Ohana all’associazione #Noi: «Così a colpi di legalità insegniamo a combattere la mafia»

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Ohana è il nome che l’Associazione Antimafia #Noi, insieme al sindacato Uil, ha scelto per il locale nel X Municipio, parte del patrimonio del comune di Roma, ottenuto dall’Associazione con regolare bando di concorso pubblico. L’immobile, all’incrocio tra via Martin Pescatore e via Castel Porziano, famoso per la scena del film “Un sacco bello” in cui Carlo Verdone gioca a flipper, è stato per anni abbandonato e poi successivamente chiuso per mala gestione. Sarà in queste stanze, immerse nella pineta di Castel Fusano, che prenderà il via il progetto di Management Antimafia, promosso da #Noi e Uil. Sarà qui che “Ohana” diventerà realtà.

Un traguardo di legalità

«Ancora una volta la legalità vince» ha detto a #Noi Antimafia Massimo Coluzzi, presidente dell’Associazione #Noi che, nel dicembre 2024 insieme al segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, ha ricevuto le chiavi dell’immobile. «Ohana che significa famiglia – ha spiegato – diventerà una struttura per corsi di formazione organizzati nell’ambito del progetto congiunto – Uil e #Noi – di Management Antimafia». L’obiettivo, infatti, ci tiene a sottolineare il presidente Coluzzi con l’emozione stampata negli occhi, è «avviare questi giovani ragazzi al mondo del lavoro formandoli all’antimafia, insegnando loro a gestire attività precedentemente gestite in condizioni di illegalità». La volontà è quella di «mettere un freno al circuito illegale» che la criminalità organizzata, in qualsiasi modo, cerca di alimentare. «Ormai da tempo – ha sottolineato il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri – abbiamo deciso di collaborale con l’Associazione #Noi per <realizzare progetti che coniughino legalità, formazione per i giovani e creazione di occupazione». «Una buona pratica, questa – ha concluso – che, da sindacato delle
persone, vogliamo continuare a sostenere per affermare concretamente, nella quotidianità e sul territorio, valori civili e sociali di alto profilo».

Il progetto di Management Antimafia

A dare inizio alle attività di “Ohana” sarà il corso di Management Antimafia, un progetto a misura di giovani, gli stessi ragazzi della sezione Giovani dell’Associazione #Noi che hanno scelto di chiamare così il locale. «Ohana – hanno detto a #Noi Antimafia con la voce tenera e forte di chi ha le mani che impastano la vita– significa famiglia, e famiglia significa che nessuno è mai solo». Qui impareranno come gestire a tutto tondo un’attività commerciale confiscata alla mafia con una formazione che andrà di pari passo su due livelli: teorico e pratico, attraverso 96 ore di lavoro sul campo. A guidarli sarà Carlo Magni, professionista di lungo corso nel settore e responsabile della formazione che, nel corso di un primo incontro con gli aspiranti corsisti ha riassunto in poche parole l’ambizione di questo progetto, un’ambizione che ha a che fare direttamente con il bene comune e la cittadinanza attiva. «Tutti devono saper fare tutto – ha detto, dando loro una prima infarinatura di ciò che saranno chiamati a realizzare – perché l’obiettivo è che ognuno dia il proprio contributo, che ognuno cresca e sia chi è». Dare il proprio contributo significa operare per la legalità. Nel team “Ohana” si formeranno baristi, personale di sala, manager e tante altre figure professionali.

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Il circuito virtuoso

I migliori del corso, poi, potranno entrare a far parte dell’organico delle strutture confiscate, in accordo con gli amministratori giudiziari che lavorano col tribunale di Roma nella sezione Misure di Prevenzione. Il presidente Coluzzi ha portato all’attenzione che «i beni che vengono sequestrati alle mafie restano a lungo chiusi perché non ci sono persone in grado di gestirli e di dare una continuità all’attività», per questo l’antimafia passa anche per la formazione dei più giovani ad una professione, diventando opportunità di lavoro a tutti gli effetti. «Trovo sia progetto lungimirante – ha dichiarato la giornalista Federica Angeli, presidente onorario dell’associazione #Noi piena di orgoglio – in grado di creare un circuito virtuoso che si compone di posti di lavoro, quindi stipendi, contratti etc e di figure professionali di valore al servizio dello Stato. É un importante traguardo per la nostra associazione e credo che replicheremo il modello in tante altre città».



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