Il cuore di Victoria Amelina ha smesso di battere il primo luglio 2023 nell’ospedale Mechnykov di Dnipro, dopo tre giorni di agonia per le gravi ferite riportate a causa dell’attacco russo alla pizzeria Ria di Kramatorsk il 27 giugno 2023. Victoria ha lasciato un vuoto nei nostri cuori e nella futura storia dell’Ucraina, ma ha anche lasciato un’eredità che doveva essere gestita, custodita e tramandata. La sua voce non doveva disperdersi, doveva essere messa al servizio della giustizia, alla ricerca della quale Victoria si era dedicata a partire dal 24 febbraio 2022.
Nell’autunno del 2023, uniti dall’idea di far arrivare la sua voce e il suo manoscritto interrotto, intitolato “Looking at Women, Looking at War. A War and Justice Diary” (Guardando le donne guardare la guerra. Diario di una scrittrice dal fronte ucraino), ma divisi dallo schermo del computer, noi quattro membri del gruppo editoriale ci siamo incontrati su Zoom per assemblare i pezzi del testo rimasto incompleto dopo la morte di Victoria. In quel momento diverse case editrici di tutto il mondo si sono fatte avanti per pubblicare il libro incompiuto.
I primi diritti per la pubblicazione dell’originale in inglese, trattati dalla stessa Victoria assieme alla sua agente, sono andati alla casa editrice inglese HarperCollins e all’americana Macmillan. Poi sono arrivate l’italiana Guanda, la francese Flammarion, la svedese Ersatz e la tedesca Fototapeta. A oggi i diritti del libro sono stati venduti in undici Paesi diversi.
La prima pubblicazione per il mercato anglofono era prevista per febbraio 2025. «Come, febbraio 2025?», avevo pensato io. Ero disposta a lavorare giorno e notte pur di far arrivare la voce di Victoria il prima possibile al pubblico. A partire dal 24 febbraio 2022, gli ucraini hanno fatto l’impossibile, anche pubblicare libri in tempi brevissimi. Insieme al mio collega Alessandro Achilli avevamo preparato la prima antologia di poesia ucraina in tre mesi, traducendo ottantotto poesie, tra cui anche quelle di Victoria Amelina, una della quali era finita in quarta di copertina (“Poeti d’Ucraina”, Mondadori, 2022).
La data dell’uscita del manoscritto di Victoria, quel febbraio 2025, mi sembrava così lontana. Le dinamiche dei mercati editoriali seguono le proprie logiche, ben diverse da quelle di un campo di guerra, che oggi coincide con l’intera Ucraina, il Paese natale di Victoria Amelina, in preda all’invasione russa.
Eppure, il 12 febbraio 2025, in una colorata libreria di Londra, quando per la prima volta ci siamo riuniti sotto lo stesso tetto noi quattro redattori per presentare la prima edizione di “Looking at Women, Looking at War” di Victoria Amelina, ho pensato che qualsiasi momento sarebbe stato giusto per pubblicare il suo manoscritto interrotto e per far sentire la sua voce, così potente e irremovibile nelle sue argomentazioni.
Oggi, mentre smaltiamo le conseguenze della Conferenza di Monaco con le dichiarazioni americane sulla libertà di espressione in Europa e, dall’altra parte del mondo, si allestiscono i tavoli per negoziati ai quali non sono invitati i diretti interessati, il libro di Victoria si rivela una doccia fredda che riporta il lettore a quella mattina del 24 febbraio 2022, quando, otto anni dopo l’inizio della guerra ibrida sul suolo ucraino, la Russia aveva deciso di togliersi la maschera ed espandere la sua aggressione all’intero territorio.
Nel manoscritto, Victoria intreccia la storia ucraina dell’inizio del Novecento con il presente, partendo dall’idea della mancata punizione per i crimini russi commessi contro gli ucraini. Victoria dà voce a chi la voce è stata tolta: agli scrittori degli anni Trenta massacrati nei gulag russi, agli scrittori degli anni Sessanta, imprigionati e ugualmente massacrati nei gulag, a Volodymyr Vakulenko, lo scrittore per l’infanzia il cui corpo è stato trovato in una fossa comune a Izyum dopo la ritirata russa a ottobre 2022.
Accanto alla voce degli artisti ucraini risuonano anche quelle delle donne straordinarie di cui Victoria racconta le storie, seguendole nella loro impresa di perseguire la giustizia. Raccontando le loro vicende, Victoria racconta anche la propria: quella di una scrittrice di successo che si trasforma in investigatrice dei crimini di guerra.
Nonostante il racconto interrotto, il libro offre idee, riflessioni e spunti sul passato e sul presente ucraino, e si posiziona come un documento fedele dell’invasione russa su larga scala.
Nei giorni in cui l’Europa viene accusata di manipolazione dell’informazione dopo le elezioni annullate in Romania, le parole di Victoria ricordano da dove arriva la vera minaccia e chi è il vero artefice della propaganda e delle manipolazioni. Il suo libro diventa un vero pilastro a cui appoggiarsi in questi giorni incerti.
“Looking at Women, Looking at War” è uscito nel Regno Unito il 12 febbraio, conquistando il primo posto nella classifica delle vendite su Amazon UK. Il 18 febbraio esce negli Stati Uniti, il 19 febbraio in Francia, il 24 febbraio in Svezia, il 21 marzo in Germania e il 18 marzo arriverà nelle librerie italiane edito da Guanda. La prima presentazione è prevista per il 19 marzo al Teatro Franco Parenti di Milano con la partecipazione di Stefania Battistini, inviata della Rai che ha seguito l’aggressione russa all’Ucraina, della scrittrice Helena Janeczek, premio Strega per “La ragazza con la Leica”; e mia, co-curatrice della versione inglese e traduttrice della versione italiana del libro di Victoria.
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