il ruolo delle Compagnie di Assicurazione

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Con l’invecchiamento della popolazione aumenta la necessit� di protezione contro i rischi legati a salute e non autosufficienza, che il solo welfare pubblico �non pare in grado di coprire. Evidente la necessit� di colmare il gap con una maggiore integrazione pubblico-privato, ambito in cui il settore assicurativo pu� offrire un contributo significativo, riducendo anche i costi a carico delle famiglie

Bruno Bernasconi

La transizione demografica che sta attraversando l’Italia, cos� come la maggior parte dell’Occidente, complice l’effetto combinato di bassa natalit� e allungamento dell’aspettativa di vita, impone una�profonda riflessione sulle necessit� di ammodernamento del sistema di protezione sociale, con un passaggio dal�welfare state�a una forma di�welfare mix�che rafforzi le sinergie tra pubblico e privato.�In quest’ambito, il settore assicurativo potrebbe certamente aiutare ad alleviare le crescenti pressioni di spesa�a livello di sistema sulle funzioni di previdenza, assistenza e sanit�,�contribuendo a colmare il gap di protezione non garantito dallo Stato, tra vincoli di bilancio e necessit� di mantenere la tenuta dei conti pubblici.�

L’evoluzione della demografia ha come conseguenza una trasformazione della struttura per et� della popolazione, con una crescita dell’indice di dipendenza strutturale che ha inevitabili riflessi sul piano economico-sociale portando, da un lato, problemi di sostenibilit� ma, dall’altro, nuove opportunit� connesse a queste trasformazioni e legate al mondo della�Silver Economy,�a cominciare da tutti gli aspetti legati alla sanit�.�

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Complici gli effetti e le criticit� emerse durante la pandemia, i timori per salute, longevit� e benessere nella fase della pensione hanno scalato la classifica delle preoccupazioni per le famiglie italiane, che per� faticano a farvi fronte da sole anche per l’assenza di un secondo pilastro regolamentato che riesca a ridurre i costi per i singoli. � evidente, infatti, che�una popolazione che invecchia presenta nuovi e maggiori bisogni di protezione contri i rischi legati all’et� avanzata�e, pi� in generale, al rischio di non autosufficienza, rendendo necessario lo sviluppo di soluzioni e servizi sia nella fase di prevenzione che in quella di cura.

Nonostante questi timori, la prevenzione e l’attenzione a uno stile di vita sano sono ancora poco diffusi.Secondo quanto emerge da un’indagine condotta ad aprile 2024 dell’Osservatorio Sanit� di UniSalute in collaborazione con Nomisma, solo il 42% degli over 65 fa prevenzione e controlli regolari e, inoltre, la maggior parte degli intervistati trascura aspetti importanti come attivit� fisica e alimentazione: il 55% dichiara di avere uno�stile di vita sedentario e solo il 38% sostiene di rispettare una dieta sana ed equilibrata.

Stando ai dati Istat, la percentuale di over 65enni sul totale della popolazione italiana � di circa il 24%, percentuale destinata a salire nei prossimi 25-30 anni fino a quasi il 35% anche per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita.�Un “regalo” in termini di longevit� che � per� inevitabilmente accompagnato da un numero sempre maggiore di persone affette da patologie croniche: se la speranza di vita a 65 anni in Italia � di 19 anni per gli uomini e di quasi 22 per le donne, quella in buona salute si dimezza per entrambi a circa 10 anni. Tali dati portano con s� una riflessione sui rischi e sulle vulnerabilit� a cui sono esposte le persone in et� anziana e sugli strumenti disponibili per farvi fronte in modo idoneo soprattutto laddove il sistema pubblico non riesce a garantire la copertura dei costi in modo efficace, mettendo in luce�un gap di protezione testimoniato da un aumento della spesa per il welfare privato.

Figura 1 – L’aspettativa di vita a 65 anni generale e in buona salute

Figura 1 - L’aspettativa di vita a 65 anni generale e in buona salute

Fonte: Elaborazione Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali su dati Eurostat 2022

Il Dodicesimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano�curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali�evidenzia come nel 2023�la spesa sanitaria lorda degli italiani si sia attestata�a 51,255 miliardi di euro,�relativa ai costi sostenuti sia direttamente da famiglie e singoli (la cosiddetta spesa�out of pocket�– OOP), pari a 44,746 miliardi, sia intermediata da fondi sanitari integrativi, Casse sanitarie, societ� di mutuo soccorso o Compagnie di Assicurazione (6,50 miliardi), con un incremento di quasi 10 miliardi di euro rispetto al valore pre-COVID del 2019.�A questi vanno poi aggiunti gli oltre 34 miliardi destinati alla gestione della non autosufficienza,�intesa come costi sostenuti dai singoli e dalle famiglie per residenzialit� (RSA e altro) e per assistenza domiciliare (“badanti”), oltre al totale premi per polizze assicurative LTC.

Un altro aspetto importante connesso all’invecchiamento della popolazione, infatti, � legato al cambiamento della composizione dei nuclei familiari, che per gli over 65enni vede gi� una prevalenza di persone sole (il 31,5% del totale) e di coppie senza figli (42,5%),�riducendo la disponibilit� di assistenza fornita dalla famiglia�con un conseguente aumento dei costi che gravano sulle tasche degli individui nella fase di quiescenza. Per avere un’idea della dimensione del problema, secondo i dati riportati da Istat nel Rapporto “Le condizioni di salute della popolazione anziana in Italia”, nel nostro Paese�gli anziani non autosufficienti sono poco meno di 4 milioni. Secondo l’indagine, il 28,4% della popolazione anziana non riesce a svolgere autonomamente le attivit� fondamentali della vita quotidiana, situazione che si aggrava al crescere dell’et� e colpisce il 14,6% tra i 65-74enni, il 32,5% tra gli anziani di 75-84 anni e il 63,8% tra gli ultra85enni. Sempre Istat calcola che�nel 2030 gli anziani non autosufficienti aumenteranno a 4,4 milioni per raggiungere nel 2050 i 5,4 milioni.

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Come detto, quindi, in questo scenario l’industria assicurativa pu� offrire un importante contributo, attraverso un’offerta che coniughi le necessit� di protezione e alla “presa in carico” con prodotti orientati alla prevenzione e all’invecchiamento attivo. In un mondo che invecchia e in cui cambiano abitudini e stili di vita,�l’ambito�healthcare,�e pi� in generale quello del�welfare,�sar� uno di quelli che influenzer� maggiormente il mondo delle assicurazioni,anche grazie a un aumento dell’interesse verso forme di tutela di salute e previdenza tramite strumenti di pianificazione lungo l’intero ciclo di vita delle persone. Per i�player�del settore occorre�quindi un ripensamento delle soluzioni vita-salute e del ruolo della LTC,�con prodotti che soddisfino le esigenze sia delle generazioni pi� giovani che di quelle pi� anziane, tenendo conto dei bisogni di assistenza di persone che vivono pi� a lungo anche con patologie croniche.�

Anche dal punto di vista degli investimenti, del resto, le Compagnie di Assicurazione si trovano a dover affrontare la sfida demografica�che comporta un allungamento delle passivit�,�il tutto senza dimenticare i mutamenti nelle finalit� del risparmio, adeguando la propria offerta in ottica di aiutare gli individui a pianificare al meglio la fase della pensione.�

Bruno Bernasconi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

18/2/2025

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