Un ornitorinco. Somiglia ad un castoro, ma ha il becco di un’anatra e le zampe palmate. È un mammifero, perché allatta i suoi piccoli, ma è anche oviparo, quindi depone le uova. È questo l’animale che ad un certo punto, fa la sua comparsa sullo schermo della sala del Th Hotel Carpegna di Roma. È il suo momento e a chiamarlo in causa è stato Francesco Russo, uno dei principali animatori della Rete di Trieste insieme a Elena Granata.
Ed è così importante da guadagnarsi un posto nello speech con cui il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha aperto La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito, due giorni in programma a Roma: 400 sindaci (e non solo) chiamati nella Capitale a confrontarsi sui temi chiave dell’amministrare per il bene comune.
Il lascito della Settimana Sociale? Il messaggio che l’attività politica è compito della comunità cristiana. Questa energia liberata è confluita in una rete di 700 amministratori, persone straordinarie che fanno volontariato politico. Ecco, vogliamo portare quella politica sui tavoli nazionali, perché quello spirito di servizio serve alla grande politica
Francesco Russo – Rete di Trieste
Pensare in modo inedito
Ma perché l’ornitorinco? Russo ha invitato ad approcciarsi alla Rete di Trieste evitando «le categorie del passato. Pensiamo in un modo nuovo, inedito, mai visto. La rete vuole essere uno strumento per fare politica, perfino più di un partito».
Obiettivo della due giorni è aprire uno spazio di dialogo trasversale sui temi della democrazia (oggi molto fragile), della pace, della dignità, del lavoro e della partecipazione
Emiliano Manfredonia – presidente Nazionale delle Acli
Ovazione al presidente Mattarella
Ornitorinco a parte, la due giorni di Roma traccia un percorso che si è aperto con la Settimana sociale di Trieste e che guarda al sindaco santo Giorgio La Pira, a Vittorio Bachelet, a Papa Francesco. E che si firma nell’ovazione tributata al presidente Mattarella (a seguito degli attacchi che il Capo dello Stato ha subito dal governo russo per le recenti parole pronunciate a Marsiglia sull’invasione dell’Ucraina).
Dopo Pasqua la prima mobilitazione nazionale
La prossima tappa della Rete di Trieste? Appuntamento a dopo Pasqua nei 100 capoluoghi italiani per la prima mobilitazione nazionale. L’idea è arrivare con una piattaforma di valori e di idee da trasformare in una nuova politica, al servizio del bene comune e con radici ben radicate nella dottrina sociale della Chiesa.
Carta di identità della nuova costituente. In queste settimane la rete però non si ferma: i lavori di gruppo, a cui hanno partecipato 400 amministratori, hanno dato indicazioni chiare sui 5 temi intorno a cui nascerà la carta di identità della nuova costituente: giovani e community, dalla solitudine alla condivisione, azioni per un welfare inclusivo, cittadinanza attiva e patti di collaborazione, lotta allo spopolamento dei piccoli centri, formazione dei cittadini alla partecipazione alla coprogettazione dei servizi sanitari territoriali.
Proprio su questi temi nelle 100 città capoluogo, ci saranno 100 conferenze stampa per presentare una mozione o un ordine del giorno da far votare in Consiglio comunale o in Consiglio regionale in maniera unitaria e bipartisan agli amministratori di tutti gli schieramenti.
Dalla prima riunione della costituente è arrivata anche la proposta di un sorteggio per selezionare quelli che faranno parte del coordinamento e che saranno scelti tra coloro che vorranno dare la propria disponibilità in uno spirito di servizio che richiama gli ideali più alti della buona politica.
Sui tavoli di lavoro le nuove emergenze sociali
Sul tavolo della due giorni le risposte alle nuove emergenze sociali (il cohousing e le nuove forme dell’abitare o le azioni a tutela dei richiedenti asilo , fino alle misure innovative per un welfare inclusivo) alle pratiche innovative relative all’ambiente e alla città pubblica (come le comunità energetiche o i patti di collaborazione), dalle politiche per i giovani e l’innovazione sociale alle misure relative all’economia, al consumo critico e alle reti sociali.
Ecco, gli amministratori sceglieranno le priorità che ritengono essenziali per il governo delle comunità locali, evidenziando le misure più efficaci per affrontarle. Queste priorità saranno trasformate in ordini del giorno da presentare ai consigli comunali di appartenenza.
Discutere e fare sintesi
Già, ma che cos’è la rete di Trieste? «Non siamo lobby, non vogliamo dare vita a correnti, non vogliamo far nascere l’ennesimo partito. Siamo una rete nata per rispondere ad un bisogno semplice, forse poco politico: il bisogno di essere meno soli. Quello di chi vive la solitudine in un tempo di linguaggi e comportamenti ostili e si ostina a credere che si possa far politica rimanendo cordiali, fermi, mai aggressivi. Ci piace parlarci, confrontarci, fare sintesi anche se apparteniamo a schieramenti o partiti diversi», ha chiarito Francesco Russo.
Partiti, mettetevi in discussione
Nel suo intervento di apertura Russo ha ribadito: «Non siamo nostalgici di un nuovo centro», aggiungendo che non è tempo di «nuovi contenitori o leadership», rivolgendo ai partiti l’appello ad «abbassare i toni, mettersi in discussione, chiedersi insieme a noi perché hanno perso autorevolezza» e «stanno fallendo nel loro compito di favorire nelle istituzioni l’impegno delle persone più preparate, autorevoli, generose e capaci di creare buona socialità».
La rete come luogo spiazzante e rivoluzionario
Russo ha osservato che «se la democrazia e la partecipazione sono profondamente malate la prima sfida è prendersi cura di questi mali». E ha invitato a «progettare insieme, in un’Italia che non ha bisogno dell’ennesimo protagonismo neppure se venisse da noi cattolici».
Per Russo «la rete parla di temi politici, fa politica; non sarà un partito ma un luogo spiazzante, rivoluzionario capace di un nuovo stile di azione attraverso il quale trovare risposte per migliorare la vita a partire da quella di chi è a margini».
Nel testo foto e video di Alessio Nisi
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