Dieci anni di Hackability, la via creativa per dare un aiuto all’autonomia

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Trovare soluzioni creative e accessibili per migliorare l’autonomia delle persone anziane e quelle con disabilità è la mission di Hackability. L’associazione non profit, fondata a Torino nel 2015, coinvolge designer, maker, caregiver e persone disabili nello sviluppo di strumenti che semplificano e rendono più inclusiva la vita di tutti i giorni, attraverso la co-progettazione e l’uso delle nuove tecnologie.

Hackability si ispira al concetto di hacking, inteso non solo come manipolazione informatica, ma piuttosto, come la capacità di risolvere problemi in modo creativo e innovativo. La novità, specialmente nei primi anni, è consistita nel  mettere la “persona al centro”,  paradigma allora non ancora così diffuso, ascoltando le esigenze reali delle persone con disabilità, e soprattutto, trasformando le stesse da semplici destinatari di soluzioni a veri protagonisti della progettazione.

Cardine portante di Hackability è l’Hackability Thinking: metodo che non solo permette di creare oggetti e servizi accessibili e scalabili, ma diventa anche uno strumento di ricerca in grado di individuare nuovi bisogni sociali, culturali, economici e tecnologici legati all’accessibilità. Grazie a questo modello, l’associazione è diventata un punto di riferimento per aziende e istituzioni impegnate nello sviluppo di soluzioni inclusive. Dal 2023, è partner del Master Executive in Disability Management & Inclusive Thinking della SAA – School of Management dell’Università di Torino, contribuendo alla formazione dei professionisti attraverso esperienze pratiche di co-progettazione con persone disabili.

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L’approccio Hackability Thinking ha portato alla creazione di strumenti semplici, facilmente riproducibili e personalizzabili, sfruttando tecnologie, come la stampa 3D, le schede open-source e le macchine a controllo numerico. Inoltre, nel corso degli anni, ha favorito la nascita di importanti collaborazioni: nel 2018, Barilla ha adottato la metodologia di Hackability per sviluppare soluzioni che migliorassero l’autonomia in cucina; nel 2020,  Toyota Motor Italia e Arriva Sadem hanno lavorato con l’associazione per progettare ausili per la mobilità accessibile;  e nel tempo ha avviato sinergie con il  mondo accademico, il Politecnico di Torino, lo IED e la New York University attraverso corsi e master collaborano per affinare e diffondere questo modello di co-progettazione, facendone un punto di riferimento nell’ambito dell’inclusione.

Nel suo percorso,  l’associazione ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 2017, è stata selezionata tra le 30 migliori pratiche europee dall’European Social Innovation Competition. Nel 2019 ha vinto il premio MakeToCare del gruppo Sanofi e nel 2020 ha ricevuto una menzione d’onore al Compasso d’Oro ADI, uno dei premi di design più prestigiosi.

Hackability ha inoltre creato iniziative,  coinvolgendo direttamente i territori dove è presente, come a Torino, Milano a Cuneo, Novara le comunità locali,  ad esempio l’HackabilityCamp, un evento che ogni estate si svolge in una città diversa per formare le persone con disabilità all’uso delle tecnologie;  gli HackabilityLab, workshop in cui utenti e caregiver partecipano alla fase di progettazione e produzione, promuovono il co-design come strumento di empowerment.

Dal 2021, Hackability ha lanciato il progetto Tech4Inclusion – dichiara Carlo Boccazzi Varotto, il project manager – grazie a questo progetto, nato dalla collaborazione con le unità spinali di Torino, Alessandria e Novara. Sono stati creati oltre 40 dispositivi personalizzati, come joystick per carrozzine, ausili per scrivere, allacciare bottoni e pettinarsi, realizzati e distribuiti gratuitamente tramite laboratori di stampa 3D all’interno delle strutture sanitarie”.

IDEM (Inclusive Design Empowerment Mountain), ultima sfida dell’associazione,  è iniziata proprio in queste settimane grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il GAL Escartones e Valli valdesi, con lo specifico scopo di migliorare l’accessibilità nelle aree montane. A partire da Torre Pellice e Luserna San Giovanni, tavoli di coprogettazione proveranno a ideare soluzioni per rendere spazi pubblici, arredi urbani e servizi più inclusivi. Questo processo coinvolge persone con e senza disabilità, raccogliendo bisogni, idee e sogni di tutta la comunità. In questo caso specifico, l’obiettivo di Hackability è chiaro: costruire anche in montagna un futuro più accessibile per tutti, sfruttando la tecnologia e la creatività per abbattere le barriere e promuovere una vera inclusione.



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