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XI Congresso Uisp Emilia-Romagna: Balestra rieletto presidente in una giornata ricca di spunti
Al mattino il LivingLab con esperti e talk, al pomeriggio il dibattito: «Cerchiamo un ecosistema attrattivo e dinamico attorno al Terzo Settore»
Oltre 200 persone tra delegati e ospiti hanno animato l’XI Congresso Uisp Emilia-Romagna a Bologna, presso l’Hotel Savoia Regency, in una giornata intera e intensa di lavoro e dibattito. La mattinata è stata dedicata a un confronto ampio inserito in un Living Lab all’interno del progetto TranSport, finanziato dal Ministero del Lavoro. Un’occasione unica per sentire voci esterne rispetto al mondo Uisp su tanti temi che toccano in maniera determinante anche il mondo dell’associazionismo sportivo: salute e prevenzione, cambiamenti climatici, evoluzione demografica, costo dei conflitti. Poi anche comunicazione sociale dello sport di base e infine sport in Costituzione tra forma e sostanza.
Hanno aperto i lavori i saluti istituzionali di Roberta Frisoni, assessora allo sport e turismo della regione Emilia-Romagna: «Raccontare le belle storie di sport è un valore aggiunto alle nostre politiche, siamo felici di collaborare assieme a un’associazione che ha nel proprio motto l’hashtag #sportpertutti».
È seguito il nocciolo vero e proprio del LivingLab all’interno del progetto TranSport, aperto presidente della regione, Michele de Pascale, con un video-intervento sul tema della sostenibilità sanitaria: «Anche Uisp Emilia-Romagna affronta il tema centrale della sfida che abbiamo lanciato agli emiliano-romagnoli per i prossimi cinque anni – le parole del presidente – quello di una nuova visione, onnicomprensiva, delle politiche per la salute. Rischiamo di passare alla storia come la generazione che distrugge il Sistema Sanitario Nazionale, e lo dice il presidente di una regione in cui il sistema è più efficiente che in altri luoghi. L’Emilia-Romagna vuole lanciare a tutte le associazioni di promozione sportiva, Uisp in testa, la sfida di proteggere la salute in maniera ancora più capillare e particolareggiata, costruendo ad hoc percorsi sportivi adeguati, passando attraverso le attività e gli impianti in un sentiero che parta dall’infanzia e arrivi alla terza età». Dopo di lui Pierluigi Randi, meteorologo e presidente AMPRO, sul tema dei cambiamenti climatici: «Cè un prima 2023 e un dopo 2023: nulla è più come prima dopo gli sconvolgimenti avvenuti ormai due anni fa. Oggi certi quantitativi di pioggia che prima non avrebbero comportato problemi, li comportano perché l’Appennino non trattiene più le stesse quantità di acqua. La prima reale causa è l’aumento delle temperature globali, che va a velocità doppia nell’area mediterranea. Lo stress da caldo ha ripercussioni anche sulle attività sportive, si dovrà ripensare agli orari in cui fare sport perché certe fasce della giornata possono diventare insostenibili. Altri esempi sportivi? Basta guardare la nevosità degli ultimi anni, bisognerà pensare ad alternative al turismo invernale». Di seguito Gianluigi Bovini, statistico e demografo: «La popolazione sta cambiando e la fascia della terza età, sempre più preponderante, è anche sempre più sola. Le sfide del sistema sanitario allora saranno anche quelle della garanzia delle cure a 4-5 milioni di anziani in più. Per lo sport calerà l’utenza giovane ma ci sarà un immenso bacino di utenza con più di 65 anni da andare a intercettare. Il dato critico è quello del calo delle persone in età lavorativa». Infine Francesca Farruggia, ricercatrice di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza di Roma: «Sono 56 i conflitti in atto, il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, 110 milioni di rifugiati, una spesa militare mai così alta a livello globale. L’Italia è al terzo posto nella UE per spese militari, al 23esimo per spesa sull’istruzione, con il 28% della popolazione analfabeta funzionale, dietro solo la Turchia. Su questo dobbiamo riflettere». Giorgio Bitonti, segretario generale Uisp Emilia-Romagna, ha parlato di numeri, facendo un quadro esaustivo della realtà sportiva emiliano-romagnola: «Abbiamo provato ad accendere un faro sulle associazioni in Emilia-Romagna guardando anche fuori dall’orto Uisp, parlando del sistema sportivo regionale nel suo complesso, cercando di cogliere criticità e provando a leggere le aree su cui si può intervenire per consolidare l’esperienza sportiva in ambito associativo. Un dato su su tutti? La pratica sportiva in Emilia-Romagna è un fenomeno che coinvolge un milione di persone, con una grande prevalenza di praticanti a livello amatoriale. È questo il bacino d’utenza a cui noi ci rivolgiamo».
Il dibattito ha poi lasciato spazio ai talk. Tobia Ansaloni e Alessandro Ferri per Indipendente Sportivo e Carlo Pedrielli per L’umiltà di chiamarsi Minors hanno parlato dello sport amatoriale come fenomeno social ne “Lo sport che non conta”: «Il nostro scopo è esaltare le differenze, e grazie a questo riusciamo a parlare in modo leggero anche di temi importanti come razzismo, sessismo, discriminazioni. È il tono che fa la differenza: differenze che per noi non sono qualcosa di negativo, ma un aspetto del tutto positivo e arricchente del nostro modo di vedere lo sport e la sua diffusione. Diamo voce a uno sport diverso, che fa divertire noi e il nostro pubblico. I mass media non ci considerano? Proprio per questo il nostro ruolo diventa importante: diamo voce a uno sport che altrimenti non avrebbe risalto».
Flavio Tranquillo, giornalista di Sky e scrittore, ospite d’eccezione della giornata, si è soffermato a lungo in una conversazione con Enrico Balestra tra “Forma e sostanza: lo sport nella Costituzione”: «Non avevo mai ragionato dello sport come fenomeno in quanto tale, prima della pandemia. Da quel momento ho provato a capire cosa poter fare per arricchire quello che è un presidio sociale fondamentale. Cultura è la parola più difficile da definire e farci entrare lo sport è un elemento: ci vogliono decenni però per creare un mondo dove sport sia cultura. Merito e meritocrazia sono spesso individuati mediante il risultato sportivo, ma nemmeno il contrario va bene, se vincere o perdere è la stessa cosa».
Il pomeriggio ha poi visto al centro la relazione di Enrico Balestra, candidato presidente Uisp Emilia-Romagna anche per il quadriennio 2025-2029: «Abbiamo oggi una strategia complessiva? Complici le contingenze, vedi Covid o guerre, no. Siamo un paese abituato a improvvisare, e lo facciamo alla grande, ma spesso questo ci fa dimenticare che ci vuole un’idea complessiva, una strategia appunto. Se vogliamo fare nostra la lezione delle alluvioni o dei terremoti è quella di apprendere dagli errori, non costruire dove si era costruito prima. Ci vuole un ecosistema attrattivo e dinamico attorno al Terzo Settore, che abbia fantasia e sappia accogliere le fragilità. Molti dei passi avanti si fanno attraverso gli shock, che migliorano la risposta. I nostri delegati non solo rappresentano cosa è la Uisp oggi, ma cosa potrà essere in un futuro ormai prossimo». Dopo di lui l’intervento video di Tiziano Pesce, presidente Uisp Nazionale: «La nostra è una rete associativa che sempre più fa tesoro delle differenze e sempre più è in grado di affrontare sfide nuove all’interno della vita democratica della rete Uisp, segnali che mandiamo anche al di fuori del nostro mondo. Senza dimenticare la nostra rete di rapporti e nel Terzo Settore, con l’impegno per le semplificazioni normative che oggi sono all’ordine del giorno».
La giornata si è poi conclusa con un dibattito nel quale la commissione politica costituita da Azio Minardi, Vera Tavoni ed Eleonora Banzi ha prodotto un documento da proporre a Uisp Nazionale sulla rete tra i territori, la formazione e i settori di attività. Poi via al dibattito (ben 23 gli interventi) e alla fine la votazione che ha confermato Enrico Balestra come presidente Uisp Emilia-Romagna anche per il prossimo quadriennio.
pubblicato il: 15/02/2025 | visualizzato 125 volte
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