MESAGNE – Fernando Burgo è un nome che richiama eccellenza, eleganza, innovazione e determinazione. La sua è una storia unica, di quelle che ispirano, che accendono la voglia di sognare e di lottare per raggiungere traguardi apparentemente impossibili. Dalle strade polverose di Mesagne, piccolo borgo pugliese degli anni Quaranta, alla creazione di un impero formativo nel settore della moda, la vita di Burgo è un viaggio straordinario fatto di resilienza, coraggio e visione.
Nato nel 1941, Fernando è l’ultimo di cinque figli di una famiglia umile. Vivevano in una casa di appena 36 metri quadrati in via Ionima, dove la quotidianità era scandita dal lavoro nei campi e dal pane condiviso. Eppure, nonostante le difficoltà, Fernando mostrava già da bambino una personalità vivace, un leader naturale capace di trasformare la povertà in terreno fertile per la creatività.
La scuola, tuttavia, non fu un’esperienza felice per il giovane Burgo. A Mesagne, frequentare l’Istituto De Amicis significava sottostare a un sistema educativo rigido, che mal si adattava alla sua esuberanza. Dopo essere stato bocciato due volte in terza elementare, fu solo grazie alla pazienza del maestro Volpe che riuscì a ottenere la licenza. Ma il sogno di una vita diversa lo chiamava altrove.
L’11 maggio 1958, con una valigia leggera e un cuore pieno di speranze, Fernando salì su un treno diretto a Milano. Quel viaggio segnò l’inizio di una nuova era, un salto nel vuoto che lo portò lontano dalla sua terra, ma mai dalla sua determinazione. La Milano degli anni sessanta era una città in rapida crescita, un fermento di opportunità che Fernando seppe cogliere con intelligenza.
Nel 1961 fondò la sua prima scuola di moda a Milano. Da un’idea semplice ma rivoluzionaria – portare l’arte del taglio e cucito alle giovani donne che non potevano spostarsi – nacque il «metodo Burgo». Organizzò corsi nelle case, coinvolgendo più di tremila ragazze nel giro di pochi anni. Grazie a una visione imprenditoriale lungimirante, Burgo utilizzò spazi messi a disposizione dagli ordini religiosi e impiegò come insegnanti le sue stesse allieve.
Il successo fu immediato. Nel 1963, Fernando comprò la sua prima Ferrari, una 250 GT, simbolo di un’ascesa rapida ma costruita con il sudore e l’ingegno. E mentre percorreva l’autostrada Milano-Roma in meno di tre ore, stava già progettando il futuro del suo istituto.
Gli anni settanta segnarono un’ulteriore espansione. Milano, ormai capitale della moda, divenne il trampolino di lancio per l’Istituto Burgo, che iniziò a collaborare con riviste prestigiose come Amica, Grazia e Annabella. Le tendenze venivano analizzate con rigore, grazie anche al contributo di Promostyl, un approccio che rese i diplomati Burgo tra i più richiesti dai grandi stilisti dell’epoca.
La forza dell’Istituto risiedeva – e risiede tutt’oggi – nella capacità di mettere lo studente al centro. Oltre all’insegnamento delle tecniche sartoriali, Fernando Burgo e il suo team hanno sempre mirato su un approccio empatico, umano, creando un legame che va oltre le aule. Non è un caso che molti studenti abbiano iniziato la loro carriera in marchi iconici come Dolce&Gabbana, Armani ed Etro.
Oggi, l’Istituto di Moda Burgo è un faro internazionale, un simbolo di tradizione e innovazione con oltre 18 sedi sparse in tutto il mondo, dal Messico all’Indonesia, dalla Russia all’Egitto. Ovunque, il marchio Burgo è sinonimo di qualità, eccellenza e passione per il Made in Italy.
Eppure, dietro i numeri c’è l’anima di un uomo che non ha mai dimenticato le sue origini. «Ho vissuto naufragi, percorso strade impervie, scalato montagne, volato senza ali», racconta Burgo. «Ho fatto tutto quello che potevo, perché altro non volevo fare». Parole che riflettono non solo il successo, ma anche l’umanità di un uomo che ha saputo vedere la bellezza nelle piccole cose, mantenendo intatta l’umiltà delle sue radici.
Oggi, il testimone è passato ai figli Stefano e Monica, che con dedizione portano avanti l’eredità del padre, adattandola alle sfide della modernità. Ma il cuore di questa storia resta immutato: un bambino di Mesagne che ha osato sognare, trasformando il proprio destino e quello di migliaia di persone, lasciando un segno indelebile nel mondo della moda. Un sogno che non si è infranto.
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