La squadra di Conte rimonta lo svantaggio ma poi è colpita da Dia all’86’. La sensazione è che la squadra fosse a disagio con il 3-5-2. L’allenatore:«Non posso dire nulla ai ragazzi, noi lavoriamo contro tutto quello che succede»
Terzo pareggio, terza rimonta da situazione di vantaggio, primato in classifica a rischio domani sera, ma sarebbe sorpasso per un solo punto, la situazione sarebbe invariata e non c’è da fasciarsi la testa. Ma ci sta. E’ stata una battaglia che il Napoli ha dovuto combattere nonostante i problemi che lo affliggono, contro un avversario più in forma e determinato. Finisce 2 a 2 (i gol al minuto 6 di Isaksen, di Raspadori al 12, l’autorete di Marusic al 64, il definitivo pareggio di Dia al minuto 86). Antonio Conte era inferocito a fine partita, nonostante il finale in totale emergenza in difesa, dove è finalmente entrato Rafa Marin, lodato nel dopo partita dal tecnico. Ma onestamente la Lazio ha cercato il pareggio con forza e continuità e se lo è meritato tutto (12 tiri nello specchio della porta a 5 nell’intero match). A un certo punto, nel secondo tempo, la partita è diventa un assedio. La Lazio non ci stava a perdere per l’autorete di Marusic. Per carità, tante cose belle da ammirare nel Napoli, la prova dei tre difensori, il doppio regista difensivo e offensivo (Lobotka e Anguissa) e soprattutto il grande Jack ritrovato. L’inserimento di Giacomo Raspadori è la notizia positiva di questa serata tutto sommato amara per come si era messa e per come è finita. Non soltanto il gol segnato al minuto 12, ma la capacità di giostrare e costruire con Lukaku. Giacomino è tornato.
Invece, se di prestazioni si deve parlare, i due quinti, Di Lorenzo e Mazzocchi non hanno sempre convinto. La sensazione è che la squadra fosse a disagio con uno schema che in fin dei conti veniva eseguito per la prima volta. Un lungo abbraccio fra Raspadori e Lukaku nel riscaldamento segna il patto che reggerà il Napoli contro le raffiche laziali. Si comincia ed è subito una Lazio disinvolta e aggressiva a prendere campo. Dopo un minuto, su un rinvio di Meret, ci sono quattro giocatori di Baroni in agguato sulla tre quarti. Un’immagine simbolo della partita. E il Napoli soffre subito. Al minuto 6 Rrahmani rinvia di testa in modo dissennato e consegna palla a Isaksen che evidentemente sta ancora giocando la partita d’andata e con la stessa facilità infila la porta del Napoli. Meret la tocca ma non riesce a mandare fuori. Sei minuti e già uno a zero per la squadra di Baroni. Potrebbe essere l’inizio di una debacle, ulteriori esitazioni sembrano avallare l’impressione. Ma al minuto 12 entra in funzione l’asse centrale del Napoli. Lancio di Rrahmani su errore Lazio, raccolto da Raspadori che scambia in un triangolo stretto con Lukaku. E’ in area e ha davanti Guendouzi, che viene superato in scioltezza e la palla passa sotto le gambe di Provedel. La partita è di nuovo in piedi. La partita si riequilibra, anche perché la Lazio perde il centravanti Castellanos per infortunio.
Quindi ennesimo recupero del Napoli dopo uno svantaggio. La squadra però continuerà a faticare per tutto il primo tempo, tenuto in piedi dall’asse centrale e dalla doppia regia Lobotka Anguissa. Ma il Napoli è come bloccato dal presidio del territorio effettuato dalla Lazio e regolarmente cerca uno strano palleggio all’indietro a bassa velocità. Non si capisce se mancano le idee o le forze. Il dubbio si scioglie nel secondo tempo, quando finalmente la squadra carbura, ma non cambia assetto. Dopo l’autorete di Marusic, in una azione originata da Politano, inserito sulla fascia che ha, come dice Conte in fase di commento, «è entrato e ha dimostrato che volevamo vincere». Il mister è dispiaciuto per i quattro punti persi a Roma in quindici giorni e in commento rilascia parole misteriose: «Non posso dire niente ai ragazzi, noi lavoriamo, contro tutto quello che succede». E che succede? Vai a sapere…
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