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Milano, 18 feb. “Le persone che conoscono il mio rigore passato e presente su questioni di deontologia professionale e nella partecipazione a commissioni giudicatrici possono comprendere il mio estremo sconcerto nel sentire le accuse a me rivolte nell’indagine e il risalto mediatico dato alle stesse”. Lo afferma l’architetto Cino Zucchi dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un’interdittiva che gli vieta per otto mesi di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L’archistar – indagato insieme a Stefano Boeri e Pier Paolo Tamburelli (per entrambi l’interdittiva è di un anno) – per turbativa d’asta nell’inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, “ripone la massima fiducia nel lavoro dei pm e del gip” e confida che le informazioni e le precisazioni fornite nell’interrogatorio preventivo del 4 febbraio scorso “siano state esaustive e sufficienti per permettere agli stessi di continuare il loro lavoro”. In una lunga nota ribadisce che “le proposte pervenute sono sempre giudicate per il loro valore e nel totale anonimato fino all’apertura pubblica delle buste dopo il giudizio” e che “non ho mai incontrato né scambiato messaggi nel merito del concorso con Tamburelli, così mai Floridi o Lunati – che peraltro conosco e stimo da anni come architetti di cultura e talento – hanno mai cercato di contattarmi, vedermi o mandarmi alcun segnale del merito”.
Preso atto della decisione odierna, Zucchi è fiducioso di poter dimostrare le sue ragioni ai magistrati. “Ho grande confidenza nel loro operato, e quindi attendo con pazienza e serenità lo svolgersi delle fasi successive” conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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