Il mondo dei quattro imperatori: Domenico Quirico analizza i nuovi equilibri geopolitici

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Durante un recente incontro, svoltosi il 4 febbraio in provincia di Torino,  dedicato all’analisi dei conflitti mondiali, il giornalista del quotidiano torinese La Stampa e inviato di guerra, Domenico Quirico, ha delineato un quadro chiaro e incisivo degli attuali equilibri di potere globali.

Domenico Quirico, in maniera lucida e analitica, ha descritto gli scenari odierni come “ il mondo dei quattro imperatori”: Stati Uniti, Cina, Russia e India, ciascuno con caratteristiche e ambizioni differenti.

Gli Stati Uniti: una potenza in declino?

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Quirico ha definito gli Stati Uniti come una potenza in fase di declino, nonostante la loro supremazia militare: “Gli Stati Uniti li descriverei come una potenza declinante. Donald Trump può raccontare tutte le storie che vuole, ma ormai la presa degli Stati Uniti sul mondo è in fase di declino da molto tempo – ha commentato Quirico – Questo declino ha cause molteplici, in particolare economiche, ma anche, in modo paradossale, militari. Gli USA possiedono una forza militare enorme: sono l’unico paese al mondo con una flotta di portaerei distribuite negli oceani strategici, il che consente loro di intervenire rapidamente ovunque abbiano interessi. Possono intervenire militarmente dove vogliono, nel giro di 48 ore. Questa capacità, per ora, è un’esclusiva americana. Tuttavia, c’è un problema fondamentale: la forza potenziale non è sempre una forza reale. Essere in grado di usare la forza non significa automaticamente poterlo fare. Gli Stati Uniti, così come molte altre nazioni occidentali, non vogliono più fare la guerra. Anzi, non possono più farla, almeno non in una forma tradizionale”.

Il giornalista ha spiegato come la guerra, declinata nella sua versione più brutale, oggi sia insostenibile per gli USA: “Perché nel momento in cui una guerra del genere si prolungasse nel tempo e mostrasse la sua vera natura devastante, il consenso al presidente crollerebbe, costringendo il paese a fare un passo indietro. Questa è la difficoltà principale per gli Stati Uniti oggi: mantenere il loro ruolo di superpotenza militare senza la volontà o la capacità politica di sostenere conflitti prolungati e ad alta intensità.”

Domenico Quirico ad un incontro dedicato ai conflitti globali 

La Russia: una potenza militare resiliente

Parlando della Russia, Quirico ha sottolineato il suo ruolo di potenza militare, capace di resistere alle difficoltà e di adottare un approccio alla guerra lento e metodico. “La Russia ha un arsenale nucleare imponente e una strategia militare basata sulla prudenza e sulla resistenza nel lungo periodo. Anche se non si è rivelata potente come Putin aveva immaginato, resta un attore fondamentale nello scenario globale”.

La Cina: il gigante in ascesa

Un altro aspetto interessante dell’analisi di Quirico riguarda la Cina, descritta come una potenza economica e tecnologica in rapidissima espansione, con una crescente ambizione militare. “La Cina sta applicando la sua capacità organizzativa industriale anche in ambito militare. Ha compreso che, per mantenere il controllo sulle risorse di cui ha bisogno, deve diventare una potenza globale anche dal punto di vista bellico. Ecco perché sta costruendo flotte e basi navali strategiche: il controllo dei mari significa il dominio del mondo”.

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India: la nuova potenza emergente

Infine, l’India viene considerata da Quirico come una potenza in grande ascesa, con ambizioni che la portano a giocare un ruolo sempre più rilevante negli equilibri internazionali. La sua crescita economica e il suo peso geopolitico ne fanno un attore destinato a influenzare profondamente il futuro del pianeta.

Le potenze mondiali a confronto 

Il nuovo ordine mondiale post-globalizzazione

Secondo Quirico, il mondo sta entrando in una nuova fase, simile a quella della Guerra Fredda, con un ritorno a blocchi contrapposti. “La globalizzazione, così come l’abbiamo conosciuta, è morta – ha affermato  – Il Sud del mondo non è mai stato realmente globalizzato: molte popolazioni non hanno mai avuto accesso a beni essenziali come l’energia elettrica o l’acqua potabile. Adesso il mondo sta riorganizzandosi in blocchi distinti, e il sogno di uno scambio libero di idee, cultura e consumi è ormai un’illusione”.

La minaccia nucleare: un’arma tornata al centro della scena?

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C’è poi una “spada di Damocle” che pende sulla testa di questo scenario: il nucleare.

“Il mondo ha sfiorato la guerra atomica, per quanto ne sappiamo, con la crisi dei missili di Cuba negli anni ‘60. Ci andò veramente molto vicino. Quell’episodio cambiò sostanzialmente la storia: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, unici detentori del potere nucleare, si resero conto che usare quell’arma avrebbe significato la distruzione reciproca. Da quel momento, l’atomica divenne una ‘non-arma’: esisteva, ma nessuno avrebbe mai osato impiegarla. A Mosca esisteva un sistema decisionale più collegiale, con diversi livelli di potere che valutavano le scelte fondamentali.”

Oggi, però, questo equilibrio sembra essersi incrinato. “Non sono più così sicuro – spiega Quirico –  che questo sistema funzioni ancora. Il potere in Russia non è più collegiale come un tempo, e anche negli Stati Uniti è cambiato il ruolo del complesso militare-industriale. Questo rende meno prevedibili le decisioni sui conflitti. Ho l’impressione che la bomba atomica sia tornata a essere considerata un’arma come le altre: se esiste, perché non usarla?”

Questa riflessione si lega direttamente alla guerra in Ucraina, che Quirico definisce “uno scontro tra USA e Russia per interposta persona”.

Le riflessioni di Domenico Quirico 

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Secondo il giornalista, la percezione della minaccia nucleare è oggi molto diversa rispetto al passato: “All’inizio della guerra, quando l’invasione russa era su tutti i giornali e si temevano escalation imprevedibili, nessuno si è realmente mobilitato per paura dell’atomica. Non si è parlato di rifugi nucleari come negli anni ‘60. Questo è pericoloso, perché le cose che non fanno paura sono spesso le più rischiose. Questa guerra sembra non spaventare nessuno. La mancanza di paura è forse l’aspetto più inquietante di tutti.”

Il ruolo dell’Europa nel nuovo equilibrio mondiale

In tutto questo Quirico si è dimostrato estremamente critico sul ruolo dell’Europa nel contesto geopolitico attuale: “L’Europa, in questo scenario, non conta assolutamente nulla. Se mai dovesse nascere una trattativa di pace, non sarà certo tra Zelensky e Putin, ma sarà una sorta di ‘Congresso di Vienna’ del XXI secolo. Saranno i grandi attori globali—Stati Uniti, Russia, Cina e forse India—a ridefinire gli equilibri di potere e a stabilire le zone di influenza.”

Secondo Quirico, il vero obiettivo di Putin non è l’Ucraina in sé, ma ottenere uno spazio di sicurezza che lo separi dagli Stati Uniti.

“Putin chiede uno spazio vuoto tra lui e il vero nemico, che sono gli americani, non Zelensky. Finché l’Ucraina ha mantenuto un certo grado di neutralità, la situazione era stabile. Ma l’Occidente ha progressivamente spinto Kiev verso una posizione ostile alla Russia, e questo ha innescato il conflitto. Il punto è che le grandi potenze non devono toccarsi direttamente: se lo fanno, il rischio di guerra globale aumenta in modo esponenziale. Creare zone di compensazione e distanziamento è il meccanismo con cui si cerca di garantire la sicurezza.”

La posizione dell’Europa è dunque marginale, relegata a un ruolo passivo di finanziatore e sostenitore delle decisioni altrui. Mentre i nuovi equilibri globali vengono definiti altrove, il Vecchio Continente, a detta di Quirico, si trova a osservare senza avere un vero peso nelle dinamiche internazionali.

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