non partecipano ai concorsi.

Da considerare che i medici che ci lavorano ancora, insieme ad infermieri, operatori e colleghi della Guardia Medica, sono sistematicamente aggrediti, nel frattempo le cooperative aumentano i turni a pagamento del liberi professionisti offfrendo retribuzioni circa con valore doppio.

Sono circa 45 i Pronto Soccorso nel Veneto e 90 le sedi delle Guardie Mediche (la cosiddetta Continuità Assistenziale). I medici dipendenti residui in Pronto Soccorso è possibile che siano circa 350 con un buco di almeno 200 colleghi, i colleghi della Guardia Medica che ruotano in servizio sono circa in 600.

All’ultimo bando della Regione Veneto di Azienda Zero per 97 posti hanno risposto in 44, 22 specialisti e 22 specializzandi, il resto è rimasto vuoto. Trovate a questo link tutte le tabelle con i dati relativi nelle presentazioni in particolare dei colleghi Biagio Epifani, SIMEU Veneto, e Matteo Zanella, MST Group, che ringrazio in particolare.

Quindi invio un grande abbraccio virtuale al nostro collega aggredito a Portogruaro e a tutti i suoi colleghi e la massima solidarietà dell’Ordine al Direttore Generale Mauro Filippi e a tutti i dipendenti e convenzionati dell’Ulss 4 Veneto Orientale.

Appare auspicable una diversa destinazione di cifre ormai ragguardevoli, extra bilancio, che arrivano direttamente dai cittadini per un reinvestimento diretto strutturale, di sicurezza e stipendiale per chi si occupa di Urgenza ed Emergenza. E credo che sul punto i cittadini, che utlizzano per necessità questi servizi essenziali, siano d’accordo. I fondi per ospedale e territorio siano utllizzati per migliorare le liste di attesa, ma i soldi che vengono dal Pronto Soccorso restino in Pronto Soccorso: al sottoscritto, pur con tutti i suoi limiti, sembra una scelta logica e si potrebbe fare molto».

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Dottor Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Venezia

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