Record in Lombardia. Rispetto a un anno fa circolano diversi virus: scendono nelle basse vie respiratorie o sono causa di sovrainfezioni batteriche
Da pochi giorni, con un mese di ritardo rispetto allo scorso anno, è stato superato il picco dell’influenza che ha messo a letto 17 milioni di italiani. Con i virus influenzali e parainfluenzali sono lievitati anche i casi di polmoniti, complicanza tipica dell’influenza, che stanno ancora mettendo sotto pressione medici di famiglia e ospedali, con pazienti che affollano i pronto soccorso e studi medici di tutta Italia.
Che cosa guida il boom di polmoniti?
Rispetto alla scorsa stagione, oltre all’influenza, particolarmente aggressiva, stanno circolando diversi altri virus: in maniera consistente il Virus Respiratorio Sinciziale (non solo nei bambini, ma anche negli adulti e negli anziani) in misura minore rispetto al passato Sars-CoV-2, il Rhinovirus, i parainfluenzali e il Metapneumovirus: questi virus possono trasferirsi dalle alte alle basse vie respiratorie e causare polmoniti; allo stesso tempo possono provocare un’irritazione delle mucose delle vie respiratorie e un abbassamento delle difese immunitarie, condizioni che favoriscono sovrainfezioni batteriche di tipo polmonare.
Quali sono le regioni più colpite?
Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sardegna. In particolare in Lombardia i dati documentano un aumento molto significativo degli accessi in pronto soccorso per polmonite, più che dei ricoveri, in tutte le classi di età e su tutto il territorio. Ad esempio, nella sola settimana tra il primo e il 7 febbraio, nei pronto soccorso lombardi sono state effettuate 1989 diagnosi di polmonite contro le 1.044 della stessa settimana del 2024.
Quanti decessi si registrano in Italia?
Ogni anno in media muoiono in Italia circa 11 mila persone a causa della polmonite,con circa 150 mila ricoveri.
Quali sono i sintomi della polmonite?
Le infezioni virali sono spesso molto aggressive sulle mucose respiratorie e di conseguenza si manifestano sintomi come tosse stizzosa o produttiva (grassa) respiro sibilante, mancanza di fiato, malessere prolungati nel tempo. Queste condizioni di debolezza spianano la strada alle infezioni batteriche. Le polmoniti causate da germi atipici come il Mycoplasma pnrumoniae invece hanno in genere un esordio piuttosto graduale e sono di frequente accompagnate da sintomi più generici come mal di testa, dolori muscolari, nausea.
Ci sono vaccini che difendono dalla polmonite?
Il vaccino contro l’influenza è efficace nei confronti delle forme gravi di malattia e delle complicanze, di origine virale e batterica. Ad oggi, a livello nazionale, i dati parziali di vaccinazione sono simili allo scorso anno: si sono vaccinati il 56% degli over 65 (popolazione target), solo il 24,3% tra i 60 e i 64 anni e il 20% tra i 6 mesi e i 6 anni. È disponibile anche la vaccinazione contro lo pneumococco, raccomandata nella popolazione anziana che, oltre a prevenire la polmonite diminuisce il tasso di ospedalizzazione.
Quando bisogna rivolgersi a un medico?
Va consultato il medico quando la febbre dura più di 3-4 giorni, compaiono sintomi come difficoltà a respirare, dolore toracico e, soprattutto negli anziani, confusione mentale. Il fatto che si stia registrato in particolare un aumento degli accessi in pronto soccorso documenta che non c’è una risposta abbastanza adeguata sul territorio: i medici di medicina generale sono presi d’assalto e le strutture come le case della salute dove effettuare esami diagnostici hanno difficoltà a entrare in una fase operativa.
(hanno collaborato Sergio Harari, professore associato di Medicina Interna, Università degli Studi e Ospedale San Giuseppe MultiMedica a Milano e Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie)
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