La Link University rilancia, richiesta per altri sei corsi nelle Marche «Ulteriore umiliazione per i nostri atenei»

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La lettera inviata dalla Link University, resa nota dal consigliere regionale dem Romano Carancini

La Link University rilancia e propone di aprire altri sei corsi nelle Marche di Fisioterapia e Osteopatia. Quella che a tutti gli effetti potrebbe rappresentare una bomba politica per la Regione e il presidente Francesco Acquaroli è stata sganciata venerdì dall’ateneo privato, fondato da Francesco Polidori, la cui famiglia, come dimostrato dalla ricostruzione di Cronache Maceratesi, è stata tra i più grandi finanziatori della Lega per la campagna elettorale delle politiche 2022.

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Francesco Acquaroli

Il dg della Link University ha scritto una lettera convocando le parti sociali (Comuni, sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali) per martedì alle 12 e chiedendo un parere preventivo sull’istituzione di sei corsi di Fisioterapia e Osteopatia sempre a Macerata, Ascoli e Fano. Consultazione propedeutica a chiedere un nuovo parere della Regione, che già aveva dato il via libera alla prima richiesta dell’ateneo telematico, quella di istituire corsi di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria sempre a Macerata, Ascoli e Fano.

Già il primo parere positivo della giunta Acquaroli,  che ora dovrà essere avallato dal Miur con una valutazione vincolante, aveva generato un vespaio di polemiche. Le quattro università pubbliche delle Marche (Ancona, Macerata, Camerino e Urbino), gli Ordini dei medici, i sindacati, gli studenti e le forze di opposizione si erano scagliati contro la Regione, accusandola di voler indebolire il sistema pubblico a vantaggio di quello privato e contestando la principale motivazione addotta per il via libera all’ateneo telematico: quella di colmare la carenza di medici. Chi si è opposto ha fatto notare che senza un accordo con cliniche e ospedali, all’università privata mancherebbe una parte fondamentale per completare la formazione dei medici. E inoltre le rette da 20mila euro l’anno non rappresentano di certo un incentivo all’iscrizione.

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Romano Carancini

Ora questa nuova richiesta rischia di riaccendere le ceneri dello scontro politico. «Lo scandaloso parere reso da Francesco Acquaroli il 1° febbraio scorso che ha autorizzato la Link a operare nelle Marche, senza una vera ragione, senza un perché a norma di legge, ha indebolito irrimediabilmente l’identità pubblica della formazione universitaria nella nostra regione – tuona il consigliere regionale dem Romano Carancini, che ha anche fatto un accesso agli atti per leggere il parere ufficiale della Regione – Ma soprattutto Francesco Acquaroli è come l’ingegnere che smette di controllare la diga o che, addirittura, decide di non riparare le crepe della stessa. La diga del sistema universitario pubblico delle Marche, alla fine, crolla. Un’umiliazione e una delegittimazione inaccettabili dei nostri prestigiosi e autorevoli atenei. È Francesco Acquaroli “l’ingegnere” di questo scempio». Carancini rincara e ricorda che il gruppo Pd, con lui primo firmatario, aveva presentato un emendamento all’ultimo bilancio di previsione approvato alla Regione per «cercare di ridimensionare il taglio dei fondi agli atenei pubblici, che – aggiunge – non è stato minimamente preso in considerazione dal centrodestra. Questo dà la cifra del loro operare. Ora dopo un primo parere come quello già rilasciato, come faranno a dire no a questa nuova richiesta?»

(Redazione Cm)

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