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La Regione Emilia-Romagna aumenta Irpef, Irap, ticket sanitari e bollo auto innescando le proteste dei sindacati. “Un’uscita che giudichiamo sbagliata e irrispettosa di un confronto con le parti sociali, mai iniziato, che si profilava molto delicato, soprattutto nel momento in cui per finalità anche condivisibili si finisce per mettere le mani nelle tasche dei cittadini” la nota di Cgil, Cisl e Uil.
Gli aumenti
Dopo quasi 20 anni senza aumenti, verrà infatti maggiorata l’addizionale regionale Irpef per il terzo e il quarto scaglione di reddito (28-50mila euro e sopra i 50mila), con un obiettivo di gettito di circa 200 milioni di euro.
Verranno anche rivisti i ticket per alcune prestazioni, in particolare quelle farmaceutiche, introducendo adeguate soglie di salvaguardia: l’obiettivo è di recuperare 50 milioni già dal 2025, che diventeranno 70 milioni a regime.
Riguardo all’Irap, l’aliquota base è oggi pari al 3,9% e verrà applicata una maggiorazione omogenea dello 0,3%, operativa dal 2026, con l’obiettivo di un gettito di circa 100 milioni.
Infine, verrà aumentato del 10% il bollo auto, in una regione – l’Emilia-Romagna – che non ha mai applicato alcuna maggioranza alla tassa automobilistica: il gettito passerà da 500 a 550 milioni, a partire dal 2026.
“Aumenti definiti necessari per mettere in sicurezza il servizio sanitario regionale, la cui tenuta è a rischio per il sottofinanziamento a livello nazionale” affermano da Bologna. Nel complesso la manovra prevede un potenziamento del Fondo per la non autosufficienza, il sostegno al trasporto pubblico locale e il raddoppio dei fondi per la manutenzione di fiumi, coste e frane. E ancora un finanziamento importante al Fondo per l’Affitto e a favore del Patrimonio Erp, oltre che per i servizi educativi e l’inclusione scolastica.
Sono le priorità del bilancio di previsione 2025-27 illustrato dalla giunta regionale in questi giorni a sindacati, associazioni di impresa e amministratori, e presentato oggi pomeriggio in conferenza stampa dal presidente, Michele de Pascale, e dagli assessori Davide Baruffi (Bilancio) e Massimo Fabi (Sanità). Una manovra, la prima della nuova legislatura, che indica le priorità del mandato e si inserisce in un quadro geopolitico generale di grande complessità, caratterizzato dall’incertezza dello scenario economico stagnante e da una cornice di finanza pubblica fortemente compressa dal nuovo Patto di stabilità europeo. Inoltre, aumenta la stretta da parte del Governo verso gli enti locali, che chiederà in media circa 100 milioni di euro all’anno alla Regione per riequilibrare la finanza pubblica nazionale.
Protestano i sindacati
“Siamo sorpresi dalla conferenza stampa della Regione sulla manovra 2025,
una uscita che giudichiamo sbagliata e irrispettosa di un confronto con le parti
sociali, mai iniziato, che si profilava molto delicato, soprattutto nel momento in
cui per finalità anche condivisibili si finisce per mettere le mani nelle tasche
dei cittadini.
Le cinque priorità indicate dalla Regione (sanità, non autosufficienza, messa
in sicurezza del territorio, Tpl e casa) sono condivisibili nei titoli e conformi a
nostre rivendicazioni di lunga data, ma vanno analizzate e contestualizzate.
Tuttavia sul piano delle entrate e della leva fiscale avremmo avuto bisogno di
approfondimenti tecnici e politici, premessa della costruzione di affidamenti
condivisi, collegando l’aumento di tassazione al valore della salvaguardia del
nostro sistema sanitario e sociosanitario.
Per noi è fondamentale preservare i principi di equità e progressività del
sistema, avendo cura che i costi e gli investimenti non gravino sulle tasche di
lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati che già sostengono oltre l’80%
della fiscalità generale e faticano ad arrivare a fine mese. I soldi vanno presi
prima di tutto dalle tasche di chi ne ha di più. Dobbiamo manifestare
rammarico e delusione per una falsa partenza del confronto, sbagliata nel
metodo e, nel merito, incompleta nei contenuti della proposta”.
Baruffi ai sindacati: “Il confronto prosegue”
L’assessore regionale al Bilancio, Davide Baruffi, raccoglie le sollecitazioni arrivate da Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna sulla proposta di Bilancio 2025-27 della Regione.
“Intendiamo tenere conto delle considerazioni espresse da Cgil, Cisl e Uil, compresa la critica sul metodo – afferma Baruffi -, ma assicuro che c’è la piena disponibilità da parte nostra a proseguire il confronto appena avviato in vista dell’approvazione finale del Bilancio, sui tre tavoli chiesti dai sindacati e dedicati a sanità, non autosufficienza e fiscalità”.
“Nel frattempo, però – prosegue Baruffi -, la proposta di manovra che abbiamo presentato tiene già conto di alcune, prime indicazioni che anche nell’incontro di ieri i sindacati hanno formulato circa l’equità del prelievo rispetto alle fasce sociali più deboli. Così come ci conforta aver trovato una prima intesa sulle priorità – dalla difesa del servizio sanitario al potenziamento della non autosufficienza, fino alla casa, al trasporto pubblico locale e alla manutenzione del territorio – che ora potranno essere approfondite rispetto alle scelte puntuali da fare. Ribadisco, infine, la piena disponibilità a un tavolo specifico per calibrare bene la modulazione della contribuzione- chiude l’assessore- e siamo certi che dai sindacati verrà un contributo di merito importante anche su un tema così rilevante”.
Critico il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri
“E alla fine tanto tuonò che piovve. Così si potrebbe riassumere la situazione a cui ci stanno costringendo le bugie, l’arroganza e la prosopopea del Pd di ieri e di oggi”. Particolarmente critico il giudizio del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri dopo gli annunci sulle manovre di bilancio regionale fatti dal presidente De Pascale.
“È chiaro che in tutta questa vicenda l’attuale presidente della giunta regionale ha poche responsabilità personali, ma d’altra parte va anche ricordato che nessun medico gli ha imposto tutte le balle raccontate e le promesse tanto pomposamente fatte in campagna elettorale al solo scopo di tenere in piedi una coalizione unita solo dall’amore delle poltrone come è l’attuale centrosinistra. Bonaccini ha spremuto alla sua parte politica ogni goccia di consenso per approdare nel buen ritiro di Bruxelles, ma i cocci (e che cocci) li ha passati agli amici che gli sono succeduti in Viale Aldo Moro”.
Oltre ad un drastico giudizio sull’operato delle precedenti Giunte di centrosinistra, Tagliaferri, Vicepresidente dell’Assemblea legislativa, entra nel dettaglio di un fallimento ampiamente annunciato. “È inutile dire che da cittadino emiliano-romagnolo sono molto arrabbiato per questo epilogo ampiamente annunciato e la mia rabbia sale alquanto se ricordo le critiche sprezzanti indirizzate a Fratelli d’Italia quando, per primi, avanzammo più di una perplessità sui conti che venivano sciorinati da Bonaccini e dai suoi Assessori. Ora possiamo capire molto bene che i Cau e tutte le manovre restrittive sulla sanità erano messe in atto per coprire il buco di bilancio con cui ci troviamo a fare i conti. Ulteriore artifizio usato dalle ‘volpi’ del Pd è stato poi l’esercizio di bilancio provvisorio, utilizzato per nascondere e negare il più possibile le tante magagne che si presentano ora ai nostri occhi”.
Murelli: “La Regione aumenta le tasse, ma non spende i fondi stanziati per la sanità”
“E’ facile mettere nuove imposte e chiamarle “tasse di scopo” in nome della sanità garantita per tutti. E tutto questo dicendo ai cittadini che la colpa è di un governo cattivo che non dà soldi alle Regioni. Come al solito, la sinistra anziché vedere come vengono spesi le risorse e come funzionano le Asl, preferisce tassare nel nome di un demagogico “noi stiamo dalla parte dei più deboli”. Ricordo solo che la legge di Bilancio 2025 prevede che il finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027. Cifra mai stanziata prima”.
Lo afferma la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Lavoro e sanità, dopo la presentazione del bilancio preventivo della Regione Emilia-Romagna da parte del presidente Michele De Pascale. “Una presentazione che ha sorpreso anche i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil. Sindacati che lamentano di non essere stati consultati su un tema delicato come il fisco. La Regione ha messo da parte partecipazione e condivisione?”.
Secondo la senatrice “è positivo che la nostra sia la Regione che destina la cifra più alta d’Italia alle persone non autosufficienti, ma ci sono alcuni punti mai chiariti. Ad esempio, nel febbraio 2024 la Lega, con l’ex consigliere Daniele Marchetti, aveva sottolineato in Assemblea che “dall’ultima rendicontazione sull’utilizzo del Fondo regionale per la non autosufficienza per il 2022 emerge che non sono stati utilizzati circa 35 milioni di euro, una questione non risolta nemmeno a seguito dell’integrazione di 18 milioni di euro stabilita nella variazione di bilancio regionale””. Marchetti, a fine legislatura, chiese dati più aggiornati “ma non ho mai avuto risposta”. La senatrice, poi, ricorda anche che la Regione ha aumentato, “di circa 1.500 euro l’anno”, le rette per le Case residenza anziani e per i Centro socio-riabilitativi per persone con disabilità.
Murelli, infine, rimette nel mirino anche la spesa delle singole Asl chiedendo a De Pascale “come intenda controllare i costi essendo oggetto di delibere regionali precedenti, ma nulla è poi stato attuato, sempre considerando che la legge di Bilancio 2025 prevede un potenziamento del monitoraggio della spesa”.
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