Uno studio ha evidenziato che il digiuno intermittente prolungato nel tempo nei giovani topi non permetteva alle cellule del pancreas di arrivare a maturazione. Una conferma: la pratica non è adatta a bambini e ragazzi
Il digiuno intermittente è una pratica che va di moda e ha mostrato alcuni benefici soprattutto legati al metabolismo, cioè la capacità dell’organismo di assimilare i nutrienti.
Nel tempo, gli studi effettuati su questo tipo di regime alimentare hanno però messo in luce qualche controindicazione che si tramuta nell’assunto che il digiuno sia un intervento medico e come tale vada bilanciato e prescritto in ambito medico.
Soprattutto riguardo a categorie di persone che possono essere più «delicate» come anziani, malati, donne in gravidanza/in allattamento e giovani.
Studio sui topi
Proprio sui giovani arriva dalla Technical University di Monaco un nuovo studio sui topi e il digiuno intermittente (pubblicato venerdì 14 febbraio su Cell Reports) che conferma le cautele: nei topi giovani il digiuno intermittente protratto ha interrotto lo sviluppo delle cellule beta del pancreas che producono insulina, una condizione che può portare al diabete e compromissione del metabolismo.
Effetti diversi in base all’età
I ricercatori hanno studiato tre gruppi di topi: animali adolescenti, adulti e anziani. I topi sono rimasti senza cibo per un giorno e sono stati nutriti normalmente per due giorni.
Dopo dieci settimane, la sensibilità all’insulina è migliorata sia nei topi adulti che in quelli anziani, il che significa che il loro metabolismo ha risposto meglio all’insulina prodotta dal pancreas, una caratteristica fondamentale per regolare i livelli di zucchero nel sangue e prevenire patologie come il diabete di tipo 2 che insorge più facilmente in età adulta.
Al contrario, i topi adolescenti hanno mostrato un preoccupante declino della funzionalità delle cellule beta del pancreas che producono insulina.
Cellule che non maturano
Gli scienziati si sono chiesti il motivo del deterioramento delle cellule beta e hanno eseguito sequenziamenti di singole cellule scoprendo che non erano arrivate a maturazione. «A un certo punto, le cellule nei topi adolescenti hanno smesso di svilupparsi e hanno prodotto meno insulina», ha detto Peter Weber di Helmholtz Munich, autore principale.
I topi più anziani, le cui cellule beta erano già mature prima dell’inizio del digiuno, non sono stati interessati dal deterioramento.
Segni simili di maturazione cellulare compromessa sono stati rilevati dai ricercatori anche nelle cellule dei pazienti umani con diabete di tipo 1.
Cautela con i giovani
Comunque gli effetti riscontrati sui topi non sono direttamente paragonabili a quanto succede o succederebbe in un organismo umano, anche se possono servire da apripista per alcune considerazioni e rilancio di ulteriori ricerche.
«Il nostro studio conferma che il digiuno intermittente è benefico per gli adulti, ma potrebbe comportare rischi per bambini e adolescenti», ha affermato Stephan Herzig, professore alla TUM e direttore dell’Istituto per il diabete e il cancro presso l’Helmholtz di Monaco. «Durante il periodo di sviluppo e maturazione, il digiuno intermittente potrebbe compromettere il corretto flusso di nutrienti e l’equilibrio ormonale necessari per una corretta differenziazione cellulare e lo sviluppo degli organi. Ciò è particolarmente rilevante considerando la crescente popolarità del digiuno intermittente in diverse fasce d’età», concludono gli autori nelle note.
Gli effetti studiati del digiuno intermittente
Il digiuno intermittente normalmente è praticato a ore: la formula 16/8 è la più in voga (l’assunzione di cibo è limitata a 8 ore al giorno, per esempio dalle 8 alle 16, mentre nelle restanti 16 ore si digiuna), ma ci sono anche le possibilità 14/10 e 12/12 (il cosiddetto «digiuno gentile»).
Oltre a far dimagrire (ma non sempre), il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riduce l’infiammazione, abbassa il colesterolo e la pressione del sangue in chi ce l’ha alta. Questi sono gli effetti positivi che mediamente si registrano a breve termine.
Provoca però anche uno stress sull’organismo i cui effetti a lungo termine non sono ancora ben stati studiati.
Tra le ultime ricerche hanno fatto notizia quella presentata a marzo scorso al meeting dell’American Heart Association che indicava un rischio di morte per eventi cardiovascolari molto più elevato in chi digiunava con la formula 16/8 rispetto al gruppo di controllo e uno pubblicato su Nature lo scorso agosto che evidenziava una maggiore vulnerabilità al cancro delle cellule staminali intestinali che si presentava nella finestra temporale successiva alla fine del digiuno.
Il digiuno intermittente è quindi una pratica che può far bene ma deve essere seguita da un medico e non tutti la possono fare. E per chi vuole dimagrire, non ci sono evidenze che mostrino che una dieta a digiuno intermittente sia migliore della classica dieta mediterranea con restrizione calorica.
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