Silvia Scopelliti: “Lavoravo in finanza ed è arrivato il burnout. Lo yoga mi ha portato in salvo”

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“Avevo sempre sognato di lavorare nell’ambito finanziario, ma poi quando è partita la mia carriera in questo settore, ho iniziato a soffrire di attacchi di panico e poco dopo è arrivato anche il burnout”. A raccontare la sua storia è Silvia Scopelliti, una donna di 36 anni che ora vive a Lugano e ha chiesto di raccontare la sua storia mettendoci il nome e anche la faccia: quella che vedete nella foto, in alto, è lei.
Racconta di aver rivoluzionato la sua esistenza grazie a un lungo viaggio nel sud-est asiatico, durante il quale ha capito come cambiare in meglio la propria vita ed essere felice. “Oggi insegno yoga e crescita personale alla mia community di quasi 200.000 persone su Instagram”.

Il sogno di una carriera nel mondo della finanza

“Sono nata in Valle d’Aosta e, dopo il liceo, mi sono trasferita a Milano per studiare Economia e poi Finanza in un’università privata. Dopo la laurea specialistica, ho intrapreso una carriera in ambito finanziario, lavorando prima presso una banca di investimento e successivamente in istituti privati. Mi ero immaginata così il mio futuro: un lavoro nel Investment Banking, una carriera difficile, ma che mi dava grandi soddisfazioni. Fino a quando non mi sono immessa nel mondo lavorativo, ero convinta che quel sogno si sarebbe potuto trasformare in realtà. All’esterno, tutto sembrava procedere a gonfie vele: un percorso professionale promettente, una buona posizione e una vita sociale soddisfacente. Invece, dentro di me vivevo una realtà differente. Il ritmo frenetico e stressante della finanza e i problemi personali, collegati anche a traumi non ancora “digeriti”, avevano creato un terreno ideale per far crescere la mia ansia”.

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Gli attacchi di panico e il burnout

“Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. Stavano diventando via via sempre più frequenti e la mia cattiva abitudine di esserci sempre per tutti tranne che per me, mi portava a trascurarmi, mentre il disagio interno aumentava. L’ansia mi aveva già dato diversi avvertimenti più o meno da quando avevo diciott’anni, segnali che però avevo preferito ignorare. Se gli attacchi di panico avvenivano di rado ma lasciavano il segno, quella che era diventata parte delle mie giornate, era la sensazione di nodo alla gola. Una tensione costante che non riuscivo a spiegare e togliere. Soffrire di ansia mi faceva mettere in discussione le mie scelte e sentire in colpa quando non ero produttiva o non ero disponibile per gli altri. Gli attacchi di panico arrivavano nei momenti più inaspettati: una volta è avvenuto in corridoio al lavoro e mi sono chiusa in bagno per dissimulare. Un’altra volta in auto e mi sono subito messa nella corsia di emergenza. Era come se il mio fisico volesse dirmi qualcosa, ma io non avevo la forza di ascoltarlo. Poi un giorno, mentre mi trovavo in centro a Milano, sento il corpo cedere: sono crollata a terra senza energie. Le avevo esaurite. Anche se mi hanno portato al Pronto Soccorso, la mia diagnosi non identificò quello che avrei scoperto essere solo tempo dopo: burnout. Ci misi diverse settimane ad avere di nuovo la forza anche solo per fare una camminata. Purtroppo, quando soffri di esaurimento fisico e mentale il tuo corpo impiega il tempo non solo per ritrovare le energie, ma anche per non sentirsi più sotto minaccia. Dopo quell’evento, si accese un campanello d’allarme interno: dovevo iniziare a prendermi seriamente cura di me”.

Un viaggio per ritrovare il benessere

“Così iniziai ad essere più costante nel fare yoga e meditare e prendermi dei momenti di serenità, delle vere boccate d’aria. È stato circa sette anni fa che una vocina interna ha urlato: “Basta!”. È stato il mio punto di svolta. Non potevo più ignorare i segnali del mio corpo e della mia mente, e così presi la decisione più importante della mia vita: ripartire da me. Come? Mollando tutto. Sono partita prima per Bali e poi ho visitato da sola paesi come Vietnam, India, Nepal, Sri Lanka e Thailandia. Ogni viaggio ha rappresentato una tappa di guarigione. A Bali ho imparato la gioia che si prova quando si fa qualcosa che si ama davvero. In India ho scoperto il potere di rallentare e osservare. In Nepal, tra le montagne, ho sentito per la prima volta la connessione con qualcosa di più grande di me. Mentre viaggiavo, ho incontrato tante persone molto diverse tra loro, ma tutte sono riuscite ad insegnarmi qualcosa e a rafforzare l’idea dentro di me che esiste un percorso unico per ognuno. Non serve a nulla seguirne quello che gli altri o la società hanno tracciato per te, perché così rischiamo solo di compromettere la nostra felicità. Viaggiare da sola mi ha obbligato a guardarmi dentro, a fare i conti con le mie paure e a trovare una forza che non sapevo di avere. Una volta tornata in modo più stabile a Milano, ho deciso di resettare la mia vita partendo da zero: la laurea resta appesa al muro, voglio insegnare yoga e meditazione.
Ho cominciato pian piano anche condividendo foto di asana e piccoli consigli sul mio profilo Instagram @silvizz. Quando è scoppiata la pandemia, ho sentito il bisogno di fare qualcosa in più per gli altri: sono stata tra le primissime insegnanti a offrire lezioni di yoga e meditazione in diretta gratuite, per aiutare le persone a ritrovare un po’ di serenità in un periodo così difficile e confuso. Negli anni, ho sviluppato perfino un approccio mio e ci ho scritto un libro.
Se oggi condivido la mia storia, è per far capire che trasformare non significa rigettare il passato. Ho imparato delle lezioni importanti sia dalla finanza (creando un mio progetto imprenditoriale) che dall’ansia (che mi ha insegnato ad ascoltarmi sin dai primi segnali) e credo che rinascere alla fine significhi solo una cosa: volere il meglio per sé. Oggi guardo al mio passato con gratitudine. Senza quei momenti difficili, non sarei la persona che sono diventata”.

La psicoterapeuta: “C’è voluto un tracollo emotivo importante perché Silvia riuscisse ad accogliere, suo malgrado, i suoi bisogni più profondi”

“Silvia regala un bellissimo insegnamento, ovvero quanto allearsi con il proprio corpo e imparare ad ascoltarlo sia una base fondamentale per raggiungere il benessere psicofisico”, spiega la dott.ssa Maria Claudia Biscione, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa.
“Quello che ci racconta ci dimostra, anche, come la determinazione nel raggiungere degli obiettivi, saper focalizzare e puntare con assertività a un risultato, non sempre, però, sia legato ai veri bisogni intimi o, sia il frutto di un’attenta comprensione di quanto ciò che desideriamo ci faccia poi anche realmente bene. La prima parte della sua vita Silvia l’ha spesa studiando e formandosi per ottenere una collocazione nel mondo del lavoro esattamente per come l’aveva immaginata e pianificata. In questo, già si evince la sua grinta e determinazione nel raggiungimento dei suoi scopi e nel riuscire a trovarsi nel posto che inizialmente riteneva giusto per lei. Con il passare del tempo, però, varie somatizzazioni hanno iniziato a mettere in luce dei bisogni evidentemente diversi che Silvia ha fatto fatica a decifrare. L’ansia inizia ad essere costante, così come il nodo alla gola e, a volte, gli attacchi di panico. Silvia si ritrova in uno stato in cui ciò che sente dentro non si incontra con quello che appare fuori. Nonostante abbia la vita che desiderava, per cui ha studiato e lottato, non è felice, la tipologia di lavoro così frenetica e stressante stride fortemente con quelle che evidentemente sono le sue corde più intime, a cui non ha mai dato sufficiente ascolto.
Ci vorrà un tracollo emotivo importante perché Silvia accolga, suo malgrado, i suoi bisogni. Nel riuscire a dire basta Silvia inizia la sua rinascita. Nel decidere di voltare pagina esprime nuovamente la capacità di autodeterminarsi ma, questa volta, la strada è in linea con la sua emotività. Intraprende un viaggio intimo e profondo, girando diversi luoghi seguendo la passione per lo yoga, si nutre di spiritualità e connessione con il corpo che le permetterà non solo di diventare insegnante ma di riempire il suo bagaglio esperienziale di informazioni preziose su di sé e sul suo funzionamento. La competenza di Silvia di prendersi ciò in cui crede, il rimettersi in discussione, diviene, rispetto al passato, una competenza autentica perché più sincera con sé stessa, non filtrata da aspettative altrui o da moti di insicurezza ma da un pieno controllo e una piena libertà del suo sentire. L’esaurimento nervoso diviene, così, una base essenziale da cui ricominciare mettendosi al centro, imparando a lasciare andare, a praticare la meditazione e la positività, ma, soprattutto, creando grazie alla sua esperienza di vita, un nuovo lavoro di cui nutrirsi e di cui beneficiare soprattutto emotivamente. Nella sua rinascita, Silvia ha saputo declinare al meglio tutte le sue competenze approdando con successo a un metodo consolidato e a un libro in cui trasferire le sue conoscenze per aiutare le tantissime persone che la seguono a intravedere nuove prospettive di benessere”.



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